"Il sistema si rende performante solo se si sarà in grado di riallineare l’offerta alla domanda, fermo restando la necessaria appropriatezza, al fine di evitare una richiesta impropria che penalizza il sistema con le conseguenze ben note, da un lato di mancata erogazione delle prestazioni nei tempi necessari a garantire la salute dei cittadini, dall’altro con un aumento di spesa rivolto al privato che ha ormai superato i 40 mld. Per realizzare ciò occorrono interventi strutturati, che si muovano su più fronti, a partire dalla necessità di garantire ulteriori risorse per il rinnovo dei Ccnl di tutto il personale che opera in sanità.
Il Decreto Legge in esame oggi è un tassello, e come tale esprimiamo le nostre valutazioni, che dovrà coniugare la sua azione con gli interventi previsti dal Disegno di Legge recante 'Misure per il potenziamento, il rafforzamento e la revisione del Ssn'".
Così in premessa la Cisl è intervenuta in audizione al Senato sul Decreto liste d'attesa. Diverse le perplessità sollevate sul provvedimento.
"Non appare chiaro se l’Organismo di verifica e controllo sia tenuto a rispondere a tutte le segnalazioni che perverranno, così come si evidenzia che un’eventuale richiesta di chiarimenti a tutte le segnalazioni, a cui si prevede che le Regioni e le Province autonome abbiano l’obbligo di risposta entro 15 gg, rischia di creare un importante aggravio di attività, in presenza di carenza di personale come da tutti noto. Come non è chiaro, altresì, come alla luce delle attuali norme, in esito alle verifiche effettuate, possano essere applicate misure sanzionatorie e premiali nei confronti dei responsabili a livello regionale o aziendale, inclusa la revoca o il rinnovo dell’incarico, anche in considerazione delle disposizioni previste dal Titolo V della Costituzione, sulle quali ci risulta abbia già eccepito la Conferenza delle Regioni", spiegano in riferimento all'articolo 2.
Quanto all'articolo 4: "Come Cisl ribadiamo che il problema principale per noi resta la grave carenza di organico, sul quale ci eravamo già espressi in sede di audizione sulla Legge Finanziaria 2024 e rimarchiamo l’esigenza, come vedremo dopo con il successivo art. 5, di superare il limite al tetto di spesa per le assunzioni di personale, potenziando ulteriormente le facoltà assunzionali all’interno delle Aziende del Ssn".
"Va meglio chiarito - spiega la Cisl in riferimento all'articolo 5 - se trattasi di un aumento del 10%, elevabile sino al 15%, che si aggiunge all’incremento del 10% + 5% già previsto dal DL 35/2019 convertito con L. 60/2019 (decreto Calabria), portando quindi la possibilità complessiva al 30% o se invece sostituisce quanto già previsto, lasciando quindi inalterata la percentuale complessiva già oggi fissata al 15%, considerato che dalla relazione tecnica leggiamo che le disposizioni in questione sono coerenti con il livello di finanziamento già programmato per il SSN a legislazione vigente.
Esprimiamo forte perplessità, invece, rispetto al fatto che i piani triennali delle assunzioni, che le Regioni predisporranno sulla base di tale metodologia, debbano essere approvati con decreto del Ministero della Salute di concerto con il MEF, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni, ai fini del riscontro di congruità finanziaria, procedura oltremodo articolata e foriera di possibili ritardi per conseguire l’obiettivo del rafforzamento delle dotazioni organiche delle Aziende sanitarie. Anche in questo caso riteniamo che si debbano evitare appesantimenti burocratici prevedendo termini temporali definiti e stringenti per l’adozione di tali decreti".
Infine, sull'articolo 7: "Sollecitiamo l’esigenza di estendere anche al personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dalla sanità pubblica, le agevolazioni fiscali oggi vigenti per i dipendenti privati sui premi di risultato erogati tramite i contratti integrativi".