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Schillaci su multe ai no vax: “Richiederle potrebbe costare più di quello che poi ne potrebbe derivare”. E su numero chiuso a Medicina: “Abolirlo non risolve problema carenza”


Il Ministro della Salute `Radio anch'io´ su Rai Radio 1 affronta la questione delle multe per gli over 50 che non si sono vaccinati: “In Europa solamente due Stati avevano introdotto le multe, che sono l'Austria e la Grecia, ma in realtà nessuno di queste due Stati che aveva introdotto le multe per chi non si vaccinava poi è andato effettivamente all'incasso”. E su carenza personale: “Cercare una gratificazione economica che credo sia doverosa per tutti gli operatori”.

02 DIC -

“Il discorso delle multe” a chi non si è vaccinato contro Covid-19 “riguarda essenzialmente il Mef e mi sembra che a tal proposito ci sia un'iniziativa parlamentare. Io voglio semplicemente ricordare che in Europa solamente due Stati avevano introdotto le multe, che sono l'Austria e la Grecia, ma in realtà nessuno di queste due Stati che aveva introdotto le multe per chi non si vaccinava poi è andato effettivamente all'incasso. Quindi adesso aspettiamo, vediamo quello che accade, ma allo Stato richiedere le multe potrebbe costare più di quello che poi ne potrebbe derivare”. Lo ha affermano il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto a `Radio anch'io´ su Rai Radio 1.

Premesso che “bandire il numero chiuso a Medicina non dipende dal ministero della Salute, ma dal ministero dell'Università, anche abolendo ora il numero chiuso non risponderemmo al problema urgente” di carenza dei medici “che c'è oggi, perché il corso di laurea dura 6 anni, dopo ci vuole la specializzazione, quindi i medici in più che servono adesso nella migliore delle ipotesi li avremmo tra 8-10 anni. Io credo che vadano trovate delle soluzioni oggi. Poi sul numero chiuso, credo sia importante allargare il numero di studenti che possono frequentare il corso di laurea in Medicina, ma deve essere un numero programmato che vada puntualmente a verificare i fabbisogni”.

“C'è un problema di carenza di medici che deriva da lontano - sottolinea il ministro - dal fatto che il numero di accessi negli ultimi 10 anni è stato assolutamente insufficiente per quelle che sarebbero state poi le necessità di oggi. Quindi, anche su questo punto, ora drammaticamente paghiamo errori del passato”.

Secondo Schillaci, dunque, “il problema non è” tanto abolire “il numero chiuso” a Medicina, bensì pensare a “un numero programmato. Si consideri - ricorda - che fino all'era pre-Covid, cioè fino a 2-3 anni fa, venivano ammessi per anno tra gli 8mila e i 10mila candidati alle Facoltà di Medicina. Io nella mia vita precedente ho fatto anche il preside della Facoltà di Medicina e mi ricordo molto bene come la Conferenza dei presidi, ogni anno da 10 anni fa, chiedeva che il numero di studenti che potessero frequentare le Facoltà di Medicina fosse portato almeno a 12mila. Quindi per anni c'è stato un gap di almeno 4mila ingressi e questo oggi lo scontiamo”.

“Oggi serve qualcos'altro per portare più operatori sanitari nelle corsie degli ospedali. Io credo che ci sia anche un problema di disaffezione verso il Servizio sanitario nazionale, perché molti che ci lavorano lo abbandonano, alcuni vanno via, altri vanno in pensione. Per questo da una parte c'è un problema globale di riorganizzazione ma dall'altro c'è anche la necessità di cercare una gratificazione economica che credo sia doverosa per tutti gli operatori. Se andiamo a fare un confronto con gli altri Stati europei, tutti gli operatori sanitari, non solo i medici, sono pagati meglio”.



02 dicembre 2022
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