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Un’ecografia per scrutare i “cavi nervosi” del nostro corpo e vedere i danni


Più accurata dell'elettromiografia per scovare le malattie del sistema nervoso periferico. Lo evidenzia uno studio condotto dall’Università Cattolica–Policlinico Gemelli di Roma e dall’Università di Genova, pubblicato sulla rivista European Journal of Neurology.

11 NOV - Una semplice ecografia può aiutare a scovare le malattie del sistema nervoso periferico (ovvero l’insieme dei “nervi” che mettono in comunicazione il cervello, la nostra centralina, ed il corpo, i muscoli, la cute) come la sindrome del tunnel carpale, per una corretta diagnosi, spesso complicata per queste malattie, e anche per monitorare nel tempo l’effetto delle cure. In pratica il sistema nervoso periferico è come l’insieme di cavi e cannule che portano la corrente a tutto l’appartamento a partire dalla centralina. L’ecografia permette di vedere i nervi lesionati, riconoscere il tipo di lesione, come una lente puntata sul danno. In pratica l’ecografia è come un fantasioso occhiale a raggi X che permette di vedere dentro i muri dell’appartamento la situazione dei cavi elettrici.
La dimostrazione arriva da uno studio condotto da Luca Padua del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico A. Gemelli di Roma e da Carlo Martinoli radiologo dell’Università di Genova, pubblicato sulla rivista European Journal of Neurology.

Le malattie del sistema nervoso periferico sono molto frequenti, anche nei giovani, si tratta ad esempio della sindrome del tunnel carpale – in pratica lo schiacciamento dei nervi del polso - (molto diffusa, colpisce il 10 percento della popolazione adulta) o dell’intrappolamento del nervo ulnare nel gomito, ma anche di patologie gravemente invalidanti e interessanti i giovani come le lesioni del plesso brachiale (una rete dei nervi che controllano i muscoli della spalla, del braccio, del gomito, del polso, della mano e delle dita) e di altri nervi dovute a traumi della strada ed in particolare ad incidenti da moto. Ma ci sono anche, spiega Padua, malattie rare come le neuropatie autoimmuni, dovute cioè a danni causati ai nervi dal sistema immunitario del paziente che va “in tilt” e attacca il proprio corpo. E non è finita, patologie diagnosticabili con l'ecografia sono anche il “neuroma di Morton” (un ingrossamento di un nervo del piede che provoca violenti dolori al piede con sensazione di scosse elettriche ad una o più dita). Ad oggi la pratica clinica usata per diagnosi e il monitoraggio di queste malattie si avvale di un unico esame strumentale, spiega l’esperto della Cattolica, l'elettromiografia, ovvero una valutazione elettrica dei nervi, cioè proprio come fa l'elettricista usando il tester, il medico valuta la salute e l’integrità dei nervi valutando la loro capacità di conduzione della corrente.
Ma non di rado con queste malattie si può incorrere in difficoltà ed errori diagnostici che ritardano l’avvio di una corretta terapia o intervento, a danno del paziente.

“Abbiamo dimostrato che aggiungendo all'elettromiografia una ecografia (poco costosa e poco time-consuming) nel 40% dei casi si migliora la diagnosi e quindi anche la terapia assegnata al paziente”, spiega Padua. Lo studio ha coinvolto 130 pazienti che presentavano un sospetto clinico di lesione di un nervo periferico: “Abbiamo valutato la diagnosi fatta con la sola elettromiografia e la diagnosi con la combinazione elettromiografia/ecografia – spiega Padua – e abbiamo quindi chiesto ad una persona non coinvolta nello studio di valutare il contributo dato dal completamento con ecografia, suddividendolo in “contributo significativo nella diagnosi e nella terapia” e “non contributo”. Abbiamo quindi confermato ciò che noi attuavamo da qualche anno, e cioè che usare i due strumenti insieme, determina un grandissimo miglioramento per la definizione della malattia e per decidere, la cura”.
Secondo gli esperti questo piccolo cambiamento nell’iter diagnostico può dare benefici enormi per il paziente, ma anche portare a una riduzione dei costi sanitari perché fornisce al medico informazioni più accurate su cui basarsi per stabilire una cura ed evitare errori terapeutici e chirurgici.
“Con l’ecografia – spiega Padua – possiamo vedere direttamente i nervi del paziente, stabilire se sono ingrossati, gonfi, con una struttura alterata, compressi, colpiti da un tumore, tagliati. Vediamo anche la struttura interna dei nervi, (composti dai cosiddetti “fascicoli”, ovvero aggregati di “assoni” – ramificazioni dei neuroni), ovvero l'equivalente dei fili di rame che corrono all’interno di un cavo elettrico”. La sola l'elettromiorgafia, spiega l’esperto, non garantisce la stessa accuratezza.
 

11 novembre 2011
© Riproduzione riservata

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