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Terapia ormonale in menopausa: ecco di quanto aumenta il rischio di tumore della mammella

di Maria Rita Montebelli

Uno studio inglese pubblicato su Lancet, che ha valutato tutte le pubblicazioni sull’argomento fino al 2018, per un totale di oltre 108 mila donne in post-menopausa, conferma che il rischio di tumore della mammella è più elevato tra le donne in trattamento con associazioni con estro-progestrinici, rispetto a quelle in terapia con soli estrogeni e che aumenta in funzione della durata del trattamento ormonale. L’eccesso di rischio persiste anche oltre 10 anni dalla sospensione della terapia ormonale.

30 AGO - Una metanalisi pubblicata nel 1997 riguardante oltre 160 mila donne aveva dimostrato che la terapia ormonale per la menopausa, sia nelle donne ancora in trattamento, sia tra quelle che l’avevano già sospesa, comportava un aumentato rischio di cancro della mammella. Questo studio non dava tuttavia informazioni sugli effetti di diverse tipologie e dosaggi di terapia ormonale sostitutiva, né su quanto a lungo persistesse il rischio, una volta sospesa la terapia.
 
Da allora sono stati effettuati tanti altri studi sull’argomento che hanno evidenziato un maggior rischio di cancro della mammella nelle donne trattate con associazioni di estro-progestinici, rispetto a quelle trattate con soli estrogeni. Poche informazioni continuavano ad essere disponibili circa i rischi a lungo termine di questi trattamenti.
 
Ma adesso, uno studio condotto dal Collaborative Group on Hormonal Factors in Breast Cancer, finanziato da Cancer Research UK e dal Medical al Research Council, appena pubblicato su Lancet, getta nuova luce anche su questi aspetti.
 
Gli autori hanno preso in considerazione tutti gli studi effettuati dal gennaio 1992 al gennaio 2018 (58 studi epidemiologici condotti in tutto il mondo). Su 108.647 donne in post-menopausa che durante il  follow-up avevano sviluppato un tumore della mammella ad un’età media di 65 anni, il 51% (55.575) aveva fatto uso di terapia ormonale per la menopausa (MHT).
Qualunque forma di MHT, con la sola eccezione degli estrogeni vaginali, è risultata associata ad un rischio aumentato di tumore della mammella.Il rischio aumenta proporzionalmente alla durata del trattamento, ed è maggiore per le associazioni estro-progestiniche che per le preparazioni contenenti solo estrogeni.
 
Tra le utilizzatrici correnti, l’eccesso di rischio è già evidente durante i primi 1-4 anni di trattamento (RR 1.60 per le associazioni E-PG, 1.17 per i preparati contenenti solo estrogeni), ma raddoppia durante gli anni 5-14 di trattamento (RR 2.08 per gli estro-progestinici; 1.33 per gli estrogeni).
Il rischio oncologico, tra gli anni 5 e 14 di trattamento, appare particolarmente elevato per i tumori con recettori per gli estrogeni positivi ed è simile per qualunque fascia d’età di inizio della MHT (40–44, 45–49, 50–54 e 55–59); risulta attenuato solo in chi inizia il trattamento con MHT dopo i 60 anni e nelle donne obese.
 
Per le donne occidentali normopeso che non abbiano mai assunto MHT, il rischio medico di sviluppare un cancro della mammella dai 50 ai 69 anni è del 6,3% circa (63 casi di tumore ogni 1.000 donne mai state in trattamento con MHT).
Nelle donne che abbiano effettuato 5 anni di MHT a partire dai 50 anni d’età, il rischio di sviluppare un tumore della mammella, sempre dai 50 ai 69 anni, secondo i risultati di questo studio sarà:
-          dell’8,3% nelle donne trattate con estro-progestinici giornalmente (83 casi di tumore ogni 1.000 utilizzatrici, cioè rispetto alle donne che non hanno mai assunto MHT, un aumento di rischio assoluto di 2 casi ogni 100 donne trattate, o di 1 caso ogni 50 trattate)
-          del 7,7% nelle donne trattate con estrogeni più progesterone ad intermittenza (77 casi di tumore ogni 1.000 utilizzatrici, cioè rispetto alle donne che non hanno mai assunto MHT, un aumento di rischio assoluto di 1,4 casi ogni 100 donne trattate, o di 1 caso ogni 70 trattate)
-          del 6,8% nelle trattate con soli estrogeni (68 casi di tumore ogni 1.000 utilizzatrici, cioè rispetto alle donne che non hanno mai assunto MHT, un aumento di rischio assoluto di 0,5 casi ogni 100 donne trattate, o di 1 caso ogni 200 trattate)
Il rischio di tumore  per le trattate per meno di un anno è trascurabile, come anche per il trattamento con estrogeni per uso topico vaginale.
 
Alla sospensione del trattamento, l’eccesso di rischio di tumore della  mammella persiste almeno per i successivi 10 anni e la sua entità è in funzione della durata del trattamento.
 
Al momento sono circa 12 milioni le donne occidentali che assumono MHT (6 milioni negli Ua e altrettante in Europa). Alcune utilizzano questi preparati per meno di un anno, la maggior parte  per 5 anni e solo una minoranza arriva ai 10 anni.
 
Maria Rita Montebelli

30 agosto 2019
© Riproduzione riservata

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