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La Gates Foundation finanzia due progetti di ricerca italiani


Uno dell’Istituto superiore di sanità, l’altro dell’Università di Padova. Entrambi puntano a mettere a punto un trattamento innovativo contro l’Hiv.

02 MAG - La Bill & Melinda Gates Foundation premia la ricerca italiana e al sesto round del “Grand Challenges Explorations”, un progetto che finanzia le idee di ricerca più innovative in tutto il mondo, riconosce due grant a due ricercatori italiani. Sono Marco Sgarbanti dell’Istituto superiore di sanità e Sara Richter dell’Università di Padova. Entrambi hanno proposto strategie terapeutiche innovative per contrastare l’infezione da Hiv.
Sgarbanti, la messa a punto di composti in grado di far uscire il virus dalla fase di latenza e quindi essere potenziale bersaglio della terapia antivirale, Richter quella di molecole in grado di indurre una degradazione del Dna virale e addirittura l’eradicazione dell’infezione. 
Al momento sono soltanto idee promettenti quanto audaci, senza alcun riscontro sperimentale. Ma sono queste a essere finanziate dai “Grand Challenges Explorations”: “idee che possano rompere gli schemi nel modo di risolvere i problemi di salute globale e sviluppo”. 
“I vincitori di GCE stanno espandendo il flusso di idee per risolvere gravi problemi di salute globale”, ha detto Chris Wilson, direttore del Global Health Discovery alla Bill & Melinda Gates Foundation. “Questi finanziamenti sono destinati a stimolare nuove scoperte che potrebbero salvare milioni di vite”.
E proprio per questa innovatività vengono finanziate sulla base di una proposta di ricerca asciutta, di un paio di pagine inviate on line, senza la necessità di dati preliminari e con un agile e accelerato processo di “grant-making”.
Sgarbanti e Richter sono stati 2 degli 85 ricercatori a vedersi riconosciuti 100 mila dollari. Se i progetti avranno successo potranno accedere a un budget di 1 milione.
Nel dettaglio, il progetto del ricercatore dell’Istituto superiore di sanità prevede la messa a punto di composti Tat-mimetici.
La terapia antiretrovirale (ART) previene l’Aids in soggetti con infezione da HIV, ma i problemi rimangono, come gli effetti tossici collaterali, lo sviluppo di resistenze ai farmaci da parte del virus e gli alti oneri finanziari dovuti alla somministrazione per tutta la vita della terapia stessa. L’interruzione della ART determina inoltre un rapido recupero della carica virale dai serbatoi di cellule latentemente infette. La sfida è quindi la messa a punto di strategie “shock-and-kill” che stimolino mediante farmaci la fuoriuscita dell’Hiv dalla latenza in modo che la terapia possa riconoscere ed eliminare le cellule infette. Ed è questo l’obiettivo della ricerca: sfruttare la proteina virale Tat, che è essenziale per la replicazione del virus e in assenza della quale vengono prodotti pochissimi genomi virali completi. 
“La novità del progetto – ha spiegato Sgarbanti - sta nel fatto che mira a identificare una nuova classe di piccole molecole specificamente progettate per comportarsi come Tat-mimetici mediante la loro capacità di interagire contemporaneamente sia con un acido nucleico (la struttura TAR, composta da RNA, di HIV-1) sia con il complesso cellulare di elongazione P–TEFb. L’utilizzo di tali composti porterebbe a un aumento significativo dell’efficienza di produzione di RNA genomici di HIV-1 e di proteine virali, determinando l’eliminazione delle cellule latentemente infette mediante attiva replicazione del virus”. Tradotto: questi composti potrebbero essere in grado di attivare i virus latenti e farli uscire dal loro “nascondiglio” rendendoli facili bersagli della terapia.
A Padova, invece, si punta sulla messa a punto piccole molecole che hanno come bersaglio "G-quadruplex" all'interno del genoma del virus. G-quadruplex è una sequenza precisa di acidi nucleici presente soprattutto nei telomeri e in grado di ridurre l’attività della telomerasi, l’enzima responsabile del mantenimento dei telomeri. 
Se la strategia dovesse funzionare, il risultato potrebbe essere la degradazione del Dna virale e, in prospettiva, anche l’eradicazione dell’infezione.
 
Guarda la mappa con tutti i progetti finanziati


02 maggio 2011
© Riproduzione riservata

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