Al Gemelli trattata con Car-T la prima paziente adulta con malattia reumatologica in Italia
Le cellule geneticamente modificate sono state prodotte dall’officina farmaceutica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. La paziente, affetta da sclerosi sistemica (sclerodermia) refrattaria ai trattamenti, è tra gli 8 adulti che saranno arruolati nello studio CATARSIS, il primo studio accademico di fase I in Italia volto a trattare patologie autoimmuni mediate da B-linfociti con cellule CAR T dirette contro una molecola, nota come CD19 espressa sulla superficie dei B linfociti.
07 GEN - È affetta da sclerosi sistemica (sclerodermia) refrattaria ai trattamenti, la prima paziente arruolata nel trial CATARSIS, uno studio di frontiera promosso da Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Si apre così, con tante speranze, una nuova era per i pazienti affetti da alcune malattie reumatologiche autoimmuni sistemiche (LES, sclerosi sistemica, dermatomiosite/polimiosite, vasculiti ANCA-associate), refrattarie ai trattamenti abituali.
Lo studio arruolerà in tutto 8 pazienti adulti e avrà una durata di due anni. Principal investigator, la professoressa
Maria Antonietta D’Agostino, Ordinario di reumatologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della UOC di Reumatologia di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS (FPG). Le CAR-T anti-CD19 utilizzate nello studio sono prodotte presso l’Officina Farmaceutica del Bambino Gesù, il cui coordinatore è il professor
Franco Locatelli.Le CAR-T fanno, dunque, il loro ingresso anche nel trattamento delle malattie autoimmuni sistemiche refrattarie ai comuni trattamenti. La paziente affetta da sclerosi sistemica (sclerodermia) trattata al Gemelli con cellule CAR-T, la prima dei soggetti arruolati nello studio CATARSIS (Anti-CD19 CAR T-Cell TherApy in Refractory Systemic Autoimmune DISeases), è anche la prima paziente adulta con malattia reumatologica ad essere trattata in Italia con questo trattamento innovativo. CATARSIS è un trial di frontiera, promosso da Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, il cui Principal Investigator è la professoressa Maria Antonietta D’Agostino.
Il trial è condotto in collaborazione con il Centro Trial Oncoematologico, Area Studi Clinici Oncoematologici e Terapie Cellulari dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS, diretto dal professor
Franco Locatelli, Ordinario di Pediatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma. La paziente ha ricevuto le cellule CAR T la vigilia Natale presso l’Unità di Oncoematologia di FPG, diretta dalla professoressa
Simona Sica, che prende parte allo studio, nell’Unità di Fase I di FPG, diretta dal Dottor
Gennaro Daniele. Lo studio CATARSIS è cofinanziato dal Ministero della Salute.
“CATARSIS è il primo studio accademico di fase I in Italia, volto a trattare patologie autoimmuni mediate da B-linfociti con cellule CAR T dirette contro una molecola, nota come CD19 espressa sulla superficie dei B linfociti – afferma in una nota la professoressa
Maria Antonietta D’Agostino -. Un traguardo importantissimo per i pazienti affetti da patologie severe che finalmente possono ambire a sconfiggere la loro malattia, grazie al ‘reset’ del sistema immunitario, indotto da tale terapia”.
Come già detto, quella trattata al Gemelli la Vigilia di Natale, è la prima paziente adulta affetta da malattia reumatologica trattata in Italia. Il Professor Franco Locatelli ha già trattato, attraverso il meccanismo dell’uso non ripetitivo, 5 pazienti pediatrici affetti da malattie autoimmuni. Nel mondo sono stati trattati finora con CAR-T solo una cinquantina pazienti con malattie reumatologiche, la maggior parte dei quali in Germania, dal gruppo del professor Georg Schett dell’Università di Erlangen (Frederich Alexander) e visiting professor presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore che è stato il primo nel mondo a trattare queste patologie con CAR-T (i risultati sono stati pubblicati su riviste prestigiose quali Lancet, Nature Medicine e New England Journal of Medicine) e che sta portando avanti, in questo momento, lo studio CASTLE, ‘gemello’ del CATARSIS.
