Liguria. Siti a Montaldo: "Emiliminazione Sian non si è limitata a riduzione primari"
di Marzia Caposio
06 AGO - "L’emergenza botulino del pesto genovese si è risolta positivamente non per semplice “fortuna”, ma perché ha funzionato il sistema di prevenzione, sia da parte dell’azienda produttrice che da parte dei Servizi del Servizio sanitario nazionale deputati all’attività di controllo, diretti a Genova da un medico ex Sian. Lo ricorda l’assessore stesso che sa anche che quella del capoluogo ligure rappresenta un’eccezione, dal momento che la stessa Regione Liguria ha imposto la direzione di un veterinario alle nuove strutture di sicurezza alimentare". Così la Società italiana di igiene (Siti), ha replicato alle
affermazioni dell'assessore alla Salute, Claudio Montaldo, che nei giorni scorsi aveva smentito circa una taglio al Servizio di igiene degli alimenti e nutrizione (Sian) in regione.
Per Siti, invece, l’eliminazione del Servizio di igiene degli limenti e nutrizione in Liguria non si è limitato ad una semplice riduzione di primari. "L’Assessore sa che in capo al Sian, con specifico Decreto Ministeriale, vi è oltre al controllo di produzioni vegetali, ristorazioni collettive, acqua potabile, anche la sorveglianza nutrizionale, la nutrizione collettiva, la dietetica preventiva e la prevenzione nutrizionale - ricorda Siti in una nota - Non è pensabile che la Regione Liguria voglia attribuire poca attenzione ed interesse a temi come la prevenzione nutrizionale strategica per la prevenzione delle malattie cronico degenerative (malattie cardiocerebrovascolari, diabete, tumori, patologie osteoarticolari…) causa di oltre due terzi di morti, perdita di anni in buona salute e spese sanitarie".
"Purtroppo la Liguria è fra le Regioni italiane quella che spende meno per la prevenzione: neppure il 2,5 % del fondo sanitario, meno della metà del già limitato 5% previsto per legge. Le evidenze scientifiche, le agenzie sanitarie internazionali e la stessa Commissione UE dimostrano che solo la prevenzione è in grado di ridurre i costi sanitari ed assicurare garanzie alle produzioni alimentari attraverso l’autocontrollo da parte delle aziende alimentari e l’attività rigorosa di controllo da parte delle autorità competenti a tutela della salute collettiva, e dello sviluppo sociale ed economico del Paese", ha sottolineato la Società italiana di igiene.
"In tal senso appare poco lungimirante anche la lamentela di Cna che non tiene presente quanto maggiore sarebbe stato il danno per la ditta ed il prodotto 'pesto genovese' se vi fosse stato il consumo di prodotto risultato contaminato. Resta da migliorare - conclude la nota - la comunicazione del rischio, anche a cura dei Servizi di Prevenzione, circa il rischio effettivo per i consumatori evitando un certo allarmismo ed i numerosi ed inutili ricorsi alle strutture di pronto soccorso prevalenti nel capoluogo Ligure".
Marzia Caposio
06 agosto 2013
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