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One health. Come una strategia globale può essere messa in atto in un sistema sanitario gestito da realtà geodemografiche limitate quali le singole Regioni italiane 

di G. Banchieri, L. Bertinato, L. Franceschetti, A. Vannucci

La capacità delle singole Regioni italiane di adottare un approccio “One Health” efficace e sostenibile dipenderà da diversi fattori, tra cui risorse finanziarie, infrastrutture sanitarie, competenze tecniche e coordinamento interdisciplinare. Verosimilmente ci riusciranno le Regioni che hanno una maggiore massa critica, più competenze scientifiche e tecniche per implementare una strategia “One Health” mentre altre potranno dover affrontare sfide molto più ardue

14 MAR -

Premessa. Con la strategia Global Gateway la UE mira a realizzare “connessioni sostenibili e affidabili per le persone e il pianeta”. La volontà è quella di contribuire ad affrontare le sfide globali più urgenti, dalla lotta ai cambiamenti climatici al miglioramento dei sistemi sanitari e al rafforzamento della competitività e della sicurezza delle catene di approvvigionamento globali.

Abbiamo analizzato quanto sopra nei nostri precedenti articoli su “Quotidiano sanità”, ovvero, “One Health in Italia”, “L’approccio “One Health” e le policy per la sua gestione”, “Nuovi approcci per sviluppare politiche integrate di “One Health”.

Tale strategia propone tre priorità, correlate tra loro, per affrontare i problemi sanitari globali:

Il riferimento principale è il documento di “vision” a cui WHO si ispira per la programmazione di “One Health”, ovvero: “One Health Quadripartite Joint Plan of Action (2022-2026)”:

One Health viene definita come l’approccio primario per affrontare le complesse sfide sanitarie che la nostra società deve sostenere: il degrado degli ecosistemi, i problemi legati alla sicurezza alimentare, le malattie infettive emergenti e riemergenti e la resistenza antimicrobica.

L’OMS, allo scopo, ha preparato due importanti documenti strategici: il cosiddettoOne health joint plan of action (‎2022‒2026)‎: working together for the health of humans, animals, plants and the environment e la sua corrispettiva “ Implementation Guide (pubblicata lo scorso dicembre 2023 alla COP 28),denominata A guide to implementing the One Health Joint Plan of Action at national level, per definirne i contorni strategici per tutti gli Stati Membri .

Tutto ciò riorienta l’azione dell’OMS e dell’UE verso il conseguimento, attraverso queste nuove strategie, di una copertura sanitaria universale, il rafforzamento dell'assistenza sanitaria primaria e la lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali.

Con queste strategie si sottolinea anche la necessità di affrontare importanti determinanti di salute come i cambiamenti climatici e il degrado ambientale, la sicurezza alimentare, i conflitti e altre crisi umanitarie. Per questo motivo s’invoca l’adozione di un solido approccio di "salute in tutte le politiche" integrando quelle di promozione della salute umana con quelle sulla salute animale e quelle su salute e ambiente.

Per migliorare la sicurezza sanitaria mondiale tutelando i cittadini dalle minacce per la salute quindi, la strategia è quella di ripensare la prevenzione, la preparazione e la capacità di risposta, nonché l'individuazione precoce dei problemi di salute che sono attualmente in discussione tra gli Stati Membri dell’OMS (1) attraverso la visione “One Health”.

Se insistiamo negli approcci sanitari solo “riparativi” sappiamo anche che i nostri sistemi andranno incontro a gravi problemi di sostenibilità con il rischio di aggravare e non mitigare le diseguaglianze di salute.

A fronte di minacce che possono essere di natura chimica, biologica, nucleare, in pandemie o nella crescente resistenza antimicrobica che uccide senza far rumore, è richiesta un'ampia gamma di azioni per fronteggiarle:

Per implementare quanto detto nei vari Paesi, quindi, è necessario sviluppare politiche integrate e coordinate, con obiettivi e standard condivisi. Serve all’Italia una UE propositiva e che eserciti un forte coordinamento delle politiche regionali compresa anche una capacità/facoltà di surrogare e supportare quei Paesi che fossero in difficoltà a sviluppare policy “One Health”.( 2)

Questo tenendo conto per l’Italia la connessione forte e evidente tra strategie e obiettivi del PNRR, derivato da New Generation UE e gli obiettivi della strategia ONU come segue:

La prospettiva One Health anche in Italia

One Health è un approccio integrato che riconosce l'interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale. Implementare la strategia One Health può portare a una maggiore sostenibilità del sistema sanitario attraverso diverse vie:

È possibile per fare ciò basarsi sul quadro dell'IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, promosso dall’ONU, per valutare il rischio climatico nella prospettiva “One Health” per la sorveglianza integrata della salute animale, umana e ambientale.

