Il primo che propose di organizzare un board di expertise per mettere a disposizione del governo in carica una analisi oggettiva sulle criticità della sanità dalla quale dedurre una strategia operativa fui io. Il mio libro la “quarta riforma” del 2016 pubblicato gratis da questo giornale, si concludeva infatti con questa proposta.
Essa partiva da una semplice constatazione: nessun governo, sino ad ora, ha sentito la necessità di dedurre la propria linea politica sulla sanità da un quadro di conoscenze e esperienze garantite dal quale dedurre le scelte politiche necessarie. La maggior parte ha navigato a vista.
I danni dell’ignoranza
Intervenire sulla sanità senza conoscere la sanità per la sanità è sempre stato il suo problema più grande. Le più grandi fesserie fatte in sanità non nascono relativamente ai suoi problemi più o meno risolvibili ma da gravi distorsioni determinate dall’ ignoranza, dalle deformazioni ideologiche, dagli interessi in campo, dalla scarsa lucidità delle decisioni e dalla estesa disonestà intellettuale delle persone.
Nel 92 la sanità non aveva nessun bisogno di essere aziendalizzata tuttavia è stata aziendalizzata. Nel 99 la sanità non aveva nessun bisogno di essere privatizzata tuttavia è stata privatizzata. In sanità si è sempre fatto altro da quello che sarebbe stato necessario fare. La sanità pur avendo sofferto la tragedia della pandemia non aveva nessun bisogno di questo mediocre PNRR però questo mediocre PNRR è stato fatto e questo PNRR proprio perché mediocre non risolverà nessuno dico nessuno dei suoi problemi e delle sue criticità.
Sine baculos
Quando un governo sulla sanità non ha un board affidabile che faccia il punto nave per tracciare una rotta da seguire ognuno è autorizzato a fare quello che gli pare persino ad andare sugli scogli come è avvenuto ma soprattutto mi dispiace dirlo come sta avvenendo.
Nel 2018 proposi al ministro della salute in carica (Giulia Grillo) di istituire il board ma come ho scritto nel mio ultimo libro “sanità pubblica addio” nel quale racconto questa triste vicenda, il ministro Grillo non si rese conto neanche dell’importanza della proposta e meno che mai delle opportunità politiche che essa rappresentava per la sanità, per lei e per il suo movimento. Se la Grillo avesse davvero capito quella proposta non solo essa non avrebbe fatto la fine ingloriosa che ha fatto ma oggi il governo in carica anche se di destra sarebbe stato costretto a farci conti. Ecco perché sostengo che aver un ministro sine baculos per noi della sanità non è mai un vantaggio?
Recentemente l’ordine dei medici di Bologna ha organizzato sul futuro della sanità una “discussione aperta” (Bologna 4 febbraio 2023) nella quale riprende l’idea del board è rivolgendosi esplicitamente al nuovo governo di destra glielo ha riproposto. Ma non un gruppo di “amici degli amici” ma il contrario semplicemente un gruppo di persone pensato per expertise non per altro quindi in base alle criticità da risolvere.
Dal board al tavolo tecnico
Nonostante nel paese proprio sulla sanità stia crescendo un forte scontento e una forte preoccupazione sul suo futuro (manifestazione CGIL 24 giugno 2023) Il governo di destra sulla sanità non solo non ha un pensiero proprio originale ma come abbiamo detto tante volte proprio perché senza un pensiero alla fine si trova a seguir le vecchie politiche fallimentari della sinistra e quindi esattamente, come la sinistra, anche esso non sente alcun bisogno di dotarsi di un board strategico. Cioè di definire una strategia di intervento.
In questo quadro l’unica cosa che prende forma è l’idea di un tavolo tecnico da organizzare presso l’ufficio di gabinetto del ministero della salute con lo scopo di studiare “le criticità emergenti dall’attuazione del regolamento dell’assistenza ospedaliera ( Dm 70) e dall’attuazione del regolamento dell’assistenza territoriale (Dm 77).
