Pfas. Bartelle (IIC), Ruzzante (LEU), Guarda (AMP): “La Regione ammette contaminazione ma rimane inerte, gravissimo”
I consiglieri contestano la risposta della Regione a una interrogazione in cui si chiedeva di sottoporre allo screening da Pfas tutti i veneti ed in particolare i polesani, dopo che nel Po è stato rinvenuto il composto C604. “Per la Regione, però, la contaminazione è stata risolta con la sostituzione dei filtri, perciò non serve monitorare lo stato di salute di chi quell’acqua l’ha utilizzata prima che i filtri fossero sostituiti. Insomma, parla dei Pfas come una ‘tragedia nazionale’ ma, in casa propria, minimizza il problema”.
25 GIU - “Stupisce come la Regione da un lato parli dei Pfas come una ‘tragedia nazionale’ salvo poi, in casa propria, minimizzare il problema e non prevedere nemmeno nei controlli a campione come il buonsenso e il principio di cautela nei confronti della salute dei veneti imporrebbero”. È il commento dei consiglieri Regionali
Patrizia Bartelle (Italia in Comune),
Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e
Cristina Guarda (Civica AMP) dopo la risposta, stamani, da parte della Regione all’interrogazione n. 760 del 2 maggio scorso con la quale veniva chiesto di sottoporre allo screening da Pfas tutti i veneti ed in particolare i polesani che risiedono in zone nelle quali viene potabilizzata l’acqua del Po, fiume nel quale a marzo 2019 era stato rinvenuto il composto C604.
“La Regione – riferiscono i consiglieri - ci ha confermato che ‘a marzo 2019 è stata riscontrata la presenza di un nuovo composto perfluorato, il C604, […] nelle acque destinate al consumo umano in uscita da alcune centrali di potabilizzazione della Provincia di Rovigo (Ponte Molo - Taglio di Po, Corbola e Canal Novo - Villanova Marchesana)’. Ciononostante - precisano Bartelle, Ruzzante e Guarda - la Regione ha chiarito che non sussistono i presupposti per estendere lo screening ai polesani né tantomeno agli altri veneti”.
“In pratica – ribadiscono - quantomeno per il Polesine, la Regione ammette espressamente che la contaminazione c’è stata ma che è stata risolta con la sostituzione dei filtri perciò non serve monitorare lo stato di salute di chi quell’acqua l’ha utilizzata prima che i filtri fossero sostituiti”.
“In quanto polesana - aggiunge Bartelle - mi sento particolarmente coinvolta e offesa dalla noncuranza che la Regione dimostra in una situazione potenzialmente così pericolosa”.
25 giugno 2019
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