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Decreto Balduzzi. TdM: "Meglio rinvio che caos" 


"Dopo il suo stravolgimento meglio fermarsi per evitare effetto caos". Ne è convinto Giuseppe Scaramuzza del Tribunale dei diritti del malato che dice forse è meglio che riformare la sanità ci pensino direttamente i cittadini. 

05 SET - “Siamo profondamente delusi e preoccupati per lo stravolgimento di fatto del decreto Balduzzi. Crediamo che a questo punto sia necessario fermare tutto. Meglio non andare avanti e bloccare il caos che provocherà questo decreto”. Queste le dichiarazioni di Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, a poche ore dalla riunione del Consiglio dei Ministri che affronterà questo tema.

“Ci eravamo illusi, vedendo che la prima bozza del Decreto conteneva alcune strategie che abbiamo da sempre auspicato, come il tentativo di ridurre i costi del sistema ospedaliero obbligando a far funzionare a tempo pieno l’assistenza territoriale H24”.
“Ci eravamo illusi, che lo Stato finalmente si preoccupasse di informare i propri cittadini sui rischi legati al gioco d’azzardo e al diffondersi delle ludopatie. Sebbene nel Decreto fossero presenti delle strane anomalie, come l’equiparare, ad esempio, la Lotteria di fine d’anno con le Slot Machine o il gioco online che invece rappresentano la vera bomba che molte famiglie hanno in casa e non lo sanno. Sono ormai tantissimi i giovani e non solo che utilizzano questi strumenti che a loro volta illudono le persone su guadagni facili. Dopo che il Parlamento ha permesso negli anni la loro diffusione ora ci si laverebbe la coscienza vietando la pubblicità da un lato, mentre dall’altro si continua a permettere l’apertura di corner con le slot machine nei luoghi pubblici, anche nelle prossimità delle scuole. Una vera vergogna".

“Il Ministro Balduzzi ha sbagliato anche sul metodo”, ha quindi concluso Scaramuzza. “Ha coinvolto solo alcuni attori del sistema come i medici di famiglia ma si è per esempio dimenticato del ruolo strategico degli infermieri senza i quali non si farà mai nessuna seria riforma dell’assistenza territoriale.
A noi del Tribunale per i diritti del malato in trentacinque anni di presenza nel mondo sanitario non era mai capitato di non essere interpellati su tematiche strategiche come queste che verranno affrontate nel CDM di oggi. Forse, come dice qualche mente illuminata, è arrivato il momento di farla e proporla noi la riforma della sanità.
Invitiamo tutti ad una autoconvocazione degli attori del sistema e tiriamo fuori le nostre idee poiché sicuramente ne abbiamo da vendere e soprattutto non abbiamo interessi da difendere, se non quelli dei cittadini”.
 

05 settembre 2012
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