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Farmaci. Da Sifo una task force di esperti di infezioni in corsia per loro utilizzo appropriato. Polidori: “Così si risparmia”


Questo l'obiettivo di cui si è parlato a Catania, nel corso del congresso della Società italiana dei farmacisti ospedalieri, che nel corso degli ultimi mesi ha lavorato su questo tema mettendo in campo un progetto di ricerca specifico. Per il direttore scientifico Sifo, Piera Polidori: "Tra gli obiettivi del progetto  c’è il notevole risparmio dato da una miglior gestione organizzativa e il contrasto alla diffusione delle farmaco-resistenze.

24 OTT - Fare in modo che in corsia ci siano farmacisti ospedalieri esperti di infezioni. E’ l’obiettivo di Sifo, la Società italiana dei farmacisti ospedalieri e dei servizi territoriali, che nel corso degli ultimi mesi ha lavorato su questo tema mettendo in campo un progetto di ricerca specifico. Che negli ospedali o nei presidi territoriali sanitari ci siano farmacisti che conoscono a puntino la tematica delle infezioni o i farmaci più all’avanguardia, è un punto d’arrivo importante per Sifo, perché foriero di benefici sia dal punto di vista organizzativo che economico. E di questo si è parlato a Catania, dove è in corso il congresso nazionale Sifo, che vede più di 1.500 farmacisti a confronto dal 22 al 25 ottobre.
 
Le nuove iniziative di Sifo prendono le mosse dal progetto del ‘Farmacista di dipartimento’ in ambito oncologico, che quattro anni fa ha visto la Società dei farmacisti al lavoro, in collaborazione con il ministero della Salute, per promuovere la figura del farmacista di reparto esperto in oncologia. Il progetto, terminato nel giugno del 2011, ha coinvolto i reparti oncologici di cinque centri ospedalieri (Torino, Padova, Ancona, Bari, Taormina) e ha avuto un grande successo, portando vantaggi sia per i pazienti, in termini di sicurezza e di maggiore consapevolezza delle cure, sia per il Servizio sanitario nazionale in termini di risparmio, grazie a un uso più efficiente delle risorse.
 
Sulla scorta di questo risultato positivo, nel 2015 Sifo ha deciso di attivare il progetto per il ‘Farmacista di dipartimento’ orientato all’Antimicrobial Stewardship, tenendo conto del fatto che proprio le infezioni sono un tema molto ‘attenzionato’ in questo momento e da più fronti, visto che occupano un importante capitolo della spesa sanitaria. Dopo la selezione tramite bando dei centri interessati dal progetto e dopo i corsi di formazione a cui hanno partecipato sette borsisti e sette tutor per un totale di 14 farmacisti (a cui hanno preso parte esperti Sifo oltre che di altri enti e microbiologi di rilievo), il progetto Antimicrobial Stewardship è entrato nel vivo a settembre in sette centri ospedalieri: a Torino, Milano, Roma, Alto Vicentino di Thiene (Vicenza), Ferrara, Sassari e Acquaviva delle Fonti (Bari). Qui sono stati distribuiti gli indicatori in base ai quali i farmacisti di reparto, in collaborazione con i medici, per i prossimi 12 mesi dovranno monitorare e controllare i casi di infezione verificatisi durante il ricovero in ospedale e gestire l’impiego dei farmaci antifungini e antimicrobici, controllando la preparazione, la scelta delle terapie, l’appropriatezza e anche le scorte. Il tutto facendo riferimento alle linee guida dei singoli ospedali.
 
Tra gli obiettivi principali del progetto, spiega Piera Polidori, direttore scientifico Sifo e coordinatrice del Comitato scientifico Sifo, c’è innanzitutto il notevole risparmio dato da una miglior gestione organizzativa. Ma non è da meno l’obiettivo di contrastare la diffusione delle farmaco-resistenze, spesso conseguenza dell’utilizzo non appropriato di un antibiotico per la cura di un’infezione. Il fenomeno, che si sta diffondendo sempre più in Italia, è preoccupante dal punto di vista sanitario, sia in termini clinici che economici. Sifo, inoltre, si prefigge anche di migliorare l’assistenza per i pazienti, con l'obiettivo di offrire la terapia migliore e più appropriata.
 
“L’ottimizzazione dell’uso degli antibiotici ha il triplice obiettivo di migliorare il percorso assistenziale nei confronti del paziente e quindi anche l’esito del trattamento, garantire una terapia che risponda ai criteri di costo-efficacia, e ridurre gli effetti avversi dei farmaci stessi, compreso quello dell’insorgenza di resistenze antimicrobiche - afferma Polidor -i. I programmi ospedalieri di gestione degli antimicrobici, che con una terminologia anglosassone sono oggi definiti come ‘Antimicrobial stewardship program’, sono pertanto elementi necessari per l’attuazione di una politica degli antibiotici nelle strutture assistenziali. L’obiettivo del progetto è quello di arrivare, attraverso il contributo dei vari centri regionali, alla produzione di un documento di consenso sugli argomenti di interesse in tema di antimicrobial stewardship”, conclude il direttore scientifico Sifo. Al termine del progetto verrà redatto un manuale specifico sulla tematica delle infezioni.

24 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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