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Mmg. Doria rassicura sull’Air: “L’intesa c’è, risorse per oltre 61 milioni di euro”

di Elisabetta Caredda 

L’assessore interviene sulla mancata firma dell’Air spiegando che durante il confronto con i sindacati è sorto un dubbio all’art. 47 sui ‘fattori produttivi’, per il quale era prevista una copertura finanziaria di circa 9 mln di euro che si voleva alzare a oltre 21. “Ma tale integrazione potrà avvenire solo con un nuovo progetto, a cui stiamo lavorando, teso a considerare l’organizzazione territoriale con le Aft”. In totale le risorse a disposizione per il nuovo Air sono oltre 61 mln.

16 FEB - L’assessorato alla Sanità e i sindacati dei medici di medicina generale non hanno potuto firmare nei giorni scorsi l’Accordo integrativo regionale (AIR) 2024 per dubbi sull’art. 47 del documento, riguardo l’integrazione di risorse nel fondo dei ‘fattori produttivi’, sul quale è stato posto un quesito alla SISAC, l’associazione intersindacale che riunisce tutte le sigle sindacali e che ha firmato il 7 febbraio 2024 l’ACN 2019-2021. Ad intervenire sull’argomento è l’assessore alla Sanità Carlo Doria, in risposta a quanto sollevato ieri al nostro giornale dal vice presidente del gruppo PD Valter Piscedda.

“Il rinnovo dell’accordo integrativo regionale della medicina generale – spiega l’assessore Carlo Doria - è stato, per me, uno tra i primi obiettivi dal momento in cui mi sono insediato come assessore regionale alla sanità, perché ritenevo inconcepibile lasciare un settore così importante e vitale della sanità con un accordo datato 2010. In un anno e tre mesi che sono assessore ho riunito il tavolo con tutte le sigle sindacali che sono la FIMMG, la SNAMI, la SMI, la CISL, oltre che la funzione pubblica, per almeno una decina di volte, al fine di redigere un nuovo accordo integrativo regionale che potesse andare incontro alle richieste pressanti dei medici di medicina generale che oggi hanno cambiato dizione, perché oggi si parla di ‘ruolo unico’ suddiviso in ‘ciclo di scelta’, che sarebbe la vecchia figura del medico di medicina generale, e ‘ciclo orario’, ossia la vecchia dizione della continuità assistenziale”.

“Quindi – approfondisce il professore -, l’obiettivo è compensare e soddisfare quelle richieste che provengono da questo settore importante della sanità pubblica relativamente alla riduzione del carico amministrativo e burocratico che potrà essere ottenuta anche attraverso un’incentivazione dei ‘fattori produttivi’ che sono il collaboratore di studio del MMG, l’infermiere ecc.. Fattori produttivi che oggi nel nuovo ACN che è stato firmato il 7 febbraio di questo anno sono stati un po' rivisitati”.

“Il 7 di febbraio scorso ero a Roma per l’incontro della commissione salute della conferenza Stato-Regioni e preventivamente mi ero messo in contatto con i vertici della SISAC, che ha firmato lo stesso giorno l’ACN 2019-2021, per andare a rivedere, alla luce del nuovo contratto, degli spunti e delle nuove possibilità mirati a rendere la nostra bozza di AIR ancora più performante e aggiornata rispetto a quella che avevamo preparato con i sindacati nell’ultima riunione tenuta il 4 febbraio, giorno in cui avremmo dovuto firmare l’accordo che poi è stato rinviato per il dubbio posto sulla possibilità di integrare il fondo relativo ai fattori produttivi oggetto del quesito posto alla SISAC”.

Durante il suddetto confronto al tavolo regionale, spiega ancora Doria, “ci siamo posti il dubbio nell’affrontare l’articolo 47 che è quello che parla dei ‘fattori produttivi’. Per tale punto era disposta una coperta finanziaria storicizzata di circa 9 milioni di euro, e la perplessità è sopraggiunta sull’opportunità di integrare questo fondo con risorse che avevo reso disponibili fino a 21 milioni di euro”.

