Stitichezza. La guida dell’Ipasvi per combatterla

Colpisce il 3-10% dei bambini, il 20-40% degli over 65 e circa il 40% delle donne in gravidanza. Per prevenirlo e trattarlo è spesso sufficiente seguire una dieta adeguata e modificare alcune abitudini di vita. Ecco i consigli degli infermieri.

16 GEN - Arriva dall’Ipasvi una nuova guida per la gestione dei disturbi più o meno gravi. Il progetto, creato per fornire risposte di qualità ai cittadini che cercano on line temi di salute, ha già affrontato temi come la nausea e il vomito da chemioterapia, le vaccinazioni pediatriche, la disidratazione dell’anziano o la febbre nel bambino. Ed ora è la volta della stitichezza, un disturbo che colpisce il 3-10% dei bambini e tende ad aumentare con l’età fino a raggiungere il 20-40% nei soggetti sopra i 65 anni di età. Inoltre circa il 40% delle donne in gravidanza soffre di stitichezza in particolare nei primi tre mesi.

“La maggior parte dei casi di stitichezza non è determinato da una condizione specifica ed è difficile determinarne la causa esatta”, spiega la guida dell’Ipasvi, precisando che “per la prevenzione e il trattamento spesso è sufficiente seguire una dieta adeguata e modificare alcune abitudini di vita”.

Ad esempio, “è importante aumentare il consumo di fibre alimentari, che aumentano la massa fecale, stimolano la peristalsi e incidono sulla frequenza delle evacuazioni”. Inoltre “occorre evitare i formaggi fermentati, i fritti e i grassi di origine animale”. Anche “una buona e costante attività fisica favorisce la motilità intestinale e quindi l'evacuazione. Per gli anziani è raccomandato camminare (15-20 minuti una o due volte al giorno; 30-60 minuti al giorno o da 3 a 5 volte alla settimana)”. Per le persone incapaci di camminare o che sono costrette a letto, “sono raccomandati esercizi come l’inclinazione pelvica, rotazione del tronco verso il basso e il singolo sollevamento delle gambe”.

A questo link tutte le altre indicazioni utili dell’Ipasvi per contrastare la stitichezza.
 

16 gennaio 2013
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