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Ulss 5 Polesana. Intervista al Dg Compostella: “Il personale è il patrimonio più importante della nostra Azienda”

Sono circa 3mila i dipendenti della Asl. Per il loro benessere è stato pensato un percorso che punta a offire “opportunità di crescita, servizi e cura dello stress”, come ci racconta il Dg Compostella. Che tra le priorità per i prossimi anni individua la gestione delle cronicità, con nuovi modelli che coinvolgeranno i professionisti della sanità, i modelli organizzativi e le nuove tecnologie.

di Endrius Salvalaggio
29 GEN - Non è un territorio fortemente popolato, ma ha la particolarità di correre tra due fiumi, Adige e Po’, e di avere un indice di invecchiamento della popolazione molto alto. Questo si traduce in una domanda di salute “molto differenziate e complesse” e nella necessità di fornire una risposta efficace di prestazioni sia ospedaliere che territoriali, in collaborazione con i medici di base. Come ci racconta il Direttore Generale della Ulss 5 Polesana, Antonio Fernando Compostella, 65 anni e una laurea in Medicina e Chirurgia. Per il DG, tra le varie priorità come la nuova tecnologia e le varie ristrutturazioni dei nosocomi, ve ne sono due impellenti: il ruolo dei medici di famiglia ed il benessere del personale sanitario.

Com’è conformato il territorio polesano e com’è l’offerta di cure della Ulss Polesana?
L’azienda Ulss 5 è nata dal progetto regionale che ha unificato le precedenti 23 aziende, creando entità più grandi: 9 aziende ulss e 3 aziende ospedaliere. L’azienda Ulss 5 Polesana ha una sua forte specificità, con la quale bisogna fare i conti nella programmazione dei progetti e degli interventi destinati ai nostri utenti. Il territorio, benché non fortemente popolato, corre tra due fiumi, Adige e Po’, per una lunghezza di 125 km, dalla provincia di Mantova al magnifico Delta del Po’. Vi è un indice di invecchiamento della popolazione molto alto, e le richieste di cure sono tra loro molto differenziate e complesse. Per questo la nostra visione e missione, condivisa con i sindaci, i portatori di interesse, le associazioni, è quella di garantire una rete di servizi che permetta una risposta efficace di prestazioni ospedaliere e territoriali, in collaborazione con i medici di base.

E’ importante lavorare su progetti di prevenzione con l’adozione di stili di vita corretti, ma è altrettanto importante che l’offerta dei servizi sia equa, integrata, efficace per i pazienti anziani, fragili e/o portatori di disabilità.

Gli ospedali polesani come sono dislocati? Che specialità offrono?
Abbiamo investito molto sui tre ospedali: Rovigo, ospedale Hub, che è il centro di avanzatissime tecnologie e di specialità che richiamano pazienti da ogni parte di Italia. L’area diagnostica, oggi ha a disposizione i mezzi e le apparecchiature più moderne, costantemente rinnovate. Ad esempio, il laboratorio di analisi sta rivoluzionando organizzazione e strumentazioni, e presto avremo il polo di patologia clinica più avanzato d’Europa. Abbiamo rimodernato il polo nefrologico, creato la piattaforma laser per oculistica, ampliato e completamente ricostruito l’area materno infantile, con soluzioni tese a privilegiare il comfort e l’accoglienza di mamma e bambino. Stiamo lavorando anche ad un progetto di ristrutturazione completa per l’ospedale di Rovigo.

All’ospedale San Luca funziona un polo di riabilitazione innovativo, con professionisti, palestre e piscine che garantiscono un progetto di cura rivolto a pazienti fragili, gravati da esiti di patologie importanti. Ancora, l’Ospedale di Trecenta ha indici altissimi di successo come il centro fivet - PMA (procreazione medicalmente assistita) inserito nell’area percorso donna. Al secondo piano dell’ospedale è apprezzata la grande area dei poliambulatori specialistici.

All’ospedale di Adria è stata potenziata l’area chirurgica ortopedica e ristrutturato completamente il laboratorio analisi. A breve partirà il cantiere per il nuovo Pronto Soccorso.

Vi sono poi le politiche territoriali e del sociale: sono stati attivati percorsi per i grandi disabili, le dipendenze con sportelli dedicati alle nuove forme “di sballo”, il potenziamento dei percorsi di assistenza domiciliare, la collaborazione sempre più forte e necessaria con medici di famiglia e farmacie.

Cosa pensa sia indispensabile per il personale sanitario?
Le rispondo con un progetto a cui tengo molto: il benessere del personale. Un percorso per coinvolgere il nostro personale offrendo a tutti opportunità di crescita, servizi e cura dello stress. Chi lavora per la salute e la sanità lo fa con passione: l’Azienda Ulss 5 ha circa 3000 dipendenti. Il personale è il patrimonio più importante per questa azienda Ulss, un patrimonio che desidero formare, migliorare e che non cambierei.

Come ipotizza possa essere la sanità nei prossimi anni?
Difficile fare un profilo della sanità italiana nei prossimi anni. Certamente l’invecchiamento della popolazione, la dimensione cronica di molte malattie, sono fenomeni che, per essere affrontati efficacemente, necessitano di sinergie innovative tra l’offerta dei servizi pubblici e di quelli privati. Da sottolineare che il cambiamento toccherà sia le professioni sanitarie, che i modelli organizzativi e, da non sottovalutare, l’impatto sui servizi sanitari a seguito della trasformazione tecnologica. Penso che la tecnologia che avanza renderà possibile anche un ripensamento della logistica degli ospedali, con strutture in qualche modo virtuali e un maggior coinvolgimento attivo del paziente.

Endrius Salvalaggio

29 gennaio 2019
© Riproduzione riservata

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