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Linagliptin vince il confronto con glimepiride


Uno studio di Fase III, durato due anni, conferma l’efficacia e la buona tollerabilità di linagliptin in terapia d’associazione con metformina. È efficace quanto glimepiride, ma non causa aumento di peso ed è responsabile di minori eventi di ipoglicemia e cardiovascolari.

28 GIU - “L’associazione linagliptin più metformina determina un controllo glicemico significativo, paragonabile alla combinazione di una sulfanilurea più metformina. Il valore aggiunto è che, a differenza della sulfanilurea, linagliptin non è associato ad aumento di peso e non aumenta l’incidenza di ipoglicemia. “Inoltre, confrontato con la sulfanilurea glimepiride, il trattamento con linagliptin, è stato associato a una riduzione del 54% del rischio relativo di eventi cardiovascolari”. Così Klaus Dugi, Senior Vice President Medicine del Gruppo Boehringer Ingelheim, ha illustrato ieri risultati di un trial di fase III su linagliptin, che dimostrano la capacità del farmaco di migliorare il controllo glicemico in adulti con diabete di tipo 2 non compensato.
La sperimentazione, durata 2 anni, ha valutato linagliptin o glimepiride in aggiunta a metformina. Nel dettaglio, linagliptin ha dimostrato di essere efficace quanto glimepiride nel ridurre la glicemia – misurata dai valori di emoglobina glicata A1C - ma ha evidenziato perdita di peso relativa (-1,4 kg contro +1,5 kg), minor incidenza di ipoglicemia (7,5% contro 36,1%) e minori eventi cardiovascolari (1,5% contro 3,4%).
Questi risultati sono stati confermati in un secondo studio di 24 settimane che ha confrontato linagliptin a placebo e ha mostrato riduzioni medie di emoglobina glicata fino all’1,7 per cento rispetto al basale in pazienti affetti da diabete di tipo 2 con controllo glicemico insufficiente. L’associazione linagliptin più metformina è stata ben tollerata e ha migliorato il controllo glicemico più delle rispettive monoterapie. Non è stato riscontrato alcun aumento di peso, e il rischio di ipoglicemia è stato assai basso (cinque casi, ovvero l’1,8% dei pazienti).
Gli effetti del farmaco sono stati inoltre valutati in pazienti con diabete di tipo 2 con diversi gradi di funzionalità renale: i pazienti che hanno ricevuto linagliptin hanno mostrato riduzioni medie di emoglobina glicata omogenee e stabili, indipendentemente dal grado di funzionalità renale, e rispettivamente pari a -0,63 per cento in soggetti con normale funzionalità renale, -0,69 nei pazienti con alterazione lieve e moderata della funzionalità renale e -0,6 in quelli con grave compromissione renale.
“Il declino della funzionalità renale è una complicanza frequente del diabete di tipo 2 ed è anche uno dei principali fattori che limitano la scelta degli ipoglicemizzanti”, ha affermato Mark Cooper Vice Responsabile e Direttore Scientifico del Baker IDI Heart and Diabetes Institute, Australia. “In questo studio, linagliptin ha dimostrato un profilo di sicurezza renale favorevole ed è stato efficace nel ridurre i valori di emoglobina glicata persino in quei pazienti con diabete di tipo 2 in stadio avanzato con concomitanti complicanze renali”. 

28 giugno 2011
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Approfondimenti:

spacer OK del Chmp a linagliptin

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