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Veneto. È polemica su servizi di neuropsichiatria. Costantino (Sinpia): “Coletto sbaglia, non è questione di poltrone”

“I problemi della riorganizzazione dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza in Veneto non sono una questione di poltrone”. È il parere di Antonella Costantino, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Sinpia, che risponde alle recenti affermazioni dell’assessore regionale alla Sanità.


16 OTT - “L’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto, in una recente intervista rilasciata al Mattino di Padova, ha banalizzato la questione delle critiche alla riorganizzazione dell’assistenza e della cura dei soggetti con disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza, riducendola a un problema di poltrone”. Lo ha detto la presidente della Società Italiana di Neuropsicologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Antonella Costantino, commentando le dichiarazioni dell’assessore regionale.
 
Parlare di primariati e citarne 3 in una unica Azienda è errato e strumentale, in quanto nessuna Azienda Sanitaria del Veneto ha mai avuto un tale numero di apicalità di Npia, neppure nelle nuove Ulss. Il problema sollevato dalla Sinpia – ha aggiunto la presidente - assieme a altre Società scientifiche e a numerose associazioni di pazienti e dei loro famigliari nasce da ben più gravi e scientificamente fondate preoccupazioni”.
 
“Nei nostri documenti - continua Antonella Costantino -, il focus era sul modello di assistenza, che purtroppo si sbriciola alla luce del nuovo assetto organizzativo. Ciò che si chiede è la spiegazione del perché si pensi che suddividere il già poco personale che opera con i minori con disturbi neuropsichici, in piccole unità operative separate tra loro, che hanno lo stesso mandato con nomi diversi e sono collocate in strutture amministrative dirette da medici di diversa specializzazione o da psicologi possa meglio garantire la qualità di cura rispetto ad un gruppo multidisciplinare omogeneo, con una formazione mirata, coordinato trasversalmente all’intera Ulss da un medico specialista”.

“Ben altre sono le nostre preoccupazioni – conclude la presidente di Sinpia - condivise fortemente dalle famiglie, dall’Ordine degli psicologi e degli assistenti sociali, dagli operatori della riabilitazione e dai pediatri, che certo non si muoverebbero per un mero problema di poltrone. Anche a loro, e non solo a Sinpia che ha immediatamente sollevato il problema, credo che l’Assessore debba una risposta più esauriente”.

16 ottobre 2017
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