A prescindere da cosa deciderà di fare il Governo il problema è che le dosi dell’anticorpo monoclonale Niservimab contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) non ci sono per tutti. Dopo l’allarme delle Regioni ora la conferma da parte dell’azienda Sanofi che in una nota ricostruisce la vicenda e spiega le sue motivazioni.
“A partire dai prossimi giorni Sanofi Italia – si legge - avvierà la commercializzazione di nirsevimab anche nel nostro Paese, iniziando la distribuzione sul territorio. L’iter per l’introduzione di nirsevimab sul territorio nazionale è iniziato nel 2023, e Sanofi ha sempre lavorato con l’obiettivo di assicurare produzione e fornitura necessarie per garantire il più ampio accesso possibile a questo innovativo anticorpo, condividendo con le Autorità nazionali e regionali la necessità di pianificare i fabbisogni per tempo, in particolare entro i primi mesi del 2024”.
Insomma, per l'azienda le Istituzioni si sono mosse in ritardo e specifica: “In un contesto di crescente domanda globale, in cui i tempi per la produzione di nirsevimab sono cruciali, la prima procedura pubblica di acquisto in Italia è stata pubblicata solo a fine giugno 2024, molte altre a settembre e alcune non sono ancora state pubblicate”.
In ogni caso “pur in assenza di indicazioni storiche sui fabbisogni di prevenzione delle singole Regioni, l’azienda ha riservato al Paese dosi utili a garantire circa il 75% della copertura dell'intera coorte nazionale di nascite, basandosi sui dati scientifici di efficacia e di impatto epidemiologico.
“Per il futuro Sanofi - in linea con quanto richiesto dalle principali società scientifiche - auspica l’inserimento di nirsevimab nel Calendario Nazionale di Immunizzazione - quale allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV) 2023-2025 - e che l’Italia per la stagione 2025-2026 possa mettere in atto una programmazione efficiente e uniforme su tutto il territorio italiano, con manifestazione dei fabbisogni entro marzo 2025, così che questo innovativo strumento di immunizzazione possa essere implementato al meglio anche per i neonati e bambini nel nostro Paese”, conclude la nota.