“Lo studio CATARSIS – prosegue la professoressa
Maria Antonietta D’Agostino - rappresenta una frontiera, ma anche un esempio di progetto cooperativo e coordinato, nel quale diversi dipartimenti (di ricerca, produzione, clinici, amministrativi e di conduzione trials), operanti presso strutture differenti, hanno lavorato insieme per ottenere questo traguardo così importante che apre la strada a nuove speranze. Un grazie particolare va alla dottoressa Monica Gunetti Responsabile dell’Officina farmaceutica dell’Ospedale Bambino Gesù, alla Professoressa Luciana Teofili, direttore della UOC di Emotrasfusione (per l’aferesi), al Dottor Gerlando Natalello della UOC di Reumatologia FPG, alle Dottoresse Giulia Wlderk e Marina Murdolo dell’Unità Trial Clinici (UTC 2)FPG diretta dalla Dottoressa Vincenzina Mora, e alla Dott.ssa Maria Pia Cefalo della UTC OPG, per questo super-regalo di Natale”.
“Il trattamento di questa paziente – sostiene il professor
Franco Locatelli - dimostra come la collaborazione tra Centri Accademici di Eccellenza permetta di offrire gli approcci terapeutici più innovativi a malati affetti da patologie complesse. Dopo i risultati di grande rilevanza ottenuti nei 5 pazienti pediatrici, il caso della Signora trattata in collaborazione con i Colleghi del Policlinico Gemelli apre un’ulteriore frontiera e documenta l’importanza d’investire sempre più come Paese in ricerca clinica avanzata”.
IL RAZIONALE DELLO STUDIO CATARSISLe cellule B sono tra i principali protagonisti delle malattie autoimmuni e questo fa di loro un target terapeutico ideale. Il ‘bersaglio’ più efficace, individuato sulla loro superficie, è l’antigene CD-19. Negli anni sono state sviluppate molte terapie (anticorpi monoclonali) dirette contro vari antigeni di superficie delle cellule B (es. il rituximab contro l’antigene CD-20), ma in alcuni pazienti con malattie autoimmuni reumatologiche queste non funzionano a sufficienza (ad esempio non riescono ad indurre una remissione sostenuta) e questo espone i pazienti con le forme più gravi, al rischio di grave insufficienza d’organo (es. insufficienza polmonare o renale) e di morte. Per questo si è pensato di ingegnerizzare le cellule del sistema immunitario del paziente, per armarle contro il CD-19 (CAR-T anti-CD-19) e utilizzarle per trattare le malattie autoimmuni refrattarie ai comuni trattamenti. Il razionale di questa scelta sta nel fatto che le CAR-T penetrano con maggior efficacia all’interno degli organi e dei tessuti dove si annidano le cellule B ‘ribelli’, che sono alla base di malattie auto-immuni sistemiche e potenzialmente letali quali il LES (lupus eritematoso sistemico), la Sclerosi sistemica (SSc), la dermatomiosite/polimiosite (DM/PM) e le vasculiti ANCA-associate (AAV).
IL DISEGNO DELLO STUDIOIl CATARSIS è uno studio di fase I/II, in aperto, non randomizzato, con disegno ‘basket’. Verranno arruolati in tutto 8 pazienti adulti (dei quali 6 presso il Policlinico Gemelli e 2 presso l’Ospedale Bambino Gesù), affetti da una patologia autoimmune sistemica (B-cell driven’ refrattaria ai comuni trattamenti (LES, SSc, PM/DM, AAV). Ogni paziente arruolato nello studio verrà seguito per 30 settimane (6 pre-trattamento e 24 dopo il trattamento); la durata complessiva dello studio sarà di 2 anni.
Il trial partito al Gemelli utilizza come ‘farmaco’ i “CD19-Car_Lenti”, una sospensione di cellule T ingegnerizzate attraverso un vettore virale (lentivirus autoinattivante, prodotto da Milteny Biotech), per trasformarli in un’arma da guerra contro il CD-19 umano, il bersaglio sulle cellule B responsabili delle malattie autoimmuni sistemiche. La manifattura di questa terapia cellulare viene effettuata utilizzando il dispositivo CliniMACS Prodigy®, presso l’Officina Farmaceutica dell’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Obiettivi dello studio CATARSIS sono la valutazione dell’efficacia e della sicurezza della terapia con cellule CAR-T anti-CD-19, in soggetti con malattia autoimmune ‘B-driven’ attiva (LES, sclerosi sistemica, DM/PM e AAV). Verranno valutati inoltre: la durata della deplezione delle cellule B ‘colpevoli’ dopo il trattamento, la durata della persistenza delle CAR-T, le variazioni nei livelli di autoanticorpi sierici associati alla malattia.
07 gennaio 2025
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