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Croce Rossa. Oltre 14,7 milioni di ore di servizio prestato, 1 mln e 144mila servizi sanitari erogati. Alfano: “Mantenere virtuosa coesistenza tra pubblico e privato”

di Gennaro Barbieri

Accolte 133.694 persone, mobilitati 920 mezzi, soccorso per 384 sbarchi e 4.963 tra volontari e operatori messi in campo. Il 2014 è stato anche l'anno del processo di privatizzazione di 436 Comitati Provinciali e locali. Il ministro dell'Interno: “E’ stato raggiunto un equilibrio in cui il pubblico mantiene una cornice di controllo senza che però debba accollarsi tutti i costi delle inefficienze”. Presentato l'Annual Report 2014

27 MAG - Una media annua di cento ore per ciascun volontario e un impegno complessivo pari a 14,7 milioni di ore per attività sanitaria, di protezione civile, risposte ai disastri, interventi socio assistenziali, diffusione del diritto internazionale umanitario e progetti di cooperazione internazionale. E’ la fotografia dell’azione svolta dalla Croce Rossa Italiana in Italia e all’estero, scattata dall’Annual Report 2014. Numerose e complesse le emergenze affrontate tra cui la violenta alluvione che lo scorso ottobre ha colpito la Liguria dove è stato richiesto l’utilizzo di 155 tra mezzi e strutture e la missione nel Kurdistan iracheno con l’impiego di 28 operatori che hanno distribuito oltre 100mila pasti. Nel complesso lo scorso anno la Croce Rossa ha accolto 133.694 persone, ha mobilitato 920 mezzi, ha prestato soccorso per 384 sbarchi e ha messo in campo 4.963 tra volontari e operatori.

Il 2014 ha rappresentato un anno cruciale per tante ragioni: si sono celebrati i 150 anni della nascita della Cri e la firma della prima Convenzione di Ginevra proprio mentre la struttura si misurava con una fase di profondo rinnovamento caratterizzata dal processo di privatizzazione di 436 Comitati Provinciali e locali, con i volontari che sono diventati responsabili in prima persona della gestione legale ed economica.
“La Croce Rossa è oggi più solida e forte di prima – ha sottolineato il presidente della Cri Francesco Rocca – La riforma può considerarsi una scommessa vinta nell’impianto complessivo, che ha saputo affrontare un incremento delle attività e una mole di lavoro senza precedenti. L’opera di ammodernamento ha permesso di rafforzare la capacità di lavorare sul territorio, garantendo allo stesso tempo un miglioramento della gestione finanziaria certificato dalla Corte dei Conti”.

La formula attuale potrebbe dunque consolidarsi nel tempo, come ha riferito il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Il periodo di transizione ancora in corso ha determinato un assetto che vede la coesistenza virtuosa di pubblico e privato. Occorre tracciare un bilancio oculato di questo passaggio – ha osservato – perché non è detto che debba restare una fase temporanea. E’ stato raggiunto un equilibrio in cui il pubblico mantiene una cornice di controllo senza che però debba accollarsi tutti i costi delle inefficienze. Il riformismo consiste nel modificare ciò che funziona e dati gli attuali risultati non sono convinto che sia necessario approdare a una privatizzazione totale”. Alfano ha poi ricordato “il ruolo essenziale di sussidiarietà della Cri, in una fase delicatissima in cui l’Europa è chiamata a dimostrare di non essere soltanto un’Unione monetaria, ma anche un luogo di solidarietà e accoglienza. Dobbiamo abbattere il muro di Dublino perché nel momento in cui arriva un flusso notevole di migranti, tutti devono farsene carico”.

Il volontariato si conferma quindi spina dorsale del nostro Paese, pilastro imprescindibile su cui poggia un tessuto sociale sempre più complesso. “E’ la dimostrazione che, anche in tempo di crisi, siamo ancora in grado di garantire un ampio insieme di persone che si dedicano a chi è fragile e vulnerabile – ha ricordato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti – Basti pensare all’accoglienza delle migliaia di migranti che vengono recuperati in mare, al sostegno delle popolazioni della Liguria nel corso della alluvione, agli aiuti in Siria e alla popolazione nepalese colpita dal drammatico terremoto. La Cri si è rivelata una macchina organizzativa perfettamente in grado di adeguarsi ai cambiamenti, all’interno di un processo di riforma che ha accresciuto la capacità operativa e ha generato una consistente modernizzazione. Auspico si prosegua su questa strada, mantenendo comunque una solida cornice pubblica”.

La salute è uno dei capitoli principali nella storia e nelle attività della Cri. Sono stati infatti oltre 1 milione e 144mila i servizi sanitari erogati nel 2014, 1200 i corsi di primo soccorso alla popolazione, 980mila le persone aiutate e 9milioni e 680mila le ore annue di servizio in ambulanza. “La trasformazione in atto vuole conferire ancora maggiore risalto allo spirito volontaristico – ha fatto notare Giuseppe Viggiano, direttore generale Vigilanza sugli enti e della sicurezza delle cure del Ministero della Salute – Il processo di cambiamento è assai impegnativo in quanto avviene in una scenario di fisiologica razionalizzazione delle risorse a disposizione”.

Altra funzione portante risiede nel corpo militare, composto da un contingente di personale in servizio e in congedo arruolato su base volontaria e altamente specializzato: medici, psicologi, chimici-farmacisti, commissari, contabili, infermieri e soccorritori che operano in tempo di guerra e in gravi emergenze in tempo di pace. “La Cri è un puntello fondamentale per le forze armate – ha spiegato Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa – In tutte le missioni svolge una funzione irrinunciabile di supporto e assicura la formazione per operazioni di biocontenimento. Si tratta di una platea sempre pronta a fronteggiare le carenze dei corpi militari”.
 
Gennaro Barbieri
 


27 maggio 2015
© Riproduzione riservata


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