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Riforma cure primarie. Milillo (Fimmg): "La bozza Balduzzi? Non cambierei una virgola"


Il segretario nazionale della Fimmg sposa in pieno l'impianto della bozza di riforma elaborata dal ministero della Salute per ridisegnare la medicina generale. Ma il traguardo dovrà passare per la nuova convenzione. Che in questa intervista il leader Fimmg si dice pronto ad accettare anche "ad aumento zero".

03 AGO - La riforma delle cure primarie avviata dall’ex ministro Fazio, dopo un periodo in cui sembrava caduta in un cono d’ombra, è tornata da qualche tempo all’attenzione. Il ministro della Salute Renato Balduzzi si appresta infatti a presentare una sua proposta di riordina della medicina territoriale, tanto che la sua bozza per la riforma dell'art. 8 del 502 (quello sulle convenzioni con il Ssn), presentata circa 2 settimane fa, è ora all’attenzione delle Regioni e dovrebbe sbarcare in Consiglio dei Ministri a fine agosto, insieme alle norme sull'intramoenia, la responsabilità professionale e la tutela dei brevetti farmaceutici.
 
La bozza ricalca a grandi linee il lavoro del suo predecessore e, come quel testo, anche questo, ci ha spiegato Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg, in questa intervista ha il consenso dei sindacati. Una riforma che Milillo condivide in pieno e che non vorrebbe venisse minimamente modificata. Ma che, sottolinea, per essere davvero realizzabile dovrà essere integrata con l'avvio della discussione della nuova convenzione con il Ssn.
 
Dottor Milillo, la riforma delle cure primarie, che sembrava essere stata messa da parte dal nuovo Esecutivo, è invece ripartita. A che punto è l'iter?
Il percorso è in itinere. La bozza del ministro Balduzzi è al momento all'attenzione delle Regioni. Per elaborare questo documento, Balduzzi ha voluto prima sentire di nuovo tutti i sindacati e ha raccolto il loro consenso su una serie di punti, su cui poi ha lavorato utilizzando come base la bozza di documento elaborata dall'allora ministro Fazio, su cui c'era stato già un accordo tecnico con le regioni.
 
Come valuta nel complesso l’articolato?
Questa riforma prevede delle innovazioni importanti come il ruolo unico, l’accesso unico per la medicina generale, che è la radice della ri-fondazione. Raccoglie inoltre il concetto della ristrutturazione del compenso prevedendo un onorario distinto fra le prestazioni assistenziali e quelle destinate alla fornitura dei fattori di produzione. Prevede anche la regolamentazione delle società di servizio e poi l’obbligo di costituire aggregazioni funzionali territoriali e unità complesse di cure primarie già prevista nella convenzione, senza dimenticare l’importanza dell’informatizzazione. In sostanza credo che la proposta del ministro raccolga tutti i punti fondamentali che sono necessari per un cambiamento della medicina generale, anche per realizzare la famosa h24.
 
La sua opinione è dunque positiva.
Noi vorremmo che il testo fosse approvato così, senza modifiche. Credo però che la riforma della medicina generale potrà avvenire solo nel momento in cui si apriranno le trattative e si farà la nuova convenzione, per la quale noi siamo pronti ad ipotizzare anche un aumento zero, visti i tempi che corriamo.
 
La riforma al momento è all’attenzione delle Regioni. Lei è a conoscenza di quale sarà l’orientamento delle Autonomie?
Il parere delle Regioni è difficile da prevedere. Conosco il parere di alcune Regioni, che singolarmente sono favorevoli e non hanno resistenze di massima, se non per qualche piccola modifica su qualche punto. Credo, comunque, che in linea generale la necessità di un cambiamento della medicina generale sia stato compreso da tutte le Regioni. Il problema è come la somma delle posizioni di ciascuna Regione riesca poi a trovare una sintesi sull’articolato. Non so se potranno esserci dei veti incrociati o se riusciranno a raggiungere una mediazione che vada bene a tutti.
 
Tra le ipotesi in circolazione si parla di un progetto di legge del ministro che dovrebbe arrivare entro l’estate contenente tra gli altri, oltre alla riforma delle cure primarie, anche misure per l’intramoenia, la responsabilità professionale e la filiera del farmaco.

Io le scadenze le prendo sempre con le molle. Il ministro sicuramente presenterà qualcosa, credo alle sue parole quando dice che è impegnato nel realizzare questo cambiamento. È anche vero, però, che Balduzzi si trova in una situazione di vincoli, anche costituzionali che conosciamo bene. La necessità del confronto con le Regioni crea un margine d’incognita e ha fatto saltare molte scadenze, come, per esempio, il Patto per la Salute.
 
L’obiettivo, da parte della Fimmg ma anche del ministro, è comunque quello di arrivare al traguardo.
La Fimmg sta lavorando dal 2006 in questa direzione e ha promosso i concetti fondamentali contenuti nella riforma delle cure primarie. Concetti fondamentali che sono stati raccolti all’epoca dal ministro Turco, poi ripresi dalle Regioni. Questo è il risultato di un lungo percorso di lavoro che viene da lontano.
Il ministro ci ha confermato la sua volontà di andare avanti. Devo dire che ho sempre trovato un ministro attento e determinato, che ha compreso l’importanza di un cambiamento della medicina generale per il futuro del Ssn. Un cambiamento che non riguarda solo la categoria ma la sostenibilità del Sistema e la qualità dell’assistenza ai cittadini. Non dimentichiamo che con la riorganizzazione della rete ospedaliera è possibile che si vada riqualificando un certo tipo di assistenza super specializzata e altamente tecnologica, ma resteranno scoperte parti di assistenza che opportunamente possono rientrare nella medicina generale.

03 agosto 2012
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