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Lazio. Sanità Day. I sindacati minacciano lo sciopero generale della sanità


I sindacati della dirigenza medica e sanitaria del Lazio hanno annunciato oggi al Sanità Day la proclamazione dello stato di agitazione e di essere pronti ad uno sciopero generale della sanità laziale prima della manifestazione nazionale del 27 ottobre.  

28 GIU - Al Sanità day del Lazio la dirigenza sanitaria del Lazio annuncia lo stato d’agitazione e uno sciopero entro il 27 ottobre. I medici con il lutto al braccio denunciano il collasso della sanità laziale e danno il via alla protesta che culminerà con il corteo di Roma in autunno.

Così si è svolta oggi la conferenza stampa del Sanità Day del Lazio in difesa del servizio sanitario pubblico, in cui medici Ospedalieri della Sanità Pubblica e Privata Convenzionata, Medici di Medicina Generale e Pediatria di Libera Scelta, Specialisti Ambulatoriali, Dirigenti Medici e Veterinari della Sanità Territoriale, e della Dirigenza STPA, tutti con la fascia di lutto al braccio, hanno denunciato il progressivo smantellamento del sistema regionale. Secondo le Organizzazioni sindacali la sanità laziale “non riesce più a garantire neanche minimi livelli assistenziali a causa dei continui tagli a personale e risorse” che però, lamentano i Sindacati” non stanno portando ad alcun contenimento delle spese a causa degli aumenti di costi per i beni e servizi, consulenze ed esternalizzazioni”.
 
Sull’onda di questi ‘cahiers de doléances’ presso l’Azienda ospedaliera San Giovanni a Roma il coordinatore dell’Intersindacale Lazio, Ernesto Cappellano ha aperto la conferenza evidenziando subito come “sia una delle prime volte che tutte le Organizzazioni sindacali si ritrovano insieme”. Cappellano ha poi spiegato il senso della fascia di lutto al braccio: “Perché la nostra Regione sta facendo morire la sanità con i continui tagli che creano solo disagi ad operatori e cittadini”. Il coordinatore ha poi elencato una serie di numeri per far meglio comprendere la situazione: “Il costo totale del personale sanitario dipendente nell’anno 2011 è risultato in diminuzione rispetto all’anno 2010 di 94,8 mln di euro. In compenso si è rilevato un incremento rispetto al 2010 di 12 mln di euro e di 79,6 mln di euro rispetto al programmatico 2011 dovuto principalmente all’incremento della spesa per consulenze sanitarie e non e all’incremento della spesa per altri servizi”.

A prendere la parola è stato poi il segretario regionale dell’Anaao Assomed Donato Antonellis che, in rappresentanza della Cosmed Lazio (Anaao, Sds Snabi, Fvm, Fesmed, SIDirSS) ha annunciato “la proclamazione dello stato di agitazione della dirigenza medica e sanitaria laziale fino allo sciopero che dovrà avvenire prima ancora della manifestazione nazionale del prossimo 27 ottobre”. Antonellis ha spiegato la scelta sentenziando come il sistema sanitario del Lazio “sia stretto in una morsa letteralmente mortale con una politica regionale caratterizzata da soli tagli lineari, da una oggettiva incapacità di governo delle aziende e da uno squilibrio non risolto tra strutture pubbliche, private accreditate ed università”. Antonellis ha specificato come il “confronto non sia più sufficiente. Vogliamo fortemente che i problemi siano affrontati e risolti in maniera seria senza refusi propagandistici. Questo è possibile farlo e di soluzioni ne abbiamo proposte tante”.
Molto critico con la gestione della sanità anche il segretario regionale della Cimo-Asmd, Giuseppe Lavra che ha denunciato come la situazione nei Dea sia ”esplosiva, siamo la maglia nera d’Italia e anche quelle risorse che si sono recuperate sono state ottenute sulla pelle dei cittadini e della sanità pubblica”.
 
Ha preso poi la parola il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Roberto Lala che ha specificato come “al di là delle sigle sindacali che hanno organizzato questo incontro e questo momento d’informazione e cui esprimo massima vicinanza e solidarietà sono qui a rappresentare prima di tutto gli interessi e i diritti dei cittadini e dei pazienti minacciati da una Sanità che nel Lazio si va sempre più allontanando dalle loro necessità. Poi anche quelli di tutti gli oltre 40 mila medici romani, minacciati nella loro professione e dignità, nella serenità del loro lavoro, nel loro dovere di poter curare al meglio i pazienti.”
 
“Non c’è più tempo – ha avvertito il presidente dell’Ordine – la Presidente Polverini deve cambiare immediatamente rotta e riprendere in mano la situazione anche a costo di dribblare i paletti del Governo centrale, perché prima di tutto anche lei deve tutelare la salute dei cittadini. Così invece stiamo andando di corsa verso la resa della Sanità e verso l’impossibilità di garantire quanto sancito dall’articolo 32 della Costituzione.”
Presente alla conferenza stampa anche il segretario della Fimmg Lazio Pier Luigi Bartoletti che ha evidenziato come lo sviluppo della sanità territoriale sia ancora lontano: “Un medico di medicina generale oggi non può nemmeno gestire la presa in carico di un diabetico. Il sistema va ricostruito e offro la disponibilità del sindacato a proporre insieme soluzioni per lo sviluppo dell’integrazione della sanità territoriale con quella ospedaliera”.
 
“La situazione nel Lazio – ha affermato in una nota Salvatore Coppolino della segreteria del Sumai-Assoprof Lazio – è ormai insostenibile sia per gli operatori che soprattutto per i cittadini. Sono infatti sempre più numerose le ore di attesa per una visita e sono sempre più elevati i casi di aggressione e insofferenza nei confronti del personale medico, costretto sempre di più a lavorare in condizioni disagiate e indecorose”.

28 giugno 2012
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