La sanità salterà un giro con la legge di Bilancio varata dal governo Meloni. Ne è convinto il presidente di Cimo-Fesmed Guido Quici che in questa intervista a Quotidiano Sanità propone al governo di richiedere i 37 miliardi previsti dal Mes per salvare il Ssn per dare immediatamente un segnale forte al settore.
E al ministro della Salute Orazio Schillaci che vista la carenza di personale propone di pagare maggiormente i medici facendoli però lavorare di più risponde: "Aumentasse l’importo economico delle 4 ore non assistenziali, che di fatto sono diventate assistenziali, pagandole come se fossero ore in autoconvenzionamento (da 60 a 100 euro). E usiamo quelle ore per attività ambulatoriali in modo da ridurre le liste d’attesa".
Presidente Quici un suo giudizio sulla manovra.
Nella manovra non c’è nulla. Verrebbe quasi da dire che quei quattro articoli sulla sanità potevano risparmiarseli. Il 70% dell’incremento del fondo sanitario è dedicato al ristoro energetico, il resto se ne va tra farmaci e vaccini. Per il personale 200 milioni per gli operatori di pronto soccorso ma solo dal 2024. Ma l’emergenza è ora, tra un anno è già troppo tardi. La verità è che la sanità salterà un giro.
Ritiene anche lei che le misure sull’estensione della flat tax favoriranno ulteriormente il lavoro dei medici a gettone?
Cosa intende?
Noi veniamo da 10 anni di tagli che hanno prodotto una involuzione della sanità pubblica. E’ vero che gli stanziamenti sono aumentati negli ultimi anni ma sono stati in larga parte erosi dall’emergenza Covid, non sono stati investiti in riforme strutturali. Non vorrei assistere ora al colpo mortale definitivo al Servizio sanitario nazionale. Non si investe sul personale, non ci sono risorse per il rinnovo contrattuale né quelle per finanziare la riforma del territorio. In assenza di risposte sul territorio le persone si rivolgeranno agli ospedali che lavorano sempre più in carenza di organico. Questo il rischio che stiamo correndo. Serviva un intervento di vera discontinuità ora, nell’immediato. Penso allo sblocco della spesa per il personale. Queste sono misure reali che potrebbero scardinare il sistema dei medici a gettone, delle cooperative e far entrare forze nuove nel sistema. Sarebbe un sostegno necessario anche per chi oggi lavora in condizioni sempre peggiori. Se io credo veramente nella sanità pubblica, devo invertire ora la rotta.
Come si potrebbe fare in assenza di risorse?
Se non ho a disposizione risorse correnti sufficienti da investire nella legge di Bilancio allora devo pensare a richiedere i 37 miliardi previsti dal Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), l’ultimo appiglio a cui il Servizio sanitario nazionale può aggrapparsi prima di sprofondare. Si tratta certamente di ulteriore debito, da contrarre, tra l’altro, in un momento di crisi bellica, energetica, climatica ed economica. Ma se il Governo crede nella sanità pubblica, intende investirvi e salvarla, segnando una vera discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni, dovrebbe mostrare coraggio e richiedere il Mes. Dovrebbe quindi seguire l’esempio di quella mamma che ha chiesto un prestito in banca per curare la figlia e, similmente, indebitarsi per poter curare un Servizio sanitario nazionale gravemente malato. Altrimenti, saranno sempre di più i cittadini costretti a ricorrere alle banche per potersi curare o che, tristemente, rinunceranno alle cure.
Oggi il ministro Schillaci ha spiegato che i medici devono essere pagati di più ma dovrebbero anche lavorare di più, che ne pensa?
Il ministro pensasse ad aumentare l'indennità di specialità medica. Aumenti l’importo economico delle 4 ore non assistenziali, che di fatto sono diventate assistenziali, pagandole come se fossero ore in autoconvenzionamento (da 60 a 100 euro). E usiamo quelle ore per attività ambulatoriali in modo da ridurre le liste d’attesa. Questa la mia controproposta.
È favorevole all’autonomia differenziata?
Il covid ha dimostrato che abbiamo già di fatto 20 repubbliche autonome. Lo abbiamo visto con mascherine, tamponi e colori diversi tra le Regioni. Se c’è già un’autonomia spinta, cosa si intende fare riconoscendo ulteriore autonomia, vogliamo forse le frontiere sanitarie? E’ veramente assurdo. La regionalizzazione ha dimostrato tutta la sua debolezza durante l’emergenza pandemica, perseverare su questa via sarebbe diabolico. Siamo molto preoccupati per i cittadini, si rischia la morte della sanità. Su questo però ancora non sappiamo cosa ne pensa il ministro Schillaci.
Non ci avete mai parlato?
Non, non ci è mai stata data l’occasione di poterlo incontrare.Non vorrei tema il confronto con chi da una vita affronta queste problematiche.
Giovanni Rodriquez