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Emergenza sangue. Nel 2016 raccolte circa 2000 unità in meno rispetto al 2015. Appello a donare


A Perugia 586 donazioni in meno rispetto al 2015 e a Terni 318. Mauro Marchesi (Centro Regionale Sangue): “La solidarietà ed il senso di responsabilità dimostrata dalla popolazione umbra in occasione degli eventi sismici si dimostrò di grande utilità in una situazione di emergenza. Oggi chiediamoal donatore di tendere ancora una volta il braccio”.

11 GEN - Le strutture ospedaliere  dell’Umbria, al pari di altre regioni italiane,  sono in difficoltà per carenza di donazioni di sangue e suoi componenti. Per questo Mauro Marchesi, coordinatore  del Centro Regionale Sangue e Direttore del Servizio Trasfusionale del S. Maria della Misericordia di Perugia, lancia, attraverso una nota trasmessa dall’ufficio stampa dell’Ao di Perugia, un appello per sollecitare “vecchi e nuovi donatori a fronteggiare una situazione di emergenza, legata alla situazione climatica che attraversa l’Italia e che ha bloccato una buona parte di cittadini a causa del picco influenzale”.

Marchesi spiega che, oltre la situazione contingente, si è registrata una diminuzione nella raccolta di sacche: “circa 2000 unità  in meno rispetto al 2015 (46000 unità raccolte totali) . Un dato che  preoccupa e che  giustifica  l’appello per fronteggiare una situazione di emergenza”. L’Avis Regionale indica che  Perugia  ha fatto registrare 586 donazioni in meno rispetto al 2015 (6300 unità raccolte), cosi come Terni  si è attestata su una diminuzione di 318 unità   rispetto al 2015 (3000 unità raccolte).

“A  parziale giustificazione  di tale tendenza – si legge nella nota - va precisato anche che, a fronte di un  aumento di donatori dichiarati temporaneamente non idonei per motivi di sicurezza nei confronti dei riceventi,  che prevedono necessari periodi di sospensione, non si è registrato un aumento di donazioni  né per quanto riguarda i donatori  periodici né  per i nuovi donatori che nel 2016 sono stati circa 300  in meno  rispetto al 2015  (4100 contro 4400)”.

“La solidarietà ed il senso di responsabilità dimostrata dalla popolazione umbra in occasione degli eventi sismici  si dimostrò di grande utilità in una situazione di emergenza, e proprio partendo da tale generosità che oggi il sistema nazionale e regionale sangue chiede di nuovo al donatore di tendere ancora una volta il braccio”, è l'appello diffuso nella  nota, in cui si evidenzia come “l’emergenza viene affrontata con senso di responsabilità totale dalle associazioni di donatori di sangue con azioni mirate al coinvolgimento dei suoi iscritti”.

Dalle stime effettuate emerge che in Umbria occorrerebbero che i donatori che affluiscono giornalmente ai centri di raccolta fossero  140/150. Ma al momento i numeri sono di 120 come punta massima, con una media intorno a 100.

Le strutture sanitarie, proprio per la migliore gestione ed utilizzazione del sangue, hanno proposto  programmi  di appropriatezza ai professionisti, al fine di una migliore utilizzazione della preziosa risorsa, “ma tale sforzo non è stato sufficiente a compensare la minore raccolta”.

Un particolare invito “urgente” viene quindi rivolto a “quanti sono nelle condizioni fisiche di poter donare, donatori e possibili nuovi donatori, affinché contattino la sede associativa a loro più vicina o di appartenenza, o le sedi dei Servizi Immuno-Trasfusionali, per concordare la data della propria donazione”. Nella nota si precisa, infine, che “solo le Istituzioni e le Associazioni hanno titolo nell’ inviare appelli alla cittadinanza e che ogni altra provenienza (social network, SMS o e-mail) è inattendibile”.

11 gennaio 2017
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