1. L’aggregazione nello stesso spazio fisico dei MMG del ruolo unico (ex medici di assistenza primaria e continuità assistenziale) che vi eleggono il proprio studio professionale, (non necessariamente l’unico) e che, ai fini della continuità delle cure per l’arco delle 24 ore, mettono in comune i propri assistiti grazie alle opportunità offerte dalla rivoluzione digitale (cartelle cliniche informatizzate , registri di patologia, ricette elettroniche, prenotazioni CUP online etc)
2. Co-presenza nella struttura degli specialisti ambulatoriali (SA) delle principali branche che, previa definizione di specifico protocollo, forniscono ai MMG consulenza in tempo reale, in aggiunta alle consuete attività programmate.
3. Co-presenza dell’altro personale afferente alle diverse professioni sanitarie in primis infermieri, fisioterapisti, riabilitatori , etc. responsabili del processo assistenziale che acquisiscono, in accordo con il MMG, il ruolo di case manager e disease menager per i pazienti complessi e affetti da pluri-patologie e per le loro famiglie
4. Partecipazione attiva del personale adibito alla assistenza sociale , alla educazione sanitaria e alla prevenzione che integra le attività sanitarie con quelle socio assistenziali e di educazione ai corretti stili di vita secondo le logiche insite nell’ expanded chronic care model in cui acquistano grande valenza l’ implementazione delle risorse della comunità e l’adeguamento dell’ambiente di vita quotidiano
5. Presenza di personale amministrativo del distretto a cui viene demandata l’organizzazione funzionale della struttura, la tenuta dei registri dei pazienti e le incombenze burocratiche di vario genere (rendicontazione per la ASL, refertazione, assistenza sociale propriamente detta anche economica)
6. Setting assistenziale a complessità crescente: laboratorio analisi, radiologia convenzionale e per immagini, centro di salute mentale, RSA, postazione del 118, ambulatorio infermieristico, ospedale di comunità a gestione infermieristica, centro di riabilitazione etc. , punto unico di accesso (PUA o similari) CUP
7. Adozione del “Chronic care model” per la presa in carico dei pazienti affetti dalle principali patologie croniche (Diabete, scompenso cardiaco, BPCO, Asma e ipertensione) che a sua volta comporta:
a. Definizione di registri di patologia (la lista dei pazienti affetti da quella/quelle determinata/e malattia/e) e della relativa cartella clinica informatizzata
b. Programmazione per ciascuna lista di patologia degli accertamenti strumentali e /o laboratoristici e dei controlli clinici periodici necessari al corretto monitoraggio della patologia e alla prevenzione terziaria delle complicanze e delle ospedalizzazioni evitabili
c. Uso di sistemi intelligenti (linee guida, consulenza on-line) di supporto al lavoro professionale del medico e alert automatici di segnalazione di eventuali scostamenti quali- quantitativi dei pazienti dallo specifico protocollo diagnostico- terapeutico.
d. Potenziamento della assistenza domiciliare ( come da bozza dei LEA) a diversa intensità assistenziale e della ospedalizzazione a domicilio attraverso l’implementazione della telemedicina per il controllo clinico a-remoto e della domotica per la messa in sicurezza della casa
e. Implementazione delle pratiche di self-help e di family learning con valutazione periodica della corretta operativa nei confronti dei pazienti affetti da patologie croniche e dei loro familiari
8. Collegamento funzionale con l’ospedale di riferimento e le strutture di riabilitazione e di lungo degenza attraverso al definizione di specifici protocolli validi ai fini della dimissione dall’ospedale o in caso di ricovero programmato o facilitato (con superamento della fase del triage).
9. Adeguamento del sistema premiante del personale sia dipendente che a rapporto convenzionale (MMG e SA) passando da un modello basato sul numero di prestazioni effettuate (spesso ad alto tasso di in appropriatezza) a un modello che assume come riferimento gli outcomes di salute raggiunti (controllo pressorio, controllo metabolico nel caso di pazienti affetti da dismetabolismi, grado di aderenza dei pazienti ai protocolli previsti per ciascuna patologia cronica, numero di episodi di riacutizzazione e di accesso alla struttura ospedaliera)
10. Implementazione di sistemi di partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche e finalizzate non solo alla definizione di bisogni e alla implementazione delle attività socio-sanitarie calibrate allo specifico contesto socio-epidemiologico di riferimento, ma soprattutto alla valutazione degli esiti del servizio reso e (sperando presto) degli stessi professionisti
Sono questi gli elementi di contesto che possono fare della Casa della Salute un reale punto di riferimento per una efficace implementazione di un “modello distribuito” di servizi territoriali che si assume per intero la gestione delle patologie croniche. Un nuovo modello organizzativo (ad alto valore aggiunto come le eccellenze ospedaliere) ma soprattutto culturale che dovrà essere condiviso da operatori provenienti da contesti organizzativi e regimi contrattuali diversi (spesso portati alla difesa dello status-quo) ma che richiede anche convinzione e determinazione da parte del decisore politico.
Roberto Polillo
14 gennaio 2013
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