Ma anche il tavolo tecnico che è altra cosa dal board se non si ha una strategia, una linea di pensiero, diventa un problema soprattutto se il ministro non ha alcuna esperienza politica e se il suo entourage è del tutto sprovveduto quasi al limite del dilettantismo, ma soprattutto se il ministro per accontentare tutti finisce proprio per scontentare tutti.
Certe cose o le fai con criteri precisi o è meglio non farle.
Di male in peggio
La prima versione del tavolo lascia tutti stupefatti si vede a occhio nudo che è un tavolo eteroclito, abborracciato, sbilanciato, poco meno di accozzo frettoloso e estroso allo stesso tempo che ovviamente si guadagna una montagna di critiche anche perché quel tavolo dimostra la più imbarazzante delle misoginie non prevedendo la partecipazione di una sola donna. Ma a parte questo quel tavolo dimostra che a parte l’eccezione del forum di società scientifiche che però ha dovuto sgomitare non poco per farvi parte non è chiaro se al tavolo si convoca l’apologia o la critica. Cioè non è chiaro cosa si dovrebbe fare
La seconda versione per certi versi è peggio della prima si esagera al contrario quindi tutti dentro, uomini e donne, ma tutti esonerati a priori dall’avere delle idee. Dalla misoginia si passa alle conoscenze rappresentabili solo attraverso interessi.
Ma chi rappresenta gli interessi, per esempio, dei cittadini cioè di chi proprio perché cittadino è escluso a quel tavolo tecnico? E poi su quale base un ministro di questa Repubblica è autorizzato a ridurre le conoscenze cioè le epistemologie, solo a interessi? Ma come si fa a non vedere quanto sia pericoloso ridurre il diritto alla salute ad un qualsiasi interesse corporativo?
Accozzi
Non credo che il tavolo di cui ancora non si sa se è in capo al ministro o in capo al capo di gabinetto produrrà qualcosa di utile, anzi credo che sia difficile se non improbabile. Dagli accozzi al massimo vengono solo casini. Quando una cosa nasce male è difficile che vada per il verso giusto. E questo tavolo è nato decisamente male. La cosa che mi colpisce e che ciò avviene nel momento in cui OMS Europa ha lanciato un piano di riforme dei sistemi ospedalieri (QS 26 giugno 2023) facendo nei fatti al nostro PNRR e al nostro DM 70 la critica secondo me più radicale. Dire che “Gli ospedali non sono solo mattoni ma entità viventi” è come dire che la missione 6 del PNRR del tutto basata sui mattoni è la più grande fregnaccia che si potesse immaginare.
Il ministro spieghi il mandato
Ma se fosse così vorrei spiegare a Schillaci che se davvero vuole fare qualcosa di buono si deve prendere alcune responsabilità:
quella di una analisi di merito, se il PNRR è una fregnaccia e secondo me lo è allora lo si deve dire e spiegare perché lo è
già aver una ipotesi di fregnaccia su cui lavorare per il tavolo tecnico è già una indicazione di lavoro
Nessun tavolo e nessun board può operare senza un mandato quindi signor ministro la prego spieghi e chiarisca il mandato al quale il tavolo si deve attenere. E’ in base al mandato cioè allo scopo politico che si prefigge il tavolo che si scelgono le persone da convocare, cioè coloro che possono dare una mano a vincere l’apologia che il dm 70 e 77 rappresentano con le loro idee datate di territorio e di ospedale.
Conclusioni
A me sembra troppo generico dire che il tavolo tecnico ha il compito di studiare le criticità del dm 70 e del dm77. Mettiamo in chiaro che queste criticità nascono dal riuso di una vecchia controriforma fatta nel secolo scorso cioè la 229 quindi dal riuso di un vecchio regolamento sugli ospedali i cui parametri risalgono al 1968 che la sinistra ha mutuato i per affrontare la pandemia incurante delle aporie delle contraddizioni e dei vistosi anacronismi.
Il ministro chiarisca a priori che la natura delle criticità nasce dalla incapacità del PNRR di fare i conti con questo mondo complesso e che per questa ragione il PNRR andrebbe cambiato.
Ma se la sente il ministro? Cioè ha delle idee plausibili da proporre per voltare pagina come bisognerebbe fare?
Ivan Cavicchi