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Ulss 8 Berica. Sindacati minacciano scioperi contro il contratto per i lavoratori dei servizi di pulizie e portierato

Applicato per 28 lavoratori il Ccnl per i “servizi fiduciari”, peggiorativo, secondo i rappresentanti sindacali, di oltre il 30% rispetto il contratto iniziale, atteso che non riconosce la maggiorazione per il turno notturno, la quattordicesima e il buono pasto. Cunsolo (Gcil Filcams): “Regione e Azienda zero risparmiano solo sulla pelle dei lavoratori. Abbiamo chiesto chiarimenti ma sono passati oltre 2 mesi e nessuno ci ha mai convocati. Non ci rimane che passare ai fatti”

di Endrius Salvalaggio
30 AGO - Era il 2012, quando la ditta di servizi ospedalieri Rekeep prese l’incarico di gestire i servizi di  pulizie e di portierato in alcuni presidi dell’attuale Ulss 8 Berica. Nel frattempo, dopo diverse proroghe, fu istituita Azienda Zero che nel 2018 indiceva un nuovo bando: a vincerlo furono le Ditte Sicuritalia S.p.A. e Civis S.p.A.. Nel passaggio fra la ditta uscente e le due entranti, veniva disapplicato, per 28 lavoratori, il contratto CCNL multiservizi, applicato dalla Ditta Rekeep, per essere applicato il CCNL per i “servizi fiduciari”. Tale contratto risulta essere, secondo i rappresentanti sindacali, peggiorativo di oltre il 30% rispetto il contratto iniziale atteso che non riconosce la maggiorazione per il turno notturno, la quattordicesima e il buono pasto.

Un lavoratore per 40 ore con turni notturni passa, quindi, da 1250 al mese netti a circa 800 lordi, senza  quattordicesima che veniva invece percepita con il contratto “multiservizi”.

Inoltre, per quei lavoratori di 22 ore settimanali, con l’applicazione di questo CCNL lo stipendio medio si aggira a circa 300 euro mensili.

Sempre secondo i sindacati le Ditte aggiudicatarie obbligarono a firmare i nuovi contratti a ribasso “in barba” a quanto disposto nel capitolato tecnico, dove vi era l’obbligo di applicare nei confronti dei lavoratori occupati nel servizio oggetto dell’appalto le condizioni normative e retributive non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro nazionali e locali.

“E’ inconcepibile che con i soldi dei contribuenti – afferma Antonio Cunsolo della segreteria Cgil - Filcams di Vicenza – che Azienda Zero e la Regione Veneto decidano di risparmiare solo sulla pelle dei lavoratori ed è ancor più grave che tale criterio venga utilizzato nell’affidamento di servizi pubblici senza avere alcun rispetto per la dignità delle stesse lavoratrici e lavoratori. Si tratta di enti dell’ordinamento statale che devono tener conto anche della loro responsabilità sociale”.

I dipendenti, esasperati, ancora a giugno inviarono una lettera di chiarimenti all’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, chiedendo altresì un incontro fra dipendenti e OO.SS. “Sono passati oltre 2 mesi e da allora il silenzio più totale delle Istituzioni: nessuno ci ha mai convocati. Non ci rimane che passare ai fatti, ovvero a programmare scioperi e manifestazioni, fino a quando non ci sarà concesso un confronto – conclude Cunsolo Cgil Filcamms Vicenza.

Sulla vicenda, il 7 dicembre scorso i consigliere Cristina Guarda, Claudio Sinigaglia e Stefano Fracasso presentarono un’interrogazione, che ancora oggi non hanno avuto ancora riscontro. Prima delle ferie, sulla lettera inviata all’assessore alla sanità Lanzarin, quando era stata interpellata da Cgil - Filcams di Vicenza dichiarava “Di non avere ancora visto nulla e di non conoscere la situazione”. Attualmente le OO.SS. stanno ancora aspettando un confronto con l’Assessore alla Sanità, che non dovrebbe tardare.

Endrius Salvalaggio

30 agosto 2019
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