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Covid. Mattarella: “La pandemia non è definitivamente sconfitta”


Il presidente della Repubblica nel suo discorso alla cerimonia di accensione della Lampada di San Francesco ricorda poi come “la pandemia ci ha ricordato i nostri limiti. Ci ha costretti a ripensare a ciò che è essenziale e a ciò che è superfluo. Ci ha fatto toccare con mano quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Anche a livello internazionale, con un’Europa che ha saputo essere protagonista positiva, aperta anche al sostegno verso popoli meno fortunati in altri continenti”. IL DISCORSO INTEGRALE

04 OTT -

La pandemia non è definitivamente sconfitta, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione, ne hanno ridotto grandemente la pericolosità e hanno salvato la vita a decine di migliaia di persone. Vi sarà ancora bisogna di intelligenza collettiva e responsabilità”. Così Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo discorso alla cerimonia di accensione della Lampada di San Francesco.

“La Conferenza episcopale italiana – ha detto Mattarella - ha voluto ricordare, in questa occasione, tutti coloro che, con sacrificio, talvolta anche della propria vita, si sono prodigati per contrastare il Covid19 e le sue molteplici conseguenze e, insieme, per ricordare le tante vittime di questa pandemia. Un atto di riconoscenza collettiva e un gesto di memoria riguardo a una calamità senza precedenti che ha colpito il nostro popolo. Un ringraziamento per gli operatori della sanità anzitutto, per tutti i militari e i civili che sono stati volto e braccia delle istituzioni, per gli operatori dei servizi essenziali, per le famiglie che hanno sopperito con amore a ogni genere di carenza, per i volontari che hanno portato fraternità dove c’era dolore, conforto e amicizia dove cresceva la paura. Quella drammatica emergenza ha reso evidenti sentimenti radicati. La solidarietà, la responsabilità verso gli altri, il senso del dovere”.

“Abbiamo saputo – ha precisato - affrontare insieme i momenti duri e dolorosi della pandemia grazie all’apporto della scienza, all’organizzazione sanitaria e alla professionalità del suo personale. E - va sottolineato - grazie a quel senso di comunità che è presente anche se, talvolta, sottovalutato e che sa tradursi in comportamenti responsabili e attivi. È accaduto nei decenni passati. Si è ripetuto. È stata una preziosa ancora di salvataggio”.

“La pandemia ci ha ricordato i nostri limiti. Ci ha costretti a ripensare a ciò che è essenziale e a ciò che è superfluo. Ci ha fatto toccare con mano quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Anche a livello internazionale, con un’Europa che ha saputo essere protagonista positiva, aperta anche al sostegno verso popoli meno fortunati in altri continenti. È con questo senso di comunità che ci rivolgiamo nuovamente, con il nostro pensiero, ai tanti concittadini che non ci sono più, ai familiari che ancora li piangono, a coloro che – nei giorni più terribili – non hanno avuto neppure il conforto di un parente al capezzale o di un funerale”, ha ricordato il presidente della Repubblica.



04 ottobre 2022
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