myAbbVieCare: l’App per le persone con artrite reumatoide in terapia con upadacitinib
myAbbVieCare è un’applicazione dedicata al paziente con artrite reumatoide in terapia con upadacitinib che mette a disposizione del paziente informazioni attendibili sulla patologia e strumenti a supporto del trattamento contribuendo ad accrescere il suo empowerment
03 MAR - Le App possono costituire un valido supporto per il paziente nelle varie fasi del suo percorso di prevenzione, diagnosi, cura, monitoraggio e follow-up, in particolare nell’ambito delle patologie croniche.
L’app myAbbVieCare (https://www.abbviecare.it/myac/), disponibile gratuitamente, è un’applicazione di supporto al paziente con artrite reumatoide in terapia con upadacitinib. Mette a disposizione del paziente informazioni attendibili sulla patologia e strumenti concreti a supporto del trattamento contribuendo ad accrescere il suo empowerment di persona con esperienza di malattia, in modo da acquisire la consapevolezza e la serenità utili ad affrontare il percorso di cura.
“I nuovi strumenti, come le app, possono davvero aiutare il paziente con malattie reumatiche a gestire meglio la propria patologia”, commenta Antonella Celano, Presidente dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (Apmarr). “Se adoperate con costanza e consapevolezza le app possono aiutare il paziente e condurlo verso una migliore aderenza alla terapia e una più stretta comunicazione con il medico. Possono fornire informazioni sulla patologia e possono fungere da calendario per le visite e da diario in cui riportare i sintomi quotidiani”, continua Celano. “Naturalmente un’app non può sostituire il medico, ma offre un contributo alla gestione della malattia”.
All’interno dell’applicazione myAbbVieCare è possibile trovare un’ampia selezione di articoli educazionali e consigli per il benessere quotidiano, tenere sotto controllo in ogni momento il trattamento farmacologico così come è stato prescritto dal medico e salvare gli appuntamenti con il medico curante.
I vantaggi della telemedicina per i pazienti con patologie reumatologiche
“L’avvento della telemedicina è sicuramente un vantaggio per i pazienti che soffrono di patologie reumatologiche”, osserva Silvia Tonolo, Presidente dell'Associazione nazionale malati reumatici (Anmar). Secondo Tonolo, l’uso di strumenti digitali può contribuire alla risoluzione di problemi di comunicazione medico-paziente emersi negli ultimi anni. “In epoca Covid-19 per i pazienti era difficile interfacciarsi con il reumatologo e ora, finita la pandemia, ci rendiamo conto che solo i Centri più grandi permettono ai pazienti di fissare delle visite nel breve periodo (parliamo di 10-12 mesi), mentre sul territorio i tempi sono molto lunghi”.
Secondo Tonolo, la telemedicina può favorire una rapida comunicazione tra paziente e specialista in caso di bisogno e può essere un valido strumento per le visite di follow-up e per la condivisione degli esami. “Gli strumenti di telemedicina, come le App, permettono al paziente di diventare esperto della propria malattia, di conoscersi e di offrire le informazioni necessarie allo specialista. D’altra parte il clinico riesce a tenere sotto controllo i suoi pazienti anche a distanza”, nota Tonolo. E aggiunge: “Possono essere strumenti fondamentali anche per rendere più sostenibile il Sistema Sanitario regionale e per garantire un rapido accesso allo specialista anche a coloro che vivono in zone geograficamente complesse”.
App per migliorare l’aderenza terapeutica
Gian Domenico Sebastiani, Presidente Nazionale della Società Italiana di Reumatologia (Sir) e Direttore della UOC Reumatologia, Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini di Roma, concorda sull’importanza della digitalizzazione in reumatologia. “Le nuove tecnologie stanno trasformando la medicina”, commenta. “La sanità digitale sta aprendo la strada a una serie di soluzioni che hanno l’obiettivo di rendere più efficaci i percorsi di cura, personalizzare le terapie dei pazienti e migliorare la qualità di vita delle persone”.
L’esperto aggiunge: “da questo punto di vista le app possono costituire un valido supporto per il paziente nelle varie fasi del suo percorso, in particolare nell’ambito delle malattie croniche (come la maggior parte delle malattie reumatologiche). Queste app possono giocare un ruolo importante nell’ingaggiare il paziente nel suo percorso di cura e consentire la raccolta di dati rilevanti per il monitoraggio e l’aggiornamento del piano terapeutico. Tali dati possono supportare le decisioni del medico”. In riferimento all’app myAbbVieCare Sebastiani commenta: “questa app è un’ottimo esempio. Mette a disposizione del paziente informazioni attendibili sulla malattia, articoli, e supporta il trattamento, accresce l’empowerment del paziente, con un miglioramento dell’aderenza alla terapia stessa".
L’impegno di AbbVie nei Programmi di supporto al paziente
AbbVie è impegnata da anni nel cercare soluzioni innovative per avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti, come racconta Annalisa Iezzi, Medical Director di AbbVie. “Ci siamo resi conto che è fondamentale occuparsi del paziente a 360 gradi, favorendo anche la comunicazione con il medico e sappiamo che le soluzioni digitali rappresentano un tool molto potente per favorire l’interazione tra medico e paziente”, dice Iezzi. “A questo scopo abbiamo creato un programma di supporto al paziente che si arricchisce oggi con un nuovo tool digitale: l’app myAbbVieCare, dedicata al paziente con artrite reumatoide in terapia con upadacitinib”.
“L’uso dell’app facilita la gestione della terapia, l’aderenza alla terapia e l’interazione con il medico. Permette di annotare gli appuntamenti e le informazioni da condividere. Inoltre la app contiene un tool, chiamato RAPID3 e considerato dispositivo medico che è un questionario di rapida esecuzione che monitora su base continuativa l’attività di malattia”, continua Iezzi. È possibile scaricare e stampare i risultati del RAPID3 per condividerli con il medico durante le visite di controllo ottimizzando il dialogo medico/paziente.
Iezzi conclude: “crediamo che la nostra app rappresenti un ottimo strumento per il paziente, per il medico e per la comunità scientifica italiana e internazionale. In futuro (e questa è una Call to action rivolta alla comunità scientifica), non escludiamo la possibilità di costruire real-world-evidence, raccolte di dati, con l’autorizzazione dei pazienti, per consolidare insieme l’esperienza italiana di queste patologie”.