Quota 100, la Fnp Cisl Veneto: “Temiamo un blocco nella sanità”
Su Quota 100 il sindacato dei pensionati Cisl non è contrario a prescindere, “ma è evidente che la norma risente della mancanza di confronto con le parti sociali, perché apre a effetti collaterali e situazioni per il futuro poco chiare, di cui l’impatto sul settore pubblico è solo uno degli aspetti preoccupanti”. Per la Fnp Cisl “le premesse per lanciare un allarme” per la carenza di personale in sanità “ci sono tutte”.
30 GEN - “La coincidenza è preoccupante: Quota 100 da un lato, dall’altro il blocco delle assunzioni nel settore pubblico fino al 1° novembre 2019. Il risultato è il timore concreto che in autunno vedremo ospedali, scuole e servizi pubblici sguarniti, soprattutto i primi, già in cronica carenza di personale”. A lanciare l’allarme è la Fnp Cisl Veneto. “Questo perché – spiega il sindacato - in Veneto c’è già stata una grande fuoriuscita dal mondo del lavoro nel settore privato, con tutte le ristrutturazioni aziendali degli anni passati”.
“Da noi saranno soprattutto i lavoratori pubblici a usufruire di quota 100 – prevede
Vanna Giantin, segretaria generale Fnp Veneto –. Lo vediamo dall’orientamento che ci arriva dai colleghi che lavorano sulla sanità”. Per il sindacato è impossibile in questo momento parlare di numeri, “ma le premesse per lanciare un allarme ci sono tutte”.
Su Quota 100 il sindacato dei pensionati Cisl non è contrario a prescindere, “ma è evidente che la norma risente della mancanza di confronto con le parti sociali, perché apre a effetti collaterali e situazioni per il futuro poco chiare, di cui l’impatto sul settore pubblico è solo uno degli aspetti preoccupanti”.
“Vogliono far passare lo slogan che con Quota 100 si supera la riforma Fornero, ma non è affatto vero – continua Giantin -. Quota 100 è solo una opportunità in più di pensione anticipata, ed è assolutamente necessario che chi è interessato si faccia bene i conti per vedere se gli conviene questa o un'altra soluzione”.
Ecco una sintesi delle problematiche che la Fnp Veneto evidenzia su Quota 100:
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“penalizzazione delle donne e dei lavoratori discontinui: il parametro dei 38 anni di contributi è molto alto. Infatti per le donne il decretone ha mantenuto l’Opzione donna, già prevista dalla Fornero”.
• “L’accesso riguarda tutte le tipologie di lavoratori, ma non tutti i lavori sono uguali. È una finta uguaglianza che crea discriminazione”.
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“Reintroduzione delle finestre (che la Fornero aveva tolto): 3 per il settore privato, 6 per il settore pubblico. È una evidente furbizia contabile per ritardare l'erogazione dell'assegno, che costringe il pensionando a fare i conti con mesi di mancate entrate”.
• “I paletti per il settore pubblico saranno, come detto, insufficienti: il 1° agosto sarà il giorno in cui i primi dipendenti pubblici potranno andare in pensione, con l’eccezione della scuola (1° settembre) e università (1° novembre). Mentre le eccezioni al blocco delle assunzioni nella PA riguardano solo enti locali e forze dell’ordine. In particolare la manovra ha bloccato le oltre 1000 assunzioni che erano già previste all'Inps per quest'anno. Si rinnova la domanda: che succederà in autunno nella sanità, scuola e servizi pubblici?”
• “Aumento del lavoro nero: è il rischio concreto che deriva dal divieto di cumulare Quota 100 con altri redditi da lavoro autonomo o dipendente (a meno di prestazioni occasionali col noto limite di 5mila euro/anno) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia”.
30 gennaio 2019
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