Carceri. Inaugurata radiologia interna al Santa Maria Maggiore di Venezia
“Pene da scontare fino alla fine, ma con umanità e salute”, commenta l’assessore Coletto. Le apparecchiatura inaugurate oggi consentiranno di ridurre trasferimenti l’anno dalla struttura penitenziaria a quelle sanitarie che vengono effettuati a Venezia, “portando così un notevole risparmio in termini di sicurezza e utilizzo di mezzi e personale”.
11 SET - “In un Paese civile, la pena va scontata fino all’ultimo giorno senza se e senza ma. Un Paese civile garantisce però al detenuto il rispetto che si deve a un essere umano e la salvaguardia della salute. E’ ciò che stiamo facendo in Veneto da quando la Sanità Penitenziaria è passata dal Ministero di Grazia e Giustizia alle Regioni. Oggi a Venezia ne abbiamo un significativo esempio. Qui vengano pure tutti gli ispettori dell’Onu che si vuole: troveranno solo una buona partica da insegnare in molte parti d’Europa e del mondo”. Lo ha detto l’Assessore regionale alla Sanità
Luca Coletto che oggi, al carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia, ha inaugurato nuove strumentazioni di radiologia, realizzate dall’Ulss 3 Serenissima all’interno della parte del penitenziario dedicata all’infermeria e al primo intervento.
Coletto era accompagnato dal DG dell’Ulss Giuseppe Dal Ben, dal Direttore dell’Amministrazione Penitenziaria per il Veneto e il Friuli Venezia
Giulia Enrico Sbriglia e dalla Direttrice dal carcere
Immacolata Mannarella e, nel corso della visita, ha incontrato i sanitari che operano nella struttura e numerose guardie carcerarie.
Le nuove tecnologie installate sono un apparecchio radiologico completo fisso e un ortopantomografo per le radiografie delle arcate dentarie, in aggiunta alla presenza di una moderna apparecchiatura Life Pack, che consente di inviare direttamente all’ospedale di Venezia i referti che vengono letti in tempo reale, e di un kit portatile di primo intervento identico a quelli in dotazione sulle ambulanze del Suem 118. Un nuovo elettrocardiografo è stato di recente acquistato anche per la Casa di Reclusione femminile della Giudecca.
“Una sanità d’eccellenza come quella veneta – ha aggiunto Coletto – deve occuparsi della salute delle persone a 360 gradi e, come in questo caso, lo fa con molteplici obbiettivi, che vanno dalla cura del paziente carcerato a tutta una serie di azioni di prevenzione molto importanti, perché una volta scontata la sua pena, il detenuto torni libero in buona salute”.
Secondo la Regione, le apparecchiatura inaugurate oggi consentiranno di diminuire al minimo i circa 300 trasferimenti l’anno dalla struttura penitenziaria a quelle sanitarie che vengono effettuati a Venezia, “portando così un notevole risparmio in termini di sicurezza e utilizzo di mezzi e personale”.
11 settembre 2018
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