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Schillaci: “Nessuno vuole smontare Ssn. Al lavoro per togliere il tetto di spesa per il personale”. E poi sottolinea: “Il privato accreditato non è il nemico”


Il Ministro della Salute replica alle critiche: “Nessuno lo vuole smontare o andare verso il privato, io stesso ho solo lavorato in quello pubblico. Nessuno mi ha chiesto di smantellare il Ssn”. E poi sul nuovo decreto in arrivo: “Le liste d'attesa rappresentano il problema più difficile da affrontare. È un problema che va affrontato in maniera organica e sul quale ci ho messo la faccia”.

23 MAG -

In merito al Sistema sanitario nazionale “nessuno lo vuole smontare o andare verso il privato, io stesso ho solo lavorato in quello pubblico. Nessuno mi ha chiesto di smantellare il Ssn”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci durante il suo intervento al panel `Perché il Servizio sanitario nazionale va difeso´ al Festival dell'Economia di Trento. “Se guardiamo alla Nadef 2022 del governo che ci ha preceduto il tendenziale era 2 mld all'anno, lo scorso anno noi abbiamo messo 3 mld e un previsionale per il prossimo anno di 4 mld”, ha aggiunto.

“Noi siamo lavorando per togliere il tetto di spesa” sul personale sanitario “e abolirlo, stiamo lavorando per farlo. Ci stiamo lavorando con il Mef da quasi due anni, è chiaro che il Mef è sempre preoccupato dai conti pubblici, ma è una misura messa 20 anni, oggi il mondo è cambiato: abbiamo il turnover bloccato, con tanti giovani medici che non riescono a entrare nel pubblico”. E infatti nel nuovo decreto in arrivo il 3 giugno in Cdm sono attese novità anche in tal senso.

E poi sulle liste d'attesa che “rappresentano il problema più difficile da affrontare. È un problema che va affrontato in maniera organica e sul quale ci ho messo la faccia. Potevo dire che se ne occupano le regioni, ma ci ho messo la faccia. Penso a una piattaforma fatta con le regioni che ci dia il tempo reale delle prestazioni. È il primo punto che voglio mettere in campo. - e aggiunge - Vorrei mettere insieme nei cup le prestazioni del pubblico e del privato accreditato. Sono convinto che mettendo insieme le agende i tempi di attesa caleranno» e poi «Le agende delle prenotazioni non vanno chiuse, è illegittimo”.

Nello specifico il Ministro invita a non demonizzare il privato accreditato: “C'è qualcuno che ideologicamente vede il privato accreditato come il nemico. Il privato accreditato è pubblico. I cittadini se vanno in un ospedale privato accreditato, se vanno nel pubblico, spesso neanche lo sanno. L'importante è che, se un cittadino fa una prestazione la faccia con il ticket o se esente non pagandolo, e la faccia in una struttura di alta qualità. Qualche regione, siccome io è da più di un anno che lo suggerisco, lo ha già messo in atto: il problema delle liste d'attesa è quello di sapere veramente quanto manca e allora io sono convinto che razionalizzando e mettendo bene insieme le agende, i tempi caleranno sensibilmente”.

“Noto che chi critica poi propone gli stessi rimedi - aggiunge - Oggi trovo scritto in questa proposta di legge fatta dal Pd di mettere nei Cup regionali insieme le prestazioni pubbliche e del privato accreditato”. Mettendo insieme le agende la situazione migliorerà, evidenzia il ministro. “Dopodiché non escludo purtroppo che ci saranno ancora delle condizioni e delle situazioni che sono oggi inaccettabili”.



23 maggio 2024
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