In Veneto povertà aumentata dell’80% in 10 anni. Dalla Giunta quasi 600 mila euro per gli empori della solidarietà
I veneti a rischio povertà ed esclusione sociale sarebbero 877mila, quasi un residente su cinque. In loro aiuto, la rete degli empori della solidarietà, cresciuta anch’essa dai 15 punti del 2017 ai 20 del 2018. Verona e Venezia i due territori provinciali con il maggior numero di empori, rispettivamente 8. Poi a Treviso, Rovigo, Padova e Vicenza, che contano per ora un emporio ciascuna. Ma il progressivo aumento delle persone in difficoltà preoccupa.
di Endrius Salvalaggio
16 NOV - Cresce in Veneto la rete degli empori della solidarietà: dai 15 del 2017 ai 20 del 2018. Su proposta dell’assessore al sociale,
Manuela Lanzarin, aumenta il sostegno pubblico elevato a 597.430 euro nel 2018. “Gli empori non sono solo centri di distribuzione delle eccedenze alimentari e di generi di prima necessità, dove si può fare la spesa gratis – sottolinea l’assessore al Sociale – ma sportelli di aiuto e di presa in carico delle persone e delle famiglie in difficoltà: agli scaffali per la spesa gratuita, si affiancano le attività di ascolto, accompagnamento, formazione ed educazione, progetti di inserimento lavorativo svolte dai volontari, attraverso la rete dell’associazionismo”. Le statistiche dimostrano che la povertà in Veneto, negli ultimi 10 anni è aumentata di oltre l’80 %.
Con la deliberazione della Giunta regionale n. 1504, gli empori solidali arrivano a coprire sei province su sette. Ecco il dettaglio: Verona e Venezia sono i due territori provinciali con il maggior numero di empori, rispettivamente con 8 (il Banco Alimentare, Caritas diocesana veronese, Carità San Zeno, Giracose di Nogarole Rocca, Casa di Martino di San Martino Buon Albergo, Sant’Anna di Lugagnano, parrocchia di San Martino di Legnago e parrocchia Beato Carlo Steeb di Verona) e 6 (Mirano, San Donà di Piave, Chioggia, Corte del Forner di Venezia, Casa dell’Ospitalità di Mestre, Ponte Solidale di Mira).
Seguono Treviso (Montebelluna, San Vincenzo di Treviso e associazione Veneti schiacciati dalla crisi) e le province di Rovigo (Porto Tolle), Padova (Cittadella) e Vicenza, che contano per ora un emporio ciascuna.
“I dati parlano chiaro, i Veneti a rischio povertà ed esclusione sociale continuano ad aumentare: sono 877mila in tutta la regione, 50mila in più rispetto all’anno precedente, quasi un residente su cinque”, a dirlo è il consigliere del Partito Democratico
Claudio Sinigaglia.
Calca la dose Piero Ruzzante consigliere regionale di Liberi e Uguali: “Non possiamo consolarci perché la situazione è migliore rispetto alla media nazionale: evidentemente quanto fatto finora non basta, occorre un piano contro la povertà e trovare nel bilancio le risorse necessarie, il 12,2% della popolazione è a rischio povertà relativa, con i numeri che sono particolarmente preoccupanti soprattutto per i minori: ben 165mila tra bambini e ragazzi in difficoltà, con un incremento addirittura del 35% sul 2009. L'ho detto anche qualche giorno fa e non mi stancherò di ripeterlo: questa storia che la Giunta Zaia è l'unica a non chiedere tasse per un miliardo e 100 milioni di euro è una panzana! Intanto sono 130 milioni di euro all'anno circa di addizionale Irpef non riscossa, ma soprattutto sono soldi lasciati in tasca solo ai ricchi e agli stra-ricchi di questa regione!”.
“Il 20% delle famiglie più ricche – conclude Ruzzante - detiene un reddito complessivo pari a 4,3 volte quello del 20% delle famiglie più povere, mentre l’anno precedente era 3,8 volte. Il reddito cresce, dunque, soprattutto per chi già sta bene o molto bene economicamente. Anzi il 40% più povero della popolazione vede diminuire il proprio reddito familiare pro capite del 2,8%. In aumento anche la percentuale di popolazione a rischio povertà, vale a dire che percepisce un reddito inferiore alla soglia di povertà relativa, che raggiunge il 12% nel 2016”.
Endrius Salvalaggio
16 novembre 2018
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