È necessario un “approccio olistico” e “integrato” per affrontare le emergenze, la trasmissione e la dispersione delle malattie infettive. Nel recente articolo sulla rivista “The Lancet” titolato “Strumenti di supporto alle decisioni per costruire la resilienza climatica contro le malattie infettive emergenti in Europa e oltre”, di Joacim Rocklov, Jan C. Semenza, et al., pubblicato il 07 agosto 2023 [DOI: https://doi.org/10.1016/j.lanepe.2023.100701, gli autori affermano che un "quadro integrato dalla conoscenza all'azione transdisciplinare”, mette insieme flussi di ricerca applicata per co-produrre strumenti e soluzioni di supporto decisionale basati su prove, in collaborazione con un insieme diversificato di parti politiche interessate.

Da dove possiamo iniziare?
È evidente che l’uomo vive e si riproduce in un ambiente che ha contribuito fortemente a modificare a suo uso, spesso con un’assenza di visione prospettica e non valutando gli impatti delle sue scelte economiche ed industriali. Siamo i più grandi manipolatori dell’ambiente che condividiamo con tutte le altre specie viventi, spesso condizionandone le forme di vita e anche portandone migliaia all’estinzione.

Per iniziare, proviamo a concentrarci su:

Come consolidare una strategia One Health che funzioni?

Per adottare una strategia One Health efficace, è essenziale raccogliere una vasta gamma di dati da diverse fonti e così facendo comprendere appieno le interconnessioni tra salute umana, animale e ambientale. Raccogliere e integrare queste fonti di dati può fornire una visione completa delle interazioni tra salute umana, animale e ambientale e guidare l'implementazione di interventi efficaci basati sull'approccio One Health.

Le fonti di dati e informazioni da raccogliere, almeno quelle indispensabili, riguardano:

Bisogna conoscere e applicare gli strumenti e i modelli di valutazione comunemente utilizzati dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale per la sicurezza sanitaria globale e “One Health” per esercitare pressioni sui Ministeri e sugli Istituti Nazionali di Sanità Pubblica come sono riportati nel seguente schema:


Fig. 2 Il quadro integrato Knowledge-to-Action

La IA avrà un ruolo di facilitazione per la strategia One Health?

L'intelligenza artificiale (IA) può offrire diversi contributi significativi per adottare una strategia One Health, soprattutto nel contesto della gestione dei dati e dell'analisi delle informazioni:

È possibile quindi sviluppare sistemi di supporto alle decisioni che saranno d’aiuto per la salute umana, animale e ambientale a prendere decisioni informate e basate su evidenze.

Proprio perché l'IA giocherà un ruolo cruciale si pone in tutta la sua forza la grande questione di chi sarà la proprietà, lo sviluppo e l’uso di questa potente risorsa e se le istituzioni preposte all’uso collettivo ed egualitario delle opportunità che ricerca e progresso scientifico ci mettono a disposizione saranno in grado di garantirne un effettivo beneficio per tutti.

Il rischio è che pochi usino queste tecnologie per condizionare e manipolare i più, inducendo comportamenti, consumi e stili di vita condizionati e “personalizzati” ad uso e consumo dei pochi che controllano queste tecnologie, tipo “Orwell 1984” … sembra fantascienza, ma in Paesi autocratici e già realtà per il controllo di massa.

Riusciranno aree geografiche di limitate dimensioni come le Regioni italiane e mettere in campo strategia a visione globale come “One Health”?

La capacità delle singole Regioni italiane di adottare un approccio “One Health” efficace e sostenibile dipenderà da diversi fattori, tra cui risorse finanziarie, infrastrutture sanitarie, competenze tecniche e coordinamento interdisciplinare. Verosimilmente ci riusciranno le Regioni che hanno una maggiore massa critica, più competenze scientifiche e tecniche per implementare una strategia “One Health” mentre altre potranno dover affrontare sfide molto più ardue.

Per altro l’”autonomia differenziata” rischia di planare su una realtà molto differenziata per PIL, redditi medi, infrastrutture, accesso alle cure e ai LEA, etc. delle Regioni del nostro Paese, aumentando i divari e le diseguaglianze economiche, sociali e di salute.