“Secondo l’interpretazione della direzione generale dell’assessorato non si poteva aumentare quel tetto di spesa in quel determinato capitolo. D’intesa con i sindacati, abbiamo posto dunque un quesito alla SISAC per conoscere se quel fondo poteva essere integrato o meno. Formalmente non è ancora arrivata la risposta, ma l’ho avuta nei giorni scorsi informalmente dal presidente della SISAC, il quale mi ha detto che quel fondo non può più essere alimentato perché quegli istituti fanno parte di una vecchia tipologia di contratto e tutte le risorse, pari a oltre 21 milioni di euro solo per quella voce, possono essere comunque inseriti nel nuovo accordo integrativo regionale, andando a considerare la nuova organizzazione territoriale con le aggregazioni funzionali territoriali (AFT), che sono previste sia dal nuovo ACN che dal DM77”.

“Quindi quello che stiamo facendo adesso d’intesa con i rappresentanti sindacali con cui ho parlato, è tirar giù un progetto che riguardi l’organizzazione territoriale con le aggregazioni funzionali territoriali, dove poi allocare queste risorse”.

“Voglio sottolineare che l’accordo integrativo regionale firmato 2010 aveva un fondo di circa 28 milioni di euro. L’accordo integrativo regionale 2024 che spero di chiudere nei prossimi giorni ha un fondo di oltre 61 milioni di euro. Queste risorse le abbiamo accumulate attraverso le varie manovre finanziarie e assestamenti di bilancio, destinandole appositamente per il rinnovo dell’AIR perché credo che una medicina del territorio che funziona bene sia la chiave di volta del sistema sanitario. Oggi è necessario un cambio di paradigma dal concetto ospedale-centrico al concetto dei vasi comunicanti ospedale-territorio e per questo serve una medicina territoriale efficiente che sia vicino alle esigenze dei pazienti sviluppando la cosiddetta medicina di prossimità tanto più necessaria in una regione con un alto tasso di pazienti anziani con un aumento delle patologie croniche che devono accedere all’ospedale per acuti solo per patologie acute e non perché unico baluardo di salute della popolazione”.

“C’è dunque un pienissimo accordo con tutte le organizzazioni sindacali per condividere e chiudere l’accordo integrativo regionale 2024 che prevede tra l’altro una riforma graduale della cosiddetta continuità assistenziale, che oggi non esiste più come nome ed è stata sostituita dal ciclo orario nel contesto delle AFT, che in termini pratici vuol dire qualificare i punti di guardia medica attuali dotandoli di un organico infermieristico e amministrativo con attività continuativa H24 sette giorni su sette e di tutti gli strumenti della medicina moderna come il teleconsulto, la telemedicina, la tele assistenza che ci consentiranno di avere le consulenze specialistiche per le patologie urgenti in tempo reale grazie ad una rete attiva con gli hub di riferimento”.

“Avremo certamente qualche punto in meno delle guardie mediche attuali, oggi spesso chiuse per mancanza di medici, ma quelle che verranno attivate saranno più qualificate e performanti e arricchiranno realmente i territori di servizi sanitari efficienti che consentiranno di effettuare da filtro con una netta riduzione degli accessi in Pronto Soccorso per i codici di gravità minori (bianco e verde). In Emilia Romagna dove hanno applicato questo sistema, con i punti di guardia qualificati, hanno ridotto del 40% gli accessi dei pronto soccorso. L’intento anche nella nostra regione è quindi quello di ottenere le consulenze specialistiche dagli hub ospedalieri per soddisfare le esigenze del territorio grazie alla tecnologia innovativa, come la telemedicina, il teleconsulto, la teleassistenza che anni fa ancora non esisteva” – conclude Doria.

Elisabetta Caredda

16 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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