Decreto Balduzzi. Fimmg, Fimp e Sumai: “Governo lo approvi. No a rinvio”
“Non è possibile che ogni volta che si intravede un cambiamento finisca tutto in rissa e non si faccia più nulla”. Così in una nota congiunta i tre sindacati maggiormente rappresentativi della sanità territoriale ritengono il “decreto sanità necessario” e specificano come “il rinvio dei provvedimenti li rende urgenti”.
05 SET - "Non è possibile che ogni volta che si intravede un cambiamento finisca tutto in rissa e non si faccia più nulla qui si tratta di definire una legge di riferimento a partire dalla quale, successivamente, ogni autonomia regionale potrà intervenire con le proprie competenze”. È quanto affermano i sindacati Fimmg-Fimp-Sumai.
“È necessario – prosegue la nota congiunta - che il Governo, appena pronto, approvi il decreto sanità nella versione a tutt’oggi conosciuta, perché la risoluzione delle molte criticità del nostro SSN, per effetto dei veti incrociati e in attesa di un accordo unanime, è stata rinviata per troppo tempo. Temi come la riforma dell'assistenza territoriale e la responsabilità professionale attendono da anni un intervento legislativo. Ci troviamo ormai di fronte a una vera e propria urgenza, acuita dal fatto che in momenti di crisi ci si aspettano azioni a garanzia di un welfare unitario nazionale”.
“Nessuno nega che su certi aspetti alcune realtà regionali siano andate avanti - proseguono i tre Sindacati maggiormente rappresentativi dell’assistenza territoriale - producendo innovazione e miglioramento dell'assistenza, ma nella maggior parte delle Regioni abbiamo osservato un vuoto assoluto di proposte e di iniziative concrete".
"Riteniamo che il Governo - specificano Fimmg-Fimp-Sumai -, nel rispetto del suo ruolo di programmazione nazionale della sanità e di salvaguardia del diritto alla tutela della salute, debba approvare con la caratteristica dell’urgenza il decreto nella versione conosciuta, senza compromessi o sovvertimenti dell’ultimo minuto, anche se accoglie solo parzialmente le nostre proposte”.
“Ci dichiariamo - concludono i tre sindacati -, da subito dopo l’avvenuta conversione in legge di questo decreto, disponibili a collaborare con tutti, per quanto di competenza, alla ricerca delle migliori soluzioni, nel doveroso rispetto degli interessi dei cittadini e del Paese, in tutte le sedi istituzionali di livello nazionale e regionale, ma soprattutto sul tavolo negoziale, a cui in ultima analisi il D.L. rimanda”.
05 settembre 2012
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