Al fine di evitarlo e mitigarlo ecco alcuni fattori da considerare:

Infine è importante, quasi indispensabile, che le autorità regionali lavorino insieme a livello nazionale e internazionale per promuovere e sostenere l'approccio “One Health” e affrontare le sfide sanitarie complesse che coinvolgono la salute umana, animale e ambientale del mondo contemporaneo.

Le politiche di contenimento dei costi per ambiente, sanità, sociale e quindi salute verso Regioni e Enti Locali non hanno aiutato e non aiutano questo tipo di approccio, anzi, creano un impoverimento progressivo dell’operatività delle Istituzioni e delle Aziende e Agenzie pubbliche che stiamo scontando oggi nella ricerca della “messa a terra” del PNRR nel nostro Paese.

Come potremo dare evidenza dell’approccio “One Health” nei Livelli Essenziali di Assistenza delle Regioni italiane

Per adeguare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) a una strategia “One Health”, sarebbe necessario integrare considerazioni relative alla salute animale e ambientale nei servizi sanitari per garantire un approccio olistico alla salute umana.

Proviamo ad elencare alcune azioni e indicatori che potrebbero essere considerati, quest’ultimi dovrebbero essere progettati per misurare l'efficacia degli interventi nella promozione della salute complessiva e misurare così il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità:

In sintesi, adeguare i LEA a una strategia “One Health” richiede un approccio integrato che consideri la salute umana, animale e ambientale in modo equilibrato.

Occorre ritornare, anche se in un contesto diverso e con un approccio più ampio, alla costruzione di “Piani Regionali di Salute” come strumenti di integrazione di policy agricole e ambientali, sanitarie, sociali, abitative, politiche del lavoro e della formazione, nonché dei trasporti, che anche in Italia iniziarono a essere sperimentate ad inizio secolo con evidenze ancora tutte da considerare. Al momento, le politiche e il dibattito politico tendono a non tenere conto degli impatti dell'adattamento climatico e delle trasformazioni guidate dalla mitigazione sugli esiti delle malattie infettive.

In Italia se guardiamo alla Legge di Bilancio 2024 e al dibattito politico relativo si vede come non si tiene conto di quanto qui riportato e, anzi, persista un’inadeguata considerazione dei problemi attualmente presenti e delle necessarie azioni di integrazione delle varie componenti del sistema salute, trascurando di considerarlo un “driver fondamentale” per ridisegnare e fortificare il “sistema Paese”.

Le previsioni macroeconomiche internazionali sono non espansive. La crisi della bolla immobiliare cinese spinge al ribasso le Borse internazionali. Eurostat e Banca d’Italia rivedono le previsioni del PIL italiano sotto l’1% al ribasso tendenziale. I margini per rifinanziare welfare e sanità si restringono.

In questo contesto il Governo ha annunciato tagli per oltre 15 Miliardi di Euro sulle progettualità previste con il PNRR in particolare quelle legate a temi ambientali e di riqualificazione urbana e di servizi sociali.

I tagli proposti andranno inevitabilmente ad impattare sulla tenuta dei territori e delle comunità, sapendo che la mancanza di servizi sociali e di ambienti vivibili saranno la premessa e la causa di successive “medicalizzazioni” improprie ed inappropriate altrimenti evitabili.

Integrare le policy di salute e far si che siano coerenti con la strategia One Health vuol dire anche contribuire a costruire una visione di quale Paese e di quale sanità vogliamo oggi e domani.

Riferimenti:
1)The World Health Organization’s pandemic treaty, BMJ 2023; 380 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.p463
2) The European Union One Health 2022 Zoonoses Report, EFSA Journal, 10.2903/j.efsa.2023.p211202, 21, 12, (2023).
3) Kaiser R, Coulombier D. Different approaches to gathering epidemic intelligence in Europe. Euro Surveill. 2006;11(4):E060427.1.

Giorgio Banchieri
Segretario Nazionale ASIQUAS e Docente DiSSE, Università “Sapienza”, Roma

Luigi Bertinato
Consultant, Who office for investment for Health and development Venice, Italy
Laura Franceschetti
Professoressa presso DiSSE, Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Università “Sapienza” di Roma
Andrea Vannucci
Professore a contratto di programmazione, organizzazione e gestione delle aziende sanitarie DISM UNISI



14 marzo 2024
© Riproduzione riservata


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