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Insonnia. Buoni risultati di suvorexant: meno tempo per addormentarsi e si dorme di più


Ci si addormenta circa mezz’ora prima e si dorme un’ora in più. Questi in sintesi i risultati di due trial sulla molecola che agisce sul neuropeptide orexina, facilitando il sonno. La Merck, azienda che ha sintetizzato il farmaco, spera nella registrazione negli Usa entro il 2013.

19 GIU - Sarebbe circa un adulto su quattro ad avere problemi con il sonno e tra il 6 e il 10% a soffrire di vera e propria insonnia. In Italia circa 12 milioni le persone che hanno problemi a dormire per via di insonnia, apnee notturne, narcolessia, stando ai dati dell'Associazione italiana per la medicina del sonno. Ma dallo 2012, il 26esimo congresso annuale dell’Associated Professional Sleep Societies arrivano dei dati rassicuranti, visto che potrebbero aiutare una parte degli insonni: nuovi dati dai due studi cardine di fase III sull’efficacia di suvorexant, la molecola prodotta da Merck dimostra di ridurre significativamente, rispetto al placebo, il tempo necessario per addormentarsi e aumentare la durata del sonno, a partire dalla prima notte e fin dopo tre mesi.
 
 “Questo farmaco sperimentale agisce sull’insonnia in un modo differente dagli altri”, ha spiegato Andrew D. Krystal, docente alla Duke University Medical Center. Il farmaco è infatti il primo di una nuova classe che agiscono sull’orexina, un neuropeptide che aiuta a rimanere in stato di veglia e che è prodotto dall’ipotalamo (un centro importante del cervello per la regolazione del sonno), bloccandola, ed è proprio in questo modo che il sonno viene facilitato.
I due studi “pivotal” di efficacia di Fase III erano entrambi trail multicentrici, randomizzati, in doppio cieco e controllati verso placebo, che hanno valutato il farmaco per un periodo di tre mesi in pazienti adulti con insonnia primaria (1,021 e 1,009 pazienti trattati rispettivamente nel Trial 1 e nel Trial 2). I' insonnia primaria è definita come la difficoltà di addormentarsi, rimanere addormentato o una scadente qualità del sonno, non causate da altri problemi medici. Suvorexant è stato studiato in ogni trial ad un alto dosaggio (40 mg) in pazienti di età compresa tra 18-64 anni e a basso dosaggio (30 mg) in pazienti di 65 anni e oltre.
Gli endopoint di questi studi hanno incluso la media dei cambiamenti dal basale per suvorexant in confronto a placebo in entrambe le misurazioni soggettive (riportate dai pazienti) ed oggettive (polisonnografia, sleep lab-based, valutato in un sottogruppo di pazienti) nell’addormentarsi in un sonno continuo e nel mantenimento del sonno. Le misurazioni soggettive hanno incluso il tempo necessario ad addormentarsi e la durata totale del sonno.
In entrambi i trial su tutte le misurazioni soggettive, i pazienti in trattamento con suvorexant si sono addormentati più velocemente in modo significativo e sono rimasti addormentati più a lungo rispetto ai pazienti che assumevano il placebo ad uno e a tre mesi (p<0.003). Nelle misurazioni oggettive suvorexant ha significativamente ridotto il tempo che i pazienti hanno impiegato ad addormentarsi in modo continuativo e ha ridotto il tempo di veglia dei pazienti durante la notte a uno e tre mesi (endpoint primario) e fin dalla prima notte di assunzione (endpoint secondario) (p<0.001), ad eccezione della misurazione del mese 3 nel Trial 2, nel quale la differenza tra suvorexant e placebo nel tempo necessario ad addormentarsi non è risultata statisticamente significativa.
 
I dati nello specifico
Nel terzo mese del Trial 1, i pazienti hanno riportato che suvorexant ha ridotto il tempo necessario ad addormentarsi di 25.7 minuti (vs 17.3 minuti del placebo) e li ha aiutati a rimanere addormentati 60.3 minuti più a lungo (vs 40.6 minuti con placebo) rispetto a quando non avevano iniziato il trattamento con suvorexant.
Per quanto riguarda le misurazioni oggettive, i pazienti in trattamento con suvorexant si sono addormentati 36.0 minuti prima (rispetto a 26.6 minuti con il placebo) e sono stati svegli per meno tempo durante la notte di 47.9 minuti (rispetto a 25.0 minuti con placebo) rispetto a quando non avevano iniziato il trattamento con suvorexant. (tutte le differenze tra suvorexant e placebo sono state statisticamente significative.)
Invece, nel terzo mese del Trial 2, i pazienti hanno riportato che suvorexant ha ridotto il tempo necessario ad addormentarsi di 33.7 minuti (vs 20.5 minuti del placebo) e li ha aiutati a rimanere addormentati 62.8 minuti più a lungo (vs 37.7 minuti con placebo) rispetto a quando non avevano iniziato il trattamento con suvorexant. Per quanto riguarda le misurazioni oggettive al terzo mese, suvorexant non ha raggiunto risultati statisticamente significativi nel parametro del tempo necessario ad un sonno continuativo più velocemente rispetto al placebo (-32.2 minuti vs. -28.6 minuti, p=0.265). I dati obiettivi hanno mostrato che i pazienti in trattamento con suvorexant sono stati svegli per meno tempo durante la notte di 54.2 minuti (vs a 24.80 minuti con placebo) rispetto a quando non avevano iniziato il trattamento con suvorexant.
Infine, in questi studi, le misurazioni oggettive secondarie hanno incluso il tempo necessario ad addormentarsi in modo continuativo e il tempo di veglia nella prima notte: nel Trial 1 i pazienti in trattamento con suvorexant si sono addormentati 30.6 minuti più velocemente (vs. 20.3 minuti con placebo) e diminuito il tempo di veglia di 58.0 minuti (vs. 19.6 minuti con placebo) rispetto a quando non avevano iniziato il trattamento con suvorexant; nel Trial 2 i pazienti in trattamento con suvorexant si sono addormentati con sonno continuativo 34.7 minuti più velocemente (vs. 13.0 minuti con placebo) e diminuito il tempo di veglia di 63.3 minuti (vs. 21.3 minuti con placebo) rispetto a quando non avevano iniziato il trattamento con suvorexant.
In entrambi i lavori gli eventi avversi più comuni, riportati in una percentuale maggiore o uguale a 5% ed in misura maggiore rispetto al placebo, sono stati sonnolenza e mal di testa.
 
Merck intende depositare all'Fda il dossier registrativodel farmaco suvorexant entro il 2012, facendone uno dei sei principali progetti di registrazioni pianificati nel 2012 e 2013. Se approvato suvorexant sarebbe il primo della nuova classe chiamata “antagonisti del recettore dell’orexina” per l’uso in pazienti con difficoltà all'addormentamento o rimanere addormentati. Merck anticipa che suvorexant sarà valutato dal “Controlled Substance Staff” dell’ente statunitense.

19 giugno 2012
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