Autonomia Regione Veneto. Zaia: “Pronti a incardinare la trattativa con il Governo”
Il Consiglio regionale ha approvato il PdLS n. 43, di iniziativa della Giunta, per chiedere alla Stato ulteriori e specifiche forme di autonomia per il Veneto. Nella Pdls si chiede la responsabilità esclusiva della Regione sul sistema sanitario regionale (salvo diritti e dei livelli essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale) prevedendone il finanziamento a carico del bilancio regionale. IL TESTO DELLA PDLS (versione approvata dalla I Commissione il 10 novembre 2017).
16 NOV - Via libera del Consiglio regionale del Veneto, con 40 voti favorevoli (10 consiglieri non hanno partecipato alla votazione) al Progetto di Legge Statale n. 43, di iniziativa della Giunta, da trasmettere al Parlamento nazionale, relativo all’individuazione di percorsi e contenuti per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione del Veneto, in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
“Ora abbiamo il mandato. Al governo e al sottosegretario Bressa chiediamo di attivare subito il tavolo della trattativa. Questo dibattito e questa iniziativa legislativa non ci sarebbero stati se non ci fosse stato il referendum, il voto di due milioni e 300 mila veneti e in percorso che dura da 5 anni”, ha commentato in una nota il Presidente della Regione
Luca Zaia, unica voce della maggioranza ad esprimere la dichiarazione di voto, che in Aula ha ringraziato il Consiglio per l’ampio mandato ricevuto e ha ribadito di voler intavolare da subito la trattativa istituzionale con il governo in carica.
“I consiglieri – riferisce Zaia - mi hanno dato ampia libertà di mandato, approvando uno specifico ordine del giorno. Tra le votazioni odierne, forse questa è la più importante di tutte. Certo, non basterà un governo per portare a casa il risultato. Ma il Veneto di oggi non è più quello di ieri. E’ merito del referendum del 22 ottobre scorso, nel quale i veneti hanno espresso un grande senso di partecipazione: non si raggiunge il 60 per cento di partecipazione alle urne sotto un diluvio universale, se non c’è una vera convinzione”.
“Forse la vera modifica della Costituzione da fare in Italia – ha osservato Zaia - è rendere obbligatoria la consultazione referendaria, perché anche il popolo si assuma le proprie responsabilità. Il referendum toglie ogni imbarazzo a chi dovrà trattare con il governo”.
I
n merito alla richiesta di trattenere in Veneto i nove decimi del gettito fiscale del Veneto, il governatore del Veneto ha detto di rifiutarsi di pensare che anche un solo cittadino veneto consideri eccessiva questa richiesta. “Nessun veneto si scandalizza per questa richiesta, caso mai i veneti si scandalizzano per i 33 mld di sprechi nel bilancio dello Stato. Lo stesso presidente del Consiglio Gentiloni ci ha detto che chiedere l’autonomia non è una eresia, ma una richiesta di efficienza. Noi conosciamo bene i nostri conti, nella legge e nei nostri studi abbiamo esploso e contabilizzato ogni competenza. Quelli che non conosciamo in realtà sono i veri conti dello Stato, e in questo mi confortano anche i pareri autorevolissimi dei membri della nostra delegazione trattante che del bilancio italiano e della fiscalità conoscono ogni meandro”, ha detto il governatore.
“Per questo dal Governo mi aspetto una controproposta seria” – ha scandito Zaia, annunciando l’intenzione di pubblicare tutti i documenti della trattativa in un apposito spazio nel sito web della Regione. “La trattativa sarà un processo in progress – ha aggiunto - e dovremo capire se il popolo veneto sarà rappresentato anche da un ‘popolo’ di parlamentari. Tutti gli eletti in Veneto saranno misurati, indipendentemente dal loro colore politico”.
Quanto ai possibili ‘partner’ della trattativa (Lombardia ed Emilia Romagna) il presidente Zaia ha ribadito l’intenzione di voler un percorso ‘su misura’. “A differenza delle altre due regioni – ha ricordato - abbiamo già ‘sgrezzato’ la materia e definito materie e funzioni. Nella trattativa sono disposto a sedermi con tutti, ma il Veneto ha le sue specificità: per esempio abbiamo 90 mila bambini che frequentano la scuola d’infanzia paritaria e 20 mila allievi delle scuole di formazione professionali. Sarà un lavoro da Catone il censore: dovremo fare in modo di portare a casa competenze e risorse vere, perché l’autonomia senza soldi non serve a niente. Non andiamo a Roma col coltello fra i denti o soltanto, come dice qualcuno, per farci dire no. Ma se la controproposta del governo (qualunque esso sia) non sarà dignitosa e rispettosa dei veneti, siamo pronti anche a dire di no. Credo che il presidente Gentiloni e il sottosegretario Bressa abbiano una grande opportunità di passare alla storia rendendo possibile una intesa. Ma una intesa fatta su misura del Veneto, costruita su misura come un abito sartoriale”.
“Siamo coscienti che non sarà facile, ma ci crediamo e porteremo dei risultati qualcosa”, ha continuato Zaia, assicurando di voler essere artefice di quella che si preannuncia come un lunga e laboriosa maratona.
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Siamo l’unica regione incastrata tra due regioni a statuto speciale – ha proseguito, concludendo, il presidente del Veneto -, siamo stanchi di essere accomunati in un indefinito Nordest. Siamo un popolo di imprenditori eroici che lavorano in condizioni non facili e di comunità di confine che si ritrovano a guardare a Trento e Bolzano e al Friuli come alla valle dell’Eden. Pensare di risolvere il problema di Sappada e degli altri comuni di confine dando il via libera al cambio di regione significa non conoscere i problemi del Veneto. Dopo Sappada ci sarà un’altra Sappada. La soluzione è una sola: l’autonomia. La Costituzione ci dà questa opportunità e finché c’è questa Costituzione noi siamo nell’alveo della legalità. La legge referendaria del Veneto aprirà un nuovo corso anche per altri. Una cosa è certa, non si torna più indietro. Il Veneto ha aperto la strada, spianandola per altri”.
16 novembre 2017
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