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Toscana. Il Consiglio cancella i direttori della programmazione di area vasta. Sarti e Fattori: “La riforma sanitaria si sgretola”

Oggi in Aula il provvedimento approvato due settimane fa dalla Commissione Sanità che modifica la legge regionale 40 del 2005 ed elimina la figura del direttore per la programmazione dell’area vasta. Per i consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra “se ne chiede l’abolizione quali ‘capri espiatori’ per una riforma che, a quasi tre anni dalla sua realizzazione, evidentemente non ha decollato. Occorre fare il punto della situazione”.

17 LUG - Oggi l’Aula del Consiglio regionale della Toscana sarà impegnata sul provvedimento approvato un paio di settimane fa dalla Commissione salute in materia di procedure di nomina delle figure apicali delle aziende sanitarie e in materia di organismi sanitari regionali. Il provvedimento introduce modifiche alla legge regionale 40 del 2005 e adegua le procedure di nomina alle modifiche introdotte a livello nazionale con l’approvazione del decreto legislativo 171 del 4 agosto 2016. L’intervento più significativo riguarda l’eliminazione della figura dei tre direttori per la programmazione dell’area vasta.

Per Paolo Sarti e Tommaso Fattori, consiglieri regionali Sì Toscana a Sinistra, “gli emendamenti presentati dalla maggioranza in Commissione sanità hanno trasformato quella che doveva essere il semplice adeguamento della normativa regionale a quella nazionale, in materia di procedura di nomina dei Direttori Generali delle Aziende, in un intervento che va incidere sulla riforma sanitaria toscana del 2015. Direttori della programmazione di area vasta, su cui siamo stati, a suo tempo, assolutamente contrari perché rappresentavano, a nostro avviso, un’inedita figura per il sistema sanitario regionale cui erano attribuiti, all’interno di una linea di comando facente capo direttamente al presidente della Giunta regionale, vasti poteri: dall’elaborazione della programmazione di area vasta con la proposta di attribuzione delle risorse necessarie, al monitoraggio, la verifica e la valutazione dei piani operativi delle aziende. La valutazione allora fatta era che i Direttori della programmazione fossero una figura ‘politica’, di fatto una sorta di ‘sub-assessori’ sotto il diretto controllo del governatore regionale, che rendevano superflua la presenza della struttura regionale e dello stesso assessore alla sanità”.

Per i due Consiglieri “non è andata così, potremmo dire per fortuna, e oggi se ne chiede l’abolizione quali ‘capri espiatori’ per una riforma che, a quasi tre anni dalla sua realizzazione, evidentemente non ha decollato e non tanto, come si è visto, per la presenza dei tre supermanager (sulla cui abolizione siamo d’accordo) ma perché è mancato un solido sistema di programmazione regionale, un monitoraggio puntuale e costante dei processi, la capacità d’intervenire tempestivamente nelle situazioni di crisi e nelle aree di debolezza, in particolare la debolezza rappresentata dal territorio”.

“Oggi – proseguono Sarti e Fattori - dando la maggioranza di governo un giudizio negativo, chiedendone la cancellazione, su un tassello evidentemente non banale della governance della sanità toscana, non si può pensare, per quanto ci riguarda, di fare una mera operazione di maquillage ma, a quasi tre anni dalla riforma, va fatto un punto serio e organico, a tutto campo, sulla stessa. Inoltre, pensiamo che questa riflessione vada fatta il prima possibile -senza scavallare il prossimo autunno- in sede istituzionale, con un Consiglio regionale ad hoc che abbiamo già richiesto con una proposta di risoluzione che abbiamo voluto collegata alla proposta di legge che andremo a discutere”.

“Quello che vorremmo capire – concludono i consiglieri - è in quale direzione sta andando la Regione e qual è la valutazione complessiva della riforma del sistema sanitario toscano da parte del Presidente e della maggioranza che l’hanno voluta. Quale l’andamento e quali i risultati effettivi rispetto agli obbiettivi che erano stati programmati e non sono stati, evidentemente, raggiunti. Vorremmo sapere che sta accadendo alla cosiddetta governance del sistema sanitario toscano? Quanta parte della nostra sanità pubblica, come temevamo, è ormai privatizzata? Che ne è del promesso rafforzamento della sanità territoriale? E del coordinamento delle cure tra ospedale e territorio? Sino al problema delle lunghe liste di attesa e alle condizioni sempre più precarie dei lavoratori del comparto. Tutte questioni di cui ci stiamo occupando da tempo e che devono trovare al più presto una risposta”.

17 luglio 2018
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