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Salute mentale e finanziamenti

di Andrea Angelozzi
19 DIC -

Gentile Direttore,
dopo un lungo iter iniziato nel 2021, il 28 aprile 2022, con la Intesa in Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (Rep. Atti n. 58/CSR), veniva stabilita la assegnazione alle Regioni di un fondo straordinario una tantum per complessivi € 60.000.000, destinato alla salute mentale e finalizzato prioritariamente a implementare il superamento della contenzione meccanica, prevedere percorsi innovativi alternativi ai ricoveri in REMS ed individuare obiettivi specifici per il superamento di criticità locali.

Già a suo tempo Quotidiano Sanità aveva ospitato alcune mie osservazioni critiche, che evidenziavano fra i vari aspetti la esiguità del finanziamento a fronte delle necessità effettive (almeno 2,5 miliardi annui) ed il suo carattere estemporaneo.

Non mi risultano report che indichino come questo finanziamento sia stato utilizzato nelle varie Regioni.

Per quanto riguarda il Veneto, a cui sono stati attribuiti € 5.538.195, la Dgr 371 del 8 aprile 2022 ed il successiva Decreto della Direzione Programmazione Sanitaria 89 del 16 settembre 2022, ne definivano l’utilizzo: a parte una assegnazione alla Scuola di Sanità per € 150.000 (€ 50.000 per la organizzazione della Conferenza Regionale sulla Salute Mentale e € 100.000 per un report sui dati della contenzione nei Servizi psichiatrici) tutto il resto era utilizzato iper implementare il personale del DSM.

Una spinta in questo senso era pervenuta dalla pubblicazione nel marzo 2022 di una serie di dati che mostravano le gravissime carenze di personale nei DSM e le ampie disparità in queste carenze nelle diverse ULSS con ampie ripercussioni nelle prestazioni offerte ai pazienti.

Le indicazioni della Regione puntavano alla assunzione temporanea di psicologi, che i dati mostravano essere meno della metà della media nazionale; di educatori e terp, complessivamente inferiori di 1/4 rispetto alla media nazionale; e di assistenti sociali che erano 2/3 rispetto al resto d’Italia. Non erano invece indicati gli psichiatri, nonostante la loro grave carenza rispetto alla media Italiana, probabilmente ipotizzando la difficile reperibilità.

Non sono disponibili i dati complessivi delle assunzioni nella Regione Veneto, ma quelli rintracciati e relativi a 6 DSM su 9 parlano di 65 psicologi, 12 Terp/educatori, 6 Assistenti sociali.

Coerentemente con le tempistiche del finanziamento nazionale, la Regione Veneto poneva come scadenza dei contratti il 31/12/2023 e coerentemente con quanto dichiarato dal Ministro Schillaci in occasione della Giornata della Salute Mentale, definiva ai primi di dicembre 2023 la prorogabilità limitata a quanto finanziabile con eventuali fondi residui.

Di fatto in gran parte delle ASL i fondi sono stati ampiamente utilizzati, per cui, in assenza di un improbabile finanziamento aggiuntivo da parte della Regione, a gran parte di questo personale non verrà rinnovato l’incarico o lo sarà per un tempo molto breve, ed i pazienti da loro seguiti (stiamo parlando di migliaia di utenti) non avranno, non solo continuità terapeutica, ma nemmeno chiare prospettive di presa in carico da parte di DSM già oberati e sotto organico.

Mi domando se questo problema esista di fatto in altre Regioni e che soluzione abbia trovato.

Peraltro non posso non rilevare il contrasto fra quanto sta succedendo in Veneto e la crescente attenzione che viene data al lavoro degli psicologi nella salute mentale ed al loro ruolo nel SSN, per non parlare del lavoro imprescindibile di Assistenti Sociali, TerP ed Educatori nel costruire un modello non medicalizzato di DSM, al centro delle varie Linee di indirizzo Italiane e delle anche recenti indicazioni europee, come ci ha ricordato recentemente Massimo Cozza su Quotidiano Sanità

E mi domando quale sia il senso degli standard per il personale dei DSM, come definiti a livello nazionale in Conferenza Stato/Regioni ancora al 21 dicembre 2022 e descritti in dettaglio da Starace su Quotidiano Sanità, se questi rimangono delle pure astrazioni numeriche, che si scontrano con la mancanza di un adeguato e costante finanziamento alle Regioni ed il persistere di un obsoleto tetto del personale.


Andrea Angelozzi
Psichiatra



19 dicembre 2023
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