Un collirio a base di Nerve Growth Factor migliora la vista in pazienti affetti da glioma
Una piccola sperimentazione condotta di ricercatori dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma mostra un importante miglioramento funzionale dopo dieci giorni di trattamento. Tuttavia, alla sua sospensione, l’acuità visiva dei pazienti peggiora nuovamente.
27 GIU - La somministrazione di un collirio a base di Nerve Growth Factor - la neurotrofina scoperta dal Nobel Rita Levi Montalcini - in pazienti pediatrici e adulti affetti da gliomi delle vie ottiche ha evidenziato effetti significativi sul sistema visivo, migliorandone, temporaneamente, l’acuità visiva. È questo il risultato principale di due studi pilota - uno condotto su 6 bambini e adolescenti, un secondo su un adulto - affetti da gravi deficit visivi secondari a glioma delle vie ottiche. A condurre le due piccole sperimentazioni - i cui risultati sono stati pubblicati su Neurorehabilitation and Neural Repair - ricercatori dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma.Ai 7 pazienti è stato somministrato, in entrambi gli occhi un collirio contenente Nerve Growth Factor diluito in soluzione fisiologica, tre volte al giorno, per dieci giorni consecutivi secondo risultati preliminari di precedenti protocolli sperimentali. “Già dopo i primi giorni di trattamento, soprattutto per quanto evidenziato dai pazienti adulti, si è assistito a un notevole e significativo miglioramento della funzionalità visiva che ha permesso loro di riprendere a camminare autonomamente, guardare la Tv e svolgere le comuni attività domestiche senza l’ausilio di altre persone”, ha illustrato Antonio Chiaretti, dell’Istituto di Clinica Pediatrica. “L’analisi statistica eseguita sui potenziali evocati visivi e sugli elettroretinogrammi, ha evidenziato un miglioramento intorno al 200 per cento”.
Secondo il team, il risultato deriva dal fatto che i recettori per il Nerve Growth Factor sono presenti lungo tutte le vie di conduzione e le cellule ganglionari retiniche. “È stato dimostrato, infatti, che la somministrazione congiuntivale di Nerve Growth Factor è efficace nel trattamento di pazienti con ulcere corneali e con gravi deficit visivi secondari al glaucoma”, ha spiegato Benedetto Falsini, dell’Unità Operativa di Oftalmologia.Tuttavia, dopo circa due mesi dalla sospensione del trattamento, l’acuità visiva di questi pazienti è peggiorata nuovamente, suggerendo la necessità di programmare ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi neuroprotettivi indotti dal Nerve Growth Factor.
Resta comunque il risultato, seppur temporaneo.
“L'aspetto più sorprendente di questo studio pilota è rappresentato dal miglioramento funzionale osservato”, ha commentato Falsini. “Infatti, secondo la concezione clinica classica, un danno degenerativo delle cellule ganglionari associato a glioma delle vie ottiche porta a una perdita irreversibile delle stesse e non è suscettibile di correzione terapeutica. I risultati ottenuti mostrano invece la possibilità di un miglioramento funzionale, che può essere legato al recupero di almeno una frazione di cellule danneggiate, ma non in modo irreversibile. In parallelo con questi nostri studi - ha aggiunto - altri ricercatori nel mondo e in Italia stanno fornendo in modo indipendente evidenze simili alle nostre sulle cellule della retina. Si apre, quindi, una nuova era nel concetto della cosiddetta “neuroprotezione retinica”: non più solo contenimento del danno e della sua evoluzione, ma anche recupero della funzione. L'implicazione terapeutica per malattie finora ritenute incurabili come le otticopatie degenerative, e quindi di elevato costo sociale per la conseguente cecità, è intuibile ed enorme.”
27 giugno 2011
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