I risk manager italiani si confrontano a Venezia sulla sicurezza delle cure
Dal 19 al 21 ottobre il capoluogo veneto ospiterà la II Convention nazionale dei Clinical Risk Manager sul tema “Sicurezza delle cure e gestione del rischio in Italia: attualità e sfide sicure”. L’evento è promosso dalla Sub Area Rischio Clinico della Commissione Salute ed è organizzata dalla Regione Veneto, con il patrocinio del Ministero della Salute, dell’Agenas e dell’Iss. IL PROGRAMMA
17 OTT - Dal 19 al 21 ottobre, a Venezia Ospedale SS. Giovanni e Paolo, Scuola Grande di San Marco, si terrà la II Convention nazionale dei Clinical Risk Manager sul tema
“Sicurezza delle cure e gestione del rischio in Italia: attualità e sfide sicure”.
La Convention, rivolta ai referenti per la sicurezza delle cure e la gestione del rischio delle organizzazioni che erogano prestazioni nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, ha una duplice finalità: quella di realizzare un momento di studio e di confronto sulle principali tematiche relative alla sicurezza delle cure e alla gestione del rischio, al fine di produrre orientamenti comuni e proposte applicative; nel contempo, questo evento costituirà un’occasione per consolidare le reti dei referenti nell’ambito delle singole Regioni ed iniziare a creare una “rete nazionale” dei Clinical Risk Manager.
La Convention è promossa dalla Sub Area Rischio Clinico della Commissione Salute ed è organizzata dalla Regione Veneto, con il patrocinio del Ministero della Salute, dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali e dell’Istituto Superiore di Sanità.
“La Legge n. 24 dell’8 marzo 2017 ‘Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie’ – evidenzia la Regione Veneto nella nota che annuncia la Convention -, nel ribadire che la sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute, pone infatti importanti sfide sia al livello nazionale che nei contesti locali e si inserisce in un contesto caratterizzato da sfide gravose per le organizzazioni sanitarie correlate ai cambiamenti demografici, al crescente progresso delle conoscenze delle tecnologie e al cambiamento del rapporto medico-paziente, anche se sono innegabili gli ingenti sforzi fino ad ora compiuti per garantire sicurezza delle cure e qualità delle prestazioni”.
“Tale impegno – prosegue la nota - ha apportato evidenti benefici, in termini di diffusione della cultura della sicurezza, introduzione di metodi e strumenti, elaborazione di strategie e architetture organizzative spesso basate sui contesti e i bisogni locali. I risultati sono stati ottenuti grazie anche al ruolo giocato da vari soggetti istituzionali con diversi livelli di responsabilità, come il Ministero della Salute, l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, l’Istituto Superiore di Sanità e la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, attraverso la realizzazione di specifici programmi e attività”.
17 ottobre 2017
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