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La riabilitazione deve entrare a tutti gli effetti nei Lea. Lo dice anche l’Oms

di Saverio Proia

Secondo un recente rapporto dell’Oms Europa quasi la metà degli italiani avrebbe bisogno di interventi riabilitativi. Il rapporto sottolinea anche che “la riabilitazione dovrebbe essere disponibile nelle strutture sanitarie primarie, dove viene gestita la maggior parte dei casi di malattie croniche, ma anche a casa e a scuola”. Una sfida certamente da raccogliere per il neo Ordine dei Fisioterapisti italiani

12 DIC -

Penso che non sia sfuggito ai lettori di QS il Rapporto dell’OMS della Regione Europea per il quale quasi la metà della popolazione avrebbe bisogno di cure riabilative: quindi nell’insieme delle prestazioni che dovrebbe erogare il SSN dovrebbe essere la componente maggioritaria in quanto in Italia sono oltre 27 milioni le persone che ne avrebbero bisogno; il rapporto evidenzia, inoltre, che questa quasi metà della popolazione vive in una condizione di salute che richiederebbe cure riabilitative che, tuttavia, la maggior parte delle persone non riceverebbe le cure di cui avrebbe bisogno.

Certamente questo evento trova origine dal mutato quadro epidemiologico e demografico dell’Italia per il progressivo e il rapido invecchiamento della popolazione con il contemporaneo incremento di persone con una o più malattie croniche ma, soprattutto, è presente una non conoscenza di quanti e quali benefici la riabilitazione potrebbe produrre il che per la mancanza di prestazioni riabilitative si perderebbero un numero considerevole di anni di vita in salute perduti.

Secondo questo rapporto sembrerebbe che via sia un deficit comunicativo da parte del SSN nel far crescere nella popolazione “la scarsa consapevolezza di cosa sia la riabilitazione, di come funziona e dei suoi benefici, nonché la presenza di idee spesso errate sull'accessibilità economica” il che diviene un macigno che impedisce l'accesso delle persone alla riabilitazione. sull'accessibilità economica.

Sorprendente è ancora il dato che emerge dal rapporto riguardo alla grave carenza di professionisti della riabilitazione che sono fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, audioprotesisti, audiometristi, podologi, tecnici ortopedici, ortottisti...fino adesso media e politici hanno fatto leva sulla grave carenza di medici specialisti, compresi i MMG e di infermieri ma non mi ricordo analogo allarme riguardo al deficit conclamato di professionisti sanitari della riabilitazione.

Per il rapporto i vari, tanti casi, che necessitano di cure riabilitative hanno dei seri risvolti sia nella qualità di vita e di benessere delle persone e nella loro capacità lavorativa che fa sì che “i paesi devono affrontare costi per milioni di dollari a causa della mancanza di produttività economica e dell'aumento della povertà e della disoccupazione”

Per questi motivi sarebbe quanto mai necessario che nelle scelte legislative e di programmazione sanitarie la riabilitazione diventi realmente ed efficacemente una prestazione sanitaria centrale e essenziale fruibile da quanti ne abbiano bisogno divenendo così parte integrante dei LEA garantiti dal SSN divenendo non un costo per la collettività bensì un investimento affinché le persone che hanno bisogno di queste prestazioni riabilitative non abbiano più limitazione nella loro capacità di produttività economica facendoli così soggetti attivi in grado di contribuire appieno alla società.

Non si può, pertanto, non condividere l’analisi e la proposta dell’OMS per cui “la riabilitazione dovrebbe essere disponibile nelle strutture sanitarie primarie, dove viene gestita la maggior parte dei casi di malattie croniche, ma anche a casa e a scuola” da qui ne consegue la giustezza della proposta di inserire il fisioterapista, come gli altri professionisti della riabilitazione, nel nucleo centrale dell’equipe pluriprofessionale delle Case di comunità in particolare e nei servizi e presidi distrettuali essendo altrettanto determinante centrale e strategico come il medico, l’infermiere, lo psicologo, l’assistente sociale, già descritti con dovizia dal PNRR.

È evidente che prevedere la riabilitazione nei servizi e presidi rivolti verso l'assistenza sanitaria primaria eviterebbero che chi abbia bisogno di prestazioni riabilitative possano evitare degenze ospedaliere ed usufruire, invece, di riabilitazione a lungo termine sia a domicilio che nei presidi territoriali, così facendo si permetterebbe alla riabilitazione di contrastare ed o quanto meno il tempo di degenza ospedaliera riducendo rischi di complicanze allo stato di salute delle persone.

È quanto mai ovvio che il miglioramento delle capacità fisiche e mentali permette alle persone di vivere uno stato di benessere quotidiano e una piena integrazione sociale con evidenti risvolti negativi per la tenuta sociale ed economica del Paese.

Per questo sono quanto mai opportune le esortazioni dell’OMS agli Stati europei affinché sia:

Un obiettivo del genere dovrebbe trovare disponibile per svolgere attività di pressione nei confronti dei decisori politici nazionali e regionali un forte e convinto movimento di opinione sia delle tante associazioni di tutela dei diritti delle persone che delle rappresentanze ordinistiche, scientifiche e sindacali dei professionisti della riabilitazione.

Di questo auspicabile movimento di opinione e di pressione un nuovo soggetto che potrebbe svolgere un positivo protagonismo politico per aggregare questa area della riabilitazione sia degli operatori che degli utenti non potrebbe che essere il neonato Ordine dei fisioterapisti sia a livello nazionale che territoriale che dal prossimo 15 dicembre entrerà nella pienezza dei poteri a cui va di tutto il mio augurio di buon lavoro auspicando che possa svolgere non solo la giusta e dovuta tutela professionale ma anche la funzione di promozione e potenziamento delle prestazioni di riabilitazione erogabili da parte del SSN così come l’OMS della Regione europea giustamente consiglia anche al nostro Paese.

Saverio Proia



12 dicembre 2022
© Riproduzione riservata


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