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Governo. Ecco perché nella scelta dei ministri peseranno i numeri della maggioranza al Senato

di Giovanni Rodriquez

A Palazzo Madama il Centrodestra occuperà 112 seggi dei 200 disponibili. Ma contando i nomi dei senatori della coalizione vincente che potrebbero rientrare nell’assegnazione di posti di governo, tra ministri e sottosegretari, e a questi aggiungiamo i nomi di quei senatori che difficilmente presenzieranno ai lavori di commissione e di aula, la maggioranza rischia di perdere dai 19 ai 21 senatori. Un numero che potrebbe mettere a rischio il cammino dell’Esecutivo. E proprio questo fattore potrebbe favorire le candidature di figure come Mandelli o Rasi alla Salute

05 OTT -

La lista con i nomi dei ministri che andranno a comporre il nuovo Governo potrebbe essere chiusa nelle prossime 48 ore. Nel pomeriggio di ieri Giorgia Meloni ha infatti ricevuto le indicazioni da parte della Lega, l’ultimo tassello mancate. A questo punto inizierà il gioco di incastri per decidere quali nomi collocare nei diversi dicasteri. Per farlo, Meloni dovrà pero tener conto di un fattore cruciale: i numeri della maggioranza al Senato.

Alla Camera il margine di sicurezza è abbastanza ampio, ma a Palazzo Madama il Centrodestra occuperà 112 seggi dei 200 disponibili con una maggioranza quindi non troppo ampia. E in questo senso contando i nomi dei senatori della coalizione vincente che potrebbero rientrare nell’assegnazione di posti di governo, tra ministri e sottosegretari, e a questi aggiungiamo i nomi di quei senatori che difficilmente presenzieranno ai lavori di commissione e di aula, la maggioranza rischia di perdere dai 19 ai 21 senatori. Un numero decisamente troppo alto che metterebbe a rischio la longevità dell’Esecutivo.

Tra i senatori che potrebbero rientrare nelle nomine governative contiamo infatti:

- Ignazio La Russa
- Giulio Terzi di Sant’Agata
- Daniela Santanchè
- Giovanbattista Fazzolari
- Marcello Pera
- Lucia Borgonzoni
- Giulia Bongiorno
- Gian Marco Centinaio
- Massimiliano Romeo
- Roberto Calderoli
- Massimo Garavaglia
- Matteo Salvini
- Erika Stefani
- Maria Elisabetta Alberti Casellati
- Lucia Ronzulli
- Anna Maria Bernini
- Francesco Paolo Sisto
- Alberto Barachini.

A questi si devono poi aggiungere quei senatori che con ogni probabilità non presenzieranno nei lavori di commissione e di aula come ad esempio Silvio Berlusconi e Claudio Lotito.

Con molta probabilità alcuni di questi nomi saranno quindi depennati dalla lista di governo e potrebbero ricevere incarichi diversi come capogruppo al Senato (Ronzulli?) o presidenti di commissione. E proprio questo fattore potrebbe favorire le candidature di alcuni profili tecnici o di politici rimasti fuori dalla nuova legislatura in modo da non sottrarre forze alla maggioranza in aula. Un ragionamento che rafforza quindi quanto anticipavamo ieri i profili come quello di Andrea Mandelli e Guido Rasi.

Giovanni Rodriquez



05 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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