Giornata mondiale contro la poliomielite a Philadelphia: da 350mila casi nel 1988 a 22 casi nel 2017, ma il pericolo resta ancora
Per l’Oms finché un bambino singolo rimane infetto, i bambini in tutti i paesi sono a rischio di contrarre la polio. La mancata eradicazione della poliomielite dalle ultime roccaforti rimanenti potrebbe comportare fino a 200.000 nuovi casi ogni anno, entro 10 anni, in tutto il mondo. L'impegno dell'Istituto superiore di Sanità in Italia per sorveglianza e formazione.
23 OTT - Il 24 ottobre si celebra il World Polio Day. L’appuntamento è a Filadelfia per celebrare la sesta edizione dell’evento che quest’anno si svolge in uno storico anniversario: quello della
Global Polio Eradication Initiative (GPEI), lanciata 30 anni fa, nel 1988, alla Convention del Rotary a Filadelfia, quando c'erano circa 350000 casi di polio in 125 paesi.
All’epoca, nel 1988, quando l’Oms entrò a far parte della GPEI
, approvando una risoluzione specifica, la malattia paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti, in quasi tutti i paesi del mondo. Oggi, grazie alle estese campagne di vaccinazione – l’unica arma che rende la malattia evitabile – e ai sistemi di sorveglianza, pochi casi di polio sono riportati nel mondo. Tuttavia, tre paesi non hanno mai smesso di registrare casi di poliomielite, rimangono cioè endemici: Afghanistan, Nigeria e Pakistan.
Il Rotary club è partner del programma di eradicazione della polio globale con organizzazioni come l?Oms, la Fondazione Bill e Malinda Gates e il Centro USA per il controllo e la prevenzione delle malattie.
La Global Polio Eradication Initiative è stata lanciata dal Rotary International e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1988.
Anche se, fino al 2013, molti paesi fossero stati dichiarati liberi dalla polio, paesi come il Pakistan e l'Afghanistan stavano assistendo a rari casi di malattia e c'era ancora una costante minaccia della malattia di riapparire in qualsiasi parte del mondo.
Da qui nasce il bisogno di celebrare la Giornata mondiale della polio per rilanciare la necessità di eradicare completamente il virus della polio a livello globale attraverso la consapevolezza generale della vaccinazione, della prevenzione e della raccolta di fondi per diversi programmi.
La polio colpisce principalmente i bambini sotto i 5 anni di età e in una su 200 infezioni porta a paralisi irreversibile. Tra i paralizzati, dal 5% al 10% muoiono quando i loro muscoli respiratori vengono immobilizzati.
I casi di morte per poliovirus selvaggio sono diminuiti di oltre il 99% dal 1988, dai circa 350.000 casi a 22 casi segnalati nel 2017. Come risultato dello sforzo globale per sradicare la malattia, oltre 16 milioni di persone sono state salvate da paralisi.
Ma per l’Oms finché un bambino singolo rimane infetto, i bambini in tutti i paesi sono a rischio di contrarre la polio. La mancata eradicazione della poliomielite dalle ultime roccaforti rimanenti potrebbe comportare fino a 200.000 nuovi casi ogni anno, entro 10 anni, in tutto il mondo.
Nella maggior parte dei paesi, lo sforzo globale ha ampliato le capacità di affrontare altre malattie infettive costruendo efficaci sistemi di sorveglianza e immunizzazione.
La malattia
La poliomielite, è una patologia infettiva, acuta, molto contagiosa, determinata da un virus (poliovirus) che colpisce le cellule neurali, inducendo una paralisi (paralisi flaccida acuta) che, nei casi più gravi, può divenire totale. Esistono tre forme di poliomielite paralitica: la forma spinale è la forma più comune e si caratterizza per una paralisi asimmetrica che interessa principalmente le gambe. La forma bulbare causa debolezza muscolare di quei muscoli che sono innervati dai nervi cranici. La forma bulbo-spinale è una combinazione delle prime due. Descritta nel 1789, la poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. Non esistono cure, se non trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia. L’unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione.
In Italia, nel 1958, furono notificati oltre otto mila casi di poliomielite. Nel nostro paese la vaccinazione antipolio è obbligatoria dal 1966 e l’ultimo caso endemico si è verificato nel 1982. Nel 2001, l’Italia e tutta la Regione Oms Europa sono state definite
polio-free.
L’impegno dell’Iss: la sorveglianza e la formazione
A garanzia del mantenimento dello status
polio free i programmi di sorveglianza dovranno continuare fino all’eradicazione definitiva della poliomielite a livello mondiale.
Dal 1996, in Italia è attiva una rete di sorveglianza delle Paralisi Flaccide Acute (PFA), considerata il
golden standard secondo le linee guida dell’Oms per la certificazione dello stato
polio-free. La sorveglianza è coordinata dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità presso il dipartimento di Malattie Infettive, dove è attivo il WHO Collaborative Centre for Reference and Research on Polio.
Inoltre, proprio in occasione della
World Polio Day, il 30 ottobre 2018 prende avvio all’Iss un corso di formazione a distanza, offerto con metodologia di apprendimento attivo, ispirato ai principi dell’apprendimento per problemi, dal titolo “Paralisi Flaccide Acute: status dell’eradicazione della poliomielite e problematiche aperte”.
Il percorso formativo, rivolto al personale medico e sanitario, si propone come obiettivo generale l’incremento della consapevolezza del processo di eradicazione della poliomielite e della sorveglianza delle paralisi flaccide acute in Italia. E’ gratuito, fruibile sulla
piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità, prevede il rilascio di 16 crediti ECM e resterà accessibile per 12 mesi.
23 ottobre 2018
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