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Social network e social media. Una rewiew sul nuovo mondo sanitario digitale e i rapporti tra medici e le aree sociali

di Alessandro Sabatini 

Un medico su quattro riferisce di essere stato attaccato personalmente sui social, incluso l'essere assalito da recensioni negative, il ricevere molestie e minacce coordinate sul lavoro e l'avere le proprie informazioni personali condivise pubblicamente.

10 OTT - Mentre l'era digitale si sviluppa, la salute digitale trasforma non solo il luogo di lavoro del medico, ma la professione stessa, riadattando sia i codici che storicamente hanno guidato le relazioni tra medico e paziente, che le interazioni tra colleghi, e la divisione tra le opinioni personali o professionali. Questo cambiamento è tale che stiamo assistendo a tentativi all'interno della comunità medica di costruire nuove regole di gestione dei social media.

È innegabile che i social media forniscano ai medici un’opportunità per costruire un brand, espandere le loro competenze, educare i pazienti e il pubblico, attrarre nuovi pazienti e diffondere la propria ricerca. Man mano però che i medici si impegnano sui social, si sviluppa contestualmente un nuovo ecosistema, con nuovi attori e figure, alcuni diventano commentatori famosi, sostenitori appassionati, influencer e superstar digitali. I social media hanno dato ai sanitari l'opportunità non solo di promuovere la loro attività, ma di interagire con i colleghi, di migliorare le loro competenze, assumendo un ruolo centrale per "combattere la disinformazione”, facendo sembrare la medicina “accattivante” quasi quanto le decine di teorie di cospirazione sanitaria.

Purtroppo in parallelo, con lo sviluppo dei social network, viene sempre più a galla anche il lato negativo dell'ecosistema digitale, con la constatazione che gli utenti tendono a selezionare e condividere i contenuti relativi a uno specifico genere di notizia, secondo uno schema che ricalca il cosiddetto pregiudizio della conferma (confirmation bias), ovvero la ricerca esclusiva di ciò che va a confermare un'idea di cui si è già convinti. Si creano così gruppi solidali su specifici temi e/o narrazioni che tendono a rafforzarsi e a ignorare tutto il resto: le discussioni possono degenerare in litigi tra estremisti dell’una o dell’altra visione, con un ulteriore rinforzo della polarizzazione.

Le società di tutto il mondo si confrontano con le cosiddette fake news, realtà alternative, casse di risonanza, è la disinformazione che lotta per ottenere visibilità, per cambiare le politiche, monopolizzare l'opinione pubblica e propagare i loro falsi messaggi. In questo contesto, la professione medica si trova dinanzi ad un nuovo e più ampio fronte dove si sviluppa un nuovo campo di battaglia cibernetico in cui gli attacchi e le molestie aumentano. È il lato negativo mostrato dal mondo digitale, con tutte le sue opportunità positive per la conoscenza, la collaborazione e lo scambio, dove i medici sono diventati bersagli e protagonisti di conflitti su scienza, politica, fede, fatti o paura.

Un medico su quattro riferisce di essere stato attaccato personalmente sui social, incluso l'essere assalito da recensioni negative, il ricevere molestie e minacce coordinate sul lavoro e l'avere le proprie informazioni personali condivise pubblicamente.

Ma cosa spinge le persone all’utilizzo di queste piattaforme? I due motivi principali sembrano essere la possibilità di connettersi agli altri e quella di gestire l’impressione che si fa sugli altri attraverso la pubblicazione di post, reazioni e commenti.

Anche dal mondo delle neuroscienze negli ultimi anni sono arrivate conferme in questo senso: i circuiti cerebrali coinvolti nell’utilizzo dei Social Media, infatti, sarebbero gli stessi che vengono attivati dalla cognizione sociale: 1. Network della mentalizzazione: coinvolge la corteccia prefrontale dorsomediale, la giunzione temporoparietale, il lobo temporale anteriore, il giro frontale inferiore e la corteccia cingolata posteriore 2. Sistema autoreferenziale: corteccia prefrontale mediale e corteccia cingolata posteriore 3. Network della ricompensa sociale: corteccia prefrontale ventromediale, striato ventrale e area tegmentale ventrale La Social Network Addiction sembrerebbe comportare differenze strutturali in questo sistema, in particolare una diminuzione della sostanza grigia nell’amigdala a fronte di un aumento sostanza grigia nella corteccia mediocingolata e nella corteccia cingolata. Quindi I soggetti con dipendenza da internet sembrano avere prestazioni peggiori nei compiti che richiedono l’apporto della corteccia prefrontale e del controllo esecutivo, e in particolare emergono deficit nel decision making, ovvero scelte più svantaggiose e rischiose, anche dopo esplicitazione delle regole, minore flessibilità cognitiva e difficoltà di inibizione.

È stato dimostrato che è molto più probabile che le info prodotte da un anello debole plasmino la memoria della rete di contatti se sono introdotte prima che i membri parlino tra di loro. La diffusione dell’informazione, inoltre, nelle reti neuronali omogene è più lenta ma tende a consolidarsi maggiormente. Emerge perciò, una peggiore performance nei compiti di inibizione e di working memory rispetto ai controlli. Infatti hanno più difficoltà nell’inibizione della risposta, mentre maggiore diventa la litigiosità tra i contatti con ulteriore rafforzamento della polarizzazione.

Le persone, spesso, si preoccupano così tanto di adattarsi alla loro cerchia di amici virtuali che hanno trascurato quelli reali. Diversi pazienti descrivono la creazione del perfetto personaggio digitale, l'avatar ideale, in modo che le loro vite abbiano finalmente un significato perché l'unica cosa che conta sono i like, i cuori, le condivisioni e le emoji sorridenti. Con ogni cuore, condivisione o emoji sorridente, il cervello invia un segnale che rafforza eccessivamente il valore di cercare di adattarsi agli amici virtuali, piuttosto che alle persone reali nella vita reale. Quando questo non accade si trovano a dover affrontare la depressione che viene con il rifiuto.

Proprio come altri prodotti, i social media devono essere sottoposti a procedure per convalidare l'uso corretto e la sicurezza prima di andare sul mercato. La sfida per noi è rendere i social media uno spazio più sicuro per tutti coloro che li usano.

Alessandro Sabatini
Medico di Famiglia Direttivo Fimmg Roma

10 ottobre 2023
© Riproduzione riservata


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