Ministero della Salute: opinione dei cittadini importante per migliorare il Ssn
Raccogliere la percezione che gli italiani hanno dei servizi permette sia di orientare le politiche rispetto ai bisogni e alle criticità segnalate, ma anche di rendere il cittadino più partecipe, innescando un senso di responsabilità che scoraggia il cattivo utilizzo dei servizi sanitari offerti. Così Filippo Palumbo, capo dipartimento della Qualità del ministero della Salute, ha spiegato perché il ministero ha voluto dedicare ai cittadini il 5° Quaderno della Salute.
14 DIC - Italiani soddisfatti dei servizi sanitari. Ma al Sud meno che al Nord. Restano inoltre alcuni punti deboli, che i cittadini, a livello nazionale,individuano anzitutto nelle liste d’attesa. Queste le principali considerazioni emerse nel corso della presentazione del 5° Quaderno del ministero della Salute, interamente dedicato alla percezione che i cittadini hanno del Ssn in base a quanto emerso da un’
indagine realizzata dal Censis per conto del Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (Ccm) del Ministero della Salute.
“Conoscere l’opinione che i cittadini hanno del Ssn è fondamentale per compiere scelte di programmazione e attivare processi selettivi in grado di scoraggiare le cattive pratiche”, ha affermato il capo dipartimento della Qualità del ministero della Salute, Filippo Palumbo, spiegando perché il ministero ha voluto dedicare all’opinione dei cittadini un intero numero della collana. Secondo Palumbo, infatti, conoscere la percezione che i cittadini hanno della sanità “è utile per agevolare i passaggi evolutivi di tutti i servizi”. Ma affinché il meccanismo funzioni davvero, sottolinea Palumbo, “è importante che la rilevazione dell’opinione degli utenti sui servizi sia periodica e non occasionale. Solo così sarà possibile registrare il trend e l’evoluzione del sistema”. Attenzione però, avverte il capo dipartimento della Qualità del ministero della Salute: “La percezione dei cittadini è legata ad elementi di conoscenza che sono molto disomogenei da persona a persona e in relazione ad area ed area”. Ad esempio, spiega Palumbo, il cittadino ha sicuramente conoscenze più chiare, perché dirette, sulle farmacie e la medicina generale che non sulle dinamiche dietro alle prestazioni diagnostiche e ospedaliere. E questo può influenzare il suo senso di soddisfazione.
A sottolineare l’importanza di raccogliere l’opinione dei cittadini è stata anche Carla Collicelli, vice direttore del Censis, che introducendo la mattina di lavori ha osservato come “non ci sia oggi Governo che non sia consapevole di quanto conti la soddisfazione dei cittadini”. Che se è alta, si traduce in una “fiducia” nei confronti delle istituzioni che “è fondamentale per il buon governo”. “Ma ancora oggi in Italia – puntualizza il vice direttore del Censis – si mette ancora troppa enfasi sugli aspetti economici e aziendalistici, che sono sicuramente aspetti importanti, ma non sufficienti. Occorre porre più attenzione alla qualità e alla percezione che i cittadini hanno di questa qualità. Questo anche tenuto conto che non è vero che là dove si spende di più, si ha una sanità migliore”. Negli ultimi 20 anni, comunque, la Pubblica Amministrazione ha compiuto dei grandi passi avanti in questo senso, “passando da una cultura dell’adempimento a una cultura dei servizi”.
Riguardo ai dati, che prima di essere inseriti nel Quaderno erano già stati presentati nel corso del mese di aprile, sono stati oggi di nuovo illustrati da Ketty Vaccaro, responsabile settore Welfare del Censis, e Tommaso Manacorda, ricercatore del Censis. Tra le considerazioni principali ricavate dall’indagine, i due esperti hanno sottolineato la disomogeneità tra Nord e Sud del Paese. In particolare, il 26,5% dei cittadini del Sud ritengono che gli ospedali e i Pronto Soccorso siano poco presenti nella Regione, contro il 4,4 e l’8,8 dei Nord Ovest e Nord Est. Eppure il Sud ha un numero di ospedali maggiore del nord. Questa percezione, ha quindi spiegato Vaccaro, è probabilmente influenzata dal fatto che gli ospedali nel Sud Italia sono nel 48,6% dei casi piccoli presidi, con al massimo 120 posti letto.
Diversità si notano anche tra i cittadini delle grandi e delle piccole città. Il medico di famiglia, ad esempio, raccoglie complessivamente opinioni positive, ma meno positive da parte dei cittadini dei grandi centri abitati, che lamentano in particolare la poca disponibilità alle visite domiciliari.
A livello nazionale, tra i servizi di cui i cittadini lamentano scarsa diffusione, vi sono in particolare l’Assistenza domiciliare integrata (secondo il 19,5% degli intervistati) e le strutture di riabilitazione pubbliche (21,7%).
Le liste d’attesa resta la criticità più sentita. In particolare, per il 22,8% le liste di attesa sono la causa delle difficoltà di accesso agli ospedali, percentuale che sale al 53,2% per i cittadini del centro.
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