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Medici ospedalieri sempre più mortificati 

30 LUG - Gentile Direttore,
siamo alle solite, dopo 10 anni di vacanza contrattuale vi è un ulteriore tentativo di mortificare i medici ospedalieri. A fronte di un aumento retributivo dei contratti pubblici pari al 3.48%, ai medici ospedalieri viene proposto solo il 2.90% senza considerare nel monte salari l’indennità di esclusività e la retribuzione individuale di anzianità (RIA). Per ambedue negli ultimi dieci anni pare non siano stati accantonati fondi dalle regioni.

In particolar modo l’indennità di esclusività è una voce salariale data al medico per far sì che egli lavori solo per l’Azienda, effettuando al massimo attività intramoenia già tassata dall’Azienda Sanitaria di appartenenza e retribuita al professionista attraverso retribuzione mensile. Il tutto nel silenzio più totale dei media.

Un costante vento mortificante pare aleggiare sulla classe medica ospedaliera già vessata da deficit di organico, per questo costretta a sostenere turni massacranti, obbligata ad aggiornarsi per legge e sovente con fondi propri vista la scarna calendarizzazione di eventi formativi delle aziende sanitarie e spesso non frutto di filo logico, impossibilitata alla mobilità volontaria se non per mobilità bandite dalle aziende (cosa che non accade per altre amministrazioni pubbliche), disincentivata a prendere una eventuale seconda specializzazione se non tramite concorso nazionale e dando le dimissioni dal proprio incarico al momento ricoperto, pur esistendo posti riservati in detto concorso ma per i quali quasi nessuna azienda dà al proprio dipendente il permesso di partecipare.

Nondimeno un intento quasi punitivo sembra percepirsi rivolgendo l’attenzione alle clausole disciplinari già presenti nei precedenti contratti e verosimilmente nella nuova proposta dove sempre più tende a materializzarsi l’inasprimento delle pene, che se da un lato può essere condivisibile, dall’altro non trova adeguato contraltare nei benefici, anche in considerazione del fatto che le aziende sanitarie, in nome del dio denaro, spesso tendono a rivalersi sul medico ospedaliero in caso di colpa. Questo è a sua volta “costretto” a pagarsi un’assicurazione professionale nella speranza che essa copra tutti i possibili rischi.

La tendenza a lasciar da solo il medico ospedaliero si percepisce vieppiù se si pensa che in media un medico di PS o di reparto degenza ha la responsabilità diretta di circa 15 – 20 pazienti bisognosi di cure rapide ed efficaci in un’azienda ospedaliera di riferimento territoriale, che deve dar conto della salute di quanti sono sotto le sue cure e talora anche di quelli di colleghi, che deve comunicare coi parenti giustamente preoccupati della salute dei loro congiunti e che talora questi, esasperati dalle lunghe attese per mancanza di personale e la super affluenza alle cure emergenziali, aggrediscono verbalmente e con vie di fatto il medico di PS o di reparto che magari non era neppure quello responsabile primario delle cure!

Dunque da un lato sembra percepirsi la lontananza delle istituzioni superiori e della dirigenza, dall’altra si deve affrontare l’ormai costante emergenza giornaliera di pazienti gravi, sempre più anziani e la più che giusta e consueta preoccupazione loro congiunti, salvaguardando la propria incolumità fisica, mentale e finanziaria perché si potrebbe essere denunciati e condannati ad ingenti esborsi in col patrimonio personale.

Non vuole essere una difesa ad oltranza dei medici ospedalieri, né si vuole far credere che una remunerazione contrattuale dello 0.58% in più rispetto a quella proposta possa cambiare le cose. L’attuale proposta contrattuale è solo l’occasione ulteriore per denunciare ancora una volta le condizioni misere in cui si è costretti ad esercitare la professione medica in ospedale, che sempre maggiore è il numero di medici che fugge dalle cure emergenziali e chirurgiche per timore di condanne di giustizia a fronte di immani sacrifici per apprendere prima, e applicare poi i principi della medicina.

A prescindere dalla condizione dei medici ospedalieri che sono e rimangono al capezzale dei pazienti e al fianco dei loro congiunti come sempre finora, fedeli ai principi ed ai convincimenti della propria professione, desta molta preoccupazione l’andazzo illustrato poiché vede come ultimo possibile destinatario di un eventuale danno uno solo: il paziente bisognoso!!   

Perché gli Italiani sappiano!

Dr. Giovanni Torelli
Medico di Napoli


30 luglio 2018
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