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Decreto Balduzzi. Cassi (Cimo): “Decida il Parlamento, ma non le Regioni”


“Basta con veti preventivi e pretestuosi” ha sostenuto il presidente Cimo le modifiche apportate dalle Regioni al testo del Decreto e le ipotesi di un suo rinvio. Per la Cimo “non possono essere le Regioni a decidere, visti i risultati di 20 anni di insuccessi economici e organizzativi”.

05 SET - “Non sono più accettabili i veti delle Regioni che dal 2001, grazie ad una riforma costituzionale sbagliata, considerano il Ssn ‘cosa loro’, accumulando migliaia di miliardi di debiti e frammentato un diritto che dovrebbe essere uguale per tutti, in 21 sanità diverse.  E nonostante questo si ostinano ad opporsi ad ogni tentativo di correttivi ad una gestione fallimentare che sta mettendo a rischio la tenuta del servizio sanitario”.
È quanto ha dichiarato Riccardo Cassi, Presidente di Cimo-Asmd commentando le osservazioni delle Regioni alla bozza del Decreto Balduzzi che, per il sindacato, “deve poter essere discusso in Parlamento nel suo testo originale”.
 
“Non condividevamo tutti i contenuti del testo presentato dal Ministro – ha spiegato Cassi –  in particolare per la parte che riguarda la libera professione, che risente di una prevenzione ideologica nei confronti di un diritto del Medico e dei cittadini. È doveroso però sottolineare aspetti positivi come le norme sulla responsabilità professionale ed il timido tentativo di limitare la discrezionalità dei Direttori Generali sulle nomine dei Direttori di Struttura, inserendo una valutazione professionale piuttosto che una scelta politica aprioristica. Comunque con le modifiche apportate dalle Regioni  il DL è da respingere”.
 
Il sindacato chiede una riforma del sistema che corregga la cosiddetta aziendalizzazione, limiti l’ingerenza della politica che ha raggiunto livelli inaccettabili e restituisca al Medico una carriera da professionista, con il superamento del ruolo dirigenziale che è una delle cause principali della demotivazione e del disagio professionale dei colleghi.
 
L’appuntamento del 27 ottobre, ha quindi concluso cassi “sarà il momento in cui tutti i Medici potranno far sentire la loro voce. Da quella data dovrà partire un movimento che porti ad un cambio di rotta ed un forte segnale affinché la classe politica affronti la questione di una riforma del Ssn, prima che questo affondi nei debiti e nel malgoverno”.

05 settembre 2012
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