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Sale iodato. In Alto Chiascio sale il consumo, scendono dal 29 all’8% i casi di gozzo


E’ il risultato raggiunto in 6 anni grazie alla sinergia tra Usl Umbria 1, Università di Perugia, Comuni, Scuole, Associazioni e Grande distribuzione. “Un esempio importante per l’Italia dove, per eradicare le patologie da carenza di iodio, basterebbe applicare una  legge nazionale del 2005 che prevede di esporre negli scaffali di vendita e nella ristorazione pubblica solo sale iodato”.

23 AGO - “La carenza di iodio è un problema di portata mondiale che l’OMS definisce “fame nascosta”, in quanto non si rende manifesta in alcun modo arrivando a creare danni talvolta irreparabili legati allo sviluppo delle patologie della tiroide (iper o ipotiroidismo, gozzo tiroideo). Per gli esperti, la soluzione al problema sarebbe relativamente semplice e consiste nella sostituzione del sale comune ad esclusivo favore del sale iodato, cioè sale fortificato con 30mg di iodio per chilo che ha una differenza di prezzo insignificante (pochissimi centesimi) e nessuna differenza di gusto rispetto al sale comune. In altre parole, in Italia basterebbe applicare compiutamente una  legge nazionale sul sale destinato al consumo diretto che già esiste dal 2005 e che, come in altri paesi europei (Svizzera, Scandinavia), porterebbe all’eradicazione delle malattie da carenza di iodio”.  E’ quanto evidenzia la Usl Umbria 1 presentando i dati di una campagna di iodioprofilassi finalizzata ad incrementare il consumo di sale iodato, portata avanti nel distretto Alto Chiascio con l’Università di Perugia, Comuni, Scuole, Associazioni e Grande distribuzione.

La campagna, osserva la Usl, “si è rivelata estremamente efficace, raggiungendo e, in alcune aree, stabilizzando fino al 90 per cento le vendite di sale iodato, che sul territorio nazionale si attestavano al 55 per cento nel 2013. In particolare, il monitoraggio delle vendite effettuato nel 2015 ha rilevato i seguenti dati di vendite di sale iodato: In Umbria il 74 per cento (su 1.277.016 confezioni), nei territori della USL Umbria 1 il 75 per cento (su 829.431 confezioni), nel solo Distretto sanitario dell’Alto Chiascio il 78 per cento (su 117.037 confezioni). Non a caso i successivi studi hanno dimostrato che durante  i sei anni di implementato consumo del sale iodato la prevalenza del gozzo era significativamente diminuita passando dal 29 per cento  del 1995 all’8 per cento del 2001”.

Secondo i dati riportati dall’Usl, “in Italia si ammalano di gozzo circa 6 milioni di persone, più del 10 per cento della popolazione generale e almeno il 20 per cento della popolazione giovanile, con un impatto economico stimato in oltre 150 milioni di euro all’anno. Si stima che un neonato su 3mila nasce con una forma di malattia tiroidea. In età adulta le donne sono molto più soggette alle malattie tiroidee (il 20 per cento di possibilità in più) rispetto agli uomini”.

Per mettere in evidenza questo ed altri temi nutrizionali di forte impatto sul benessere della popolazione generale e sulla sanità pubblica, la Usl Umbria 1 annuncia l’organizzazione, il 3 settembre 2016 a Gubbio, di una Marcia della Pace Alimentare, percorrendo un tratto del “Sentiero di Francesco”, pellegrinaggio organizzato dalle Diocesi di Assisi e Gubbio. “L’evento – spiega il coordinatore del progetto Guido Monacelli, medico nutrizionista della USL Umbria 1 e presidente regionale ADI -  sarà realizzato in occasione della 30esima edizione del progetto ‘Città del Ben…essere!!’ che, sul tema ‘Come nutrire il pianeta?’, invita a fornire risposte concrete ai problemi mondiali della malnutrizione per difetto (carenza di iodio, acido folico, ferro, calcio/vitamina D) e per eccesso (sodio/sale, obesità). Un’attenzione speciale sarà rivolta alle scelte personali, sociali ed etiche, che passano dai modelli estetici femminili stressanti della nostra società, all’iniziativa prevista in riferimento al  progetto ONU ‘Fame zero entro il 2030’ con  la concessione di ‘Mucche in comodato d’uso’ in alcuni villaggi dell’Etiopia”.

23 agosto 2016
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