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Non chiamateci “medici di base” 

di Elisabetta Drusian
01 GIU - Gentile Direttore,
siamo Medici di Medicina Generale e non Medici di base! Siamo Medici di Medicina Generale che stanno dedicando tempo e vita ad un lavoro che amano ma che iniziano ad essere veramente sfiniti, provati e delusi e con l’idea, non di pochi ormai, di mollare tutto e cercare un’altra professione. E non di certo per una mancanza di amore verso una professione che abbiamo scelto e che sentiamo nel sangue, non di certo per mancanza di dedizione verso i nostri pazienti.
 
Nonostante tutto stiamo lavorando come sempre, forse di più, per salvaguardare il diritto alla salute, per passione e senso del dovere ma siamo provati, per tutto quello che abbiamo visto e fatto con un enorme sforzo fisico e psicologico e con un rischio di burnout sempre dietro l’angolo, per chi non ci è già caduto. Viviamo nei nostri ambulatori, sempre più sovraccaricati di incombenze mentre cerchiamo di affrontare non solo il Covid-19 ma anche cronicità, burocrazia, patologie acute e qualsiasi esigenza medica dei nostri pazienti, tra corse, assolutamente zero tempo per sé stessi e risicato al minimo per la propria famiglia che trascuriamo sempre più senza dimenticare che più di 200 Medici da inizio pandemia hanno perso la vita!
 
Abbiamo decisioni da prendere, responsabilità immani per chi nel territorio ha veramente pochi strumenti, e risicati DPI, per fare ciò che di meglio può fare per i propri assistiti, abbiamo la paura di ammalarci e di portare a casa questo maledetto virus e di contagiare i nostri cari, abbiamo ansia e rabbia, molta rabbia quando ci diciamo che l’unica possibilità che abbiamo è quella di resistere ma per quanto ancora?
 
Siamo feriti, in cerca di residui di forza ed equilibrio che sempre più vacillano e se cadiamo cadrà inevitabilmente anche la rete territoriale di assistenza.
E dopo tutto ciò, dopo essere passati da eroi durante la prima ondata, cosa di cui sinceramente poco ci importa, perché è il nostro lavoro e, ribadisco, lo facciamo con una passione che non si può spiegare, c’è una opinione pubblica, media e giornali che ci sta massacrando, contro cui lottiamo a testa alta ben consapevoli di quanto vale il nostro ruolo ma quando, le vessazioni sui media ottengono come risultato che un paziente si permette, in un pomeriggio di una giornata faticosa come tutte dall’inizio della pandemia, di dire ad un incaricato di pubblico servizio (che diventa pubblico ufficiale in caso di offese) che non conta assolutamente nulla e che non può obiettare perché tanto viene scritto anche nei giornali allora tutto diventa troppo!!!!
 
Troppo da portare sulle spalle, troppo per dare spiegazioni, troppo per riuscire a vedere ancora l’amore per una professione a cui si dedica la vita, troppo per darsi ancora forza, troppo per mantenere equilibrio, troppo per non crollare ... davvero troppo!.
 
Ci sentiamo offesi, deturpati, violati e chiediamo provvedimenti immediati per la protezione e la tutela dei Sanitari, provvedimenti immediati verso chi si permette di fare certe cose, che non dovrebbero essere nemmeno minimamente pensate, e verso chi li ha realmente fatti.
 
Chiediamo di essere tutelati e protetti e di permetterci di lavorare con una “serenità” impossibile in questo momento ma almeno con la tranquillità di poter pensare solo ed esclusivamente al bene dei nostri pz e non a difenderci da opinione pubblica o loro attacchi.
 
Chiediamo di poter fare i Medici di Medicina Generale (e non medici di base) come abbiamo sempre fatto, con rigore e professione, senza essere colpiti e violati sulla nostra persona e professionalità (passacarte è solo l’ultima incommentabile, deturpante e falsa etichetta che ci è stata attribuita).
Profondamente feriti da ciò che è accaduto e stretti attorno alla Collega che ha dovuto sopportare questo massacro in prima persona.
 
Dott.ssa Elisabetta Drusian
Addetto Stampa Regionale SNAMI Veneto

 

01 giugno 2021
© Riproduzione riservata

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