Camera. De Filippo su sicurezza alimentare: “Attenzione costante del Ministero della Salute su questo settore”
Così il sottosegretario alla Salute è intervenuto in commissione Affari Sociali alla Camera per rispondere ad un'interrogazione presentata da Mirko Busto (M5S). "Nel Ddl Lorenzin sono state inoltre previste norme che tendono a rendere ancora più celeri ed efficaci i controlli e l'introduzione di sanzioni ancora più pesanti per chi mette a rischio la salute dei consumatori".
01 LUG - Il sottosegretario alla Salute,
Vito De Filippo, nel pomeriggio di ieri è intervenuto in commissione Affari Sociali alla Camera per rispondere ad un'interrogazione presentata da
Mirko Busto (M5S), riguardante le
iniziative per rilevare sostanze anomale nel trattamento degli animali e delle carni e per rafforzare i controlli negli allevamenti a garanzia della sicurezza alimentare. De Filippo ha spiegato che, oltre al Piano Nazionale per la ricerca dei residui previsto dalla normativa europea, il Ministero della Salute sviluppa anche altri approcci di indagine, da associare a quella chimica, per integrare i dati disponibili ed ottenere ulteriori elementi complementari di informazione. "Dal 2008 viene effettuato un piano di monitoraggio che prevede l'utilizzo del test istologico, che, sulla base della presenza di lesioni isto-anatomo-patologiche in organi bersaglio, indica il sospetto di eventuali trattamenti", ha spiegato. Nel disegno di legge Lorenzin, ha proseguito il sottosegretario, sono state inoltre previste norme che tendono a rendere ancora più celeri ed efficaci i controlli, tra cui l'adozione di un testo unico in materia di sicurezza alimentare e l'introduzione di sanzioni ancora più pesanti per chi mette a rischio la salute dei consumatori.
Questa la risposta integrale di De Filippo: "Il costante impegno del Ministero della salute nel tutelare i consumatori si manifesta attraverso una continua attenzione lungo tutta la filiera produttiva, secondo il principio «dai campi alla tavola».
Particolare attenzione viene posta, da anni, al contrasto dell'utilizzo illecito di promotori di crescita, come le sostanze ormonali o antiormonali, nelle aziende zootecniche; il nostro Paese è stato il primo in Europa a dotarsi di una legislazione rigorosa sull'uso di sostanze ad effetto anabolizzante negli allevamenti, cercando anche di aggiornare i sistemi di controllo per combattere le «nuove tecniche» di trattamento degli animali.
Ricordo, altresì, che nella scelta delle metodiche analitiche sui controlli vanno, sempre, tenute presenti le scelte compiute in sede U.E.
Oggi, oltre al Piano Nazionale per la ricerca dei residui previsto dalla normativa europea, questo Ministero sviluppa anche altri approcci di indagine, da associare a quella chimica, per integrare i dati disponibili ed ottenere ulteriori elementi complementari di informazione.
Infatti, dal 2008, viene effettuato un piano di monitoraggio che prevede l'utilizzo del test istologico, che, sulla base della presenza di lesioni isto-anatomo-patologiche in organi bersaglio, indica il sospetto di eventuali trattamenti.
In caso di sospetto, vengono effettuate ulteriori indagini presso le aziende di provenienza degli animali, che prevedono il prelievo di campioni ufficiali da sottoporre a controlli chimico-fisici e l'intensificazione delle attività di farmacosorveglianza.
Occorre chiarire che l'obiettivo del monitoraggio è l'individuazione delle aziende «a rischio», per indirizzare i successivi controlli ufficiali attraverso i metodi chimici, che sono attualmente gli unici ad avere validità legale ai fini delle attività sanzionatorie, in quanto in grado di rilevare e quantificare la presenza dei singoli analiti, mentre il test istologico non è una tecnica specifica per rilevare le singole molecole e la loro concentrazione.
Nel corso degli anni, i risultati del test istologico vedono una prevalenza di casi «sospetti» di trattamento con steroidi sessuali pari al 2 per cento.
Tale percentuale, essendo costante negli anni, è oggetto di ulteriori approfondimenti, legati al dubbio che tale risultato possa essere imputabile alla produzione naturale di ormoni.
Per i corticosteroidi, presenti in farmaci autorizzati per il trattamento su animali, la prevalenza di sospetto all'esame istologico è dell'11 per cento.
A fronte di tali sospetti sulla base delle lesioni anatomopatologiche, i controlli sugli animali eseguiti con il metodo chimico per la ricerca di residui di sostanze farmacologicamente attive, non hanno rilevato non conformità.
Il Ministero della salute, proprio per integrare l'approccio chimico e biologico, ha finanziato uno specifico Progetto di ricerca biennale, teso ad aumentare l'accuratezza/specificità del test istologico, tramite la messa a punto e standardizzazione di tecniche immuno-isto-chimiche e lo sviluppo di due ulteriori metodologie biologiche di indagini (biosensori e proteomica).
Il Progetto ha previsto anche la collaborazione di un laboratorio inglese specializzato nell'antidoping, per ampliare la ricerca di molecole «nuove», a cui sono stati inviati campioni provenienti anche da allevamenti risultati sospetti al test istologico.
Rispetto a quest'ultimo punto i risultati ottenuti, pur adottando ogni precauzione per garantire l'elemento sorpresa nei controlli e scegliendo il periodo più compatibile con eventuali trattamenti illeciti, hanno evidenziato l'assenza in tutti i campioni di sostanze ad azione anabolizzante di tipo steroideo e/o beta agonisti, sebbene gli allevamenti campionati fossero quelli con la più alta percentuale di positività all'esame isto-anatomopatologico riscontrate nel corso degli ultimi anni.
Ciò evidenzia la necessità di approfondire la validità del test istologico che, evidentemente, può essere utilizzato come tecnica di solo «screening».
Intanto, nel rispetto dei limiti previsti dalla disciplina europea, nel disegno di legge c.d. «Lorenzin», presentato già nel 2013, sono state previste norme che tendono a rendere ancora più celeri ed efficaci i controlli, tra cui l'adozione di un testo unico in materia di sicurezza alimentare e l'introduzione di sanzioni ancora più pesanti per chi mette a rischio la salute dei consumatori.
Sono altresì in discussione, a livello europeo, i nuovi regolamenti sull'utilizzo del farmaco veterinario e sui controlli per la ricerca dei residui, e in tale sede la posizione italiana è quella di proporre l'adozione di misure ancora più stringenti a tutela dei consumatori.
Segnalo, da ultimo, che la ricerca di residui nel pelo è una metodica che viene routinariamente utilizzata nei controlli ufficiali per la ricerca dei beta-agonisti.
Pertanto, l'efficacia complessiva delle attività sviluppate in materia di contrasto all'utilizzo di sostanze auxiniche, non può essere messa in discussione da una singola vicenda giudiziaria, emersa peraltro a seguito di controlli ufficiali del servizio pubblico.
Desidero quindi ribadire la costante attenzione posta dal Ministero della salute nei riguardi della tutela della sicurezza alimentare".
01 luglio 2015
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