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Specializzandi. Flash-mob giovani medici a Verona

“Chiediamo soprattutto comunicazioni certe sul nostro futuro e tempi certi, perché il rinvio è tutt’ora a data da destinarsi”. Solidarietà dall’Omceo Verona: “Migliaia di giovani colleghi, professionisti di cui i nostri ospedali avrebbero bisogno, specie in un periodo come questo, sono bloccati in un limbo e costretti a tenere in sospeso le loro vite”.


07 DIC - I Medici neolaureati sono scesi in piazza a Verona, nell’ambito della protesta, che sta coinvolgendo gli specializzandi in tutta Italia. I laureati tra il 2019 e quest’anno hanno organizzato un flashmob davanti al municipio, accanto all’Arena.

Al centro della protesta la mancanza di garanzie sulle Scuole di specializzazione in medicina, con il ritardo delle assegnazioni delle borse di studio, nonostante i test siano stati sostenuti da tempo.

“È difficile chiedere al Ministero di risolvere un problema generato da una scrittura inadeguata del bando e da una gestione sciagurata della prova”, ha spiegato Filippo Sartori, portavoce della protesta. “Chiediamo soprattutto comunicazioni certe sul nostro futuro e tempi certi, perché il rinvio è tutt’ora a data da destinarsi”.

L’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona in una nota ha espresso solidarietà nei confronti dei giovani colleghi: “Migliaia di giovani colleghi, professionisti di cui i nostri ospedali avrebbero bisogno, specie in un periodo come questo, sono bloccati in un limbo e costretti a tenere in sospeso le loro vite”, ha detto Carlo Rugiu, presidente dell'OMCeO di Verona.

“Comprendo - ha aggiunto - il loro disappunto, da ottobre aspettano di sapere a quale corsia d’ospedale italiano sono destinati per prendere servizio entro il 30 dicembre. Se la pubblicazione della graduatoria unica di merito slitterà a dopo il 15 dicembre, come annunciato dal Ministero dell’Università e Ricerca, avranno meno di due settimane per organizzare la propria vita in un’altra città o regione, in piena emergenza e con le festività natalizie di mezzo”.

“Senza contare – conclude Rugiu - che entreranno in servizio negli ospedali di riferimento tra Natale e Capodanno, un periodo notoriamente difficile per l’assistenza, indipendentemente dalla pandemia in atto”.

07 dicembre 2020
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