La lista con i nomi dei ministri che andranno a comporre il nuovo Governo potrebbe essere chiusa nelle prossime 48 ore. Nel pomeriggio di ieri Giorgia Meloni ha infatti ricevuto le indicazioni da parte della Lega, l’ultimo tassello mancate. A questo punto inizierà il gioco di incastri per decidere quali nomi collocare nei diversi dicasteri. Per farlo, Meloni dovrà pero tener conto di un fattore cruciale: i numeri della maggioranza al Senato.
Alla Camera il margine di sicurezza è abbastanza ampio, ma a Palazzo Madama il Centrodestra occuperà 112 seggi dei 200 disponibili con una maggioranza quindi non troppo ampia. E in questo senso contando i nomi dei senatori della coalizione vincente che potrebbero rientrare nell’assegnazione di posti di governo, tra ministri e sottosegretari, e a questi aggiungiamo i nomi di quei senatori che difficilmente presenzieranno ai lavori di commissione e di aula, la maggioranza rischia di perdere dai 19 ai 21 senatori. Un numero decisamente troppo alto che metterebbe a rischio la longevità dell’Esecutivo.
Tra i senatori che potrebbero rientrare nelle nomine governative contiamo infatti:
A questi si devono poi aggiungere quei senatori che con ogni probabilità non presenzieranno nei lavori di commissione e di aula come ad esempio Silvio Berlusconi e Claudio Lotito.
Con molta probabilità alcuni di questi nomi saranno quindi depennati dalla lista di governo e potrebbero ricevere incarichi diversi come capogruppo al Senato (Ronzulli?) o presidenti di commissione. E proprio questo fattore potrebbe favorire le candidature di alcuni profili tecnici o di politici rimasti fuori dalla nuova legislatura in modo da non sottrarre forze alla maggioranza in aula. Un ragionamento che rafforza quindi quanto anticipavamo ieri i profili come quello di Andrea Mandelli e Guido Rasi.
Giovanni Rodriquez