Antibioticoresistenza, mantenere antibiotici efficaci è dovere di tutti
di Annalisa Pantosti (Iss)
La Giornata Europea degli antibiotici (18 novembre 2018), istituita per aumentare la consapevolezza dell’importanza degli antibiotici e del loro uso appropriato tra la popolazione e i professionisti sanitari, è l’occasione per fare il punto sulla situazione in Europa e in particolare in Italia riguardo questa grave minaccia per la sanità pubblica
15 NOV - Ancora una volta la Giornata Europea degli antibiotici (18 novembre 2018), istituita per aumentare la consapevolezza dell’importanza degli antibiotici e del loro uso appropriato tra la popolazione e i professionisti sanitari, è l’occasione per fare il punto sulla situazione in Europa e in particolare in Italia riguardo questa grave minaccia per la sanità pubblica. Gli antibiotici sono una risorsa indispensabile per la cura delle malattie infettive e il successo della medicina moderna. Senza antibiotici anche una banale infezione potrebbe diventare mortale e interventi e procedure mediche e chirurgiche complesse sarebbero gravate da una mortalità inaccettabile.
I dati della sorveglianza EARS-Net, coordinata dall’ECDC, alla quale partecipa anche l’Italia con la sorveglianza AR-ISS, mostrano una situazione critica in tutta Europa, anche se con ampie differenze geografiche (con gradiente nord-sud e ovest-est). Tra le resistenze più critiche, quella ai carbapenemi, soprattutto in Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii. Si segnala anche un preoccupante aumento della resistenza ai glicopeptidi in Enterococcus faecium.
Riguardo al consumo di antibiotici, monitorato dalla rete EARS-Net, questo appare sostanzialmente stabile in Europa, con una lieve diminuzione in alcuni paesi.
Di recente un articolo pubblicato su
Lancet Infectious Diseases per il quale anche l’ISS ha fornito i dati della rete AR-ISS, ha stimato l’impatto della antibiotico resistenza in Europa come numero di decessi e di anni vissuti con disabilità o “non in buona salute”. Il numero di decessi è stato stimato intorno a 30 mila l’anno, aumentato rispetto ad una analoga stima effettuata con i dati del 2007. L’aumentato impatto è in larga parte dovuto all’aumento delle infezioni antibiotico-resistenti dovute a Escherichia coli produttore di ESBL e a Klebsiella pneumoniae produttore di carbapenemasi.
In questo contesto critico, lo scenario dell’Italia preoccupa particolarmente. Un terzo dei decessi e in genere un terzo di tutto l’impatto attribuito alle infezioni antibiotico-resistenti è a carico del nostro paese, primo in Europa sia come numero di morti che come incidenza delle infezioni resistenti. Nel nostro paese la resistenza agli antibiotici, come documentato dai Rapporti annuali della rete EARS-Net, è maggiore della media europea per molte combinazioni microrganismo/antibiotico di prima linea per la cura delle infezioni.
Contemporaneamente a questo articolo è stato pubblicato anche un Rapporto dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development) che stima l’impatto economico delle infezioni antibiotico-resistenti in 33 paesi aderenti all’organizzazione. Secondo l’OECD l’Italia si trova minacciata da un vero e proprio tzunami che rischia di travolgere il nostro sistema sanitario. Il costo delle infezioni antibiotico-resistenti solo per l’Italia è stato stimato in 13 miliardi di dollari da qui al 2050.
A fronte di questo scenario, ci sono tuttavia nel nostro paese segnali positivi. Lo scorso anno è stato approvato il primo Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-resistenza che si propone di rispondere a questo problema attraverso sei aree di azione sia centrali che regionali in un’ottica “One health”, cioè integrata tra medicina umana, medicina veterinaria, agricoltura e ambiente.
Anche tra i dati presentati dalle sorveglianze europee vanno segnalati nel 2017 alcuni indicatori in miglioramento: un trend in diminuzione dell’utilizzo di antibiotici in comunità, un trend in diminuzione della resistenza agli antibiotici in Pseudomonas aeruginosa e una lieve diminuzione nella resistenza ai carbapenemi in Klebsiella pneumoniae. Si tratta ancora di cambiamenti poco significativi per poter incidere sull’impatto del problema, che tuttavia indicano, almeno in alcuni ambiti, una inversione di tendenza.
Sono numerose inoltre nel nostro paese le iniziative per aumentare la consapevolezza del problema a vari livelli, e per mettere in campo idee e progetti per contrastare il fenomeno. Come dimostra il rapporto dell’OECD, alcune delle azioni per contrastare l’antibiotico-resistenza, associata in maggior parte a infezioni correlate all’ambito assistenziale, costano poco e sono efficaci. Tra queste, implementare l’igiene delle mani, l’antimicrobial stewardship per l’appropriato uso di antibiotici e migliorare l’igiene ospedaliera, potrebbero avere un grosso impatto sulla vita delle persone e sul risparmio economico.
Questa giornata – il cui hashtag è #KeepAntibioticsWorking – serve proprio a ricordare che mantenere gli antibiotici efficaci è responsabilità di tutti.
Annalisa Pantosti
Dipartimento Malattia Infettive, ISS
15 novembre 